Il racket delle ragazzine
Cela, 9325 euro. Cristina, 14.285. Mirela: 4995. Oana: 8430. Stavolta non sono stime. Non sono proiezioni né elaborazioni. Sono le cifre che ruotano intorno alla prostituzione minorile a Genova: ragazzine di 14, 15, 16 anni. I ricavi, in due sole settimane, delle adolescenti romene che si vendono nella zona di San Benigno. Il periodo è compreso tra il 21 dicembre 2006 e il 12 gennaio 2007. I taccuini sequestrati durante l’indagine della squadra mobile, diretta dal pm Federico Panichi, stavolta, non lasciano dubbi. Anche perché illustrano una realtà sconvolgente. Soltanto Cristina, nel periodo delle passate feste natalizie (l’«effetto tredicesima», lo chiamano i poliziotti) ha avuto quasi 350 clienti, più di venti al giorno. Un’altra giovane, in tre mesi, ne ha avuto duemila. Centinaia, migliaia di genovesi che non hanno esitato a metter mano al portafogli per consumare un rapporto sessuale con ragazze giovanissime.
Se da una parte c’è il racket, dall’altra c’è la legge della richiesta. E questa non affonda le radici nella malavita dell’Est, né nella spietata legge delle mafie. Ma anche e soprattutto nelle file ininterrotte di auto che, dalle dieci di sera fino alle luci dell’alba, puntano i fari alla ricerca delle “ragazzine”. Italiani, italianissimi i clienti. Consapevoli, consapevolissimi.
31 agosto 2007
http://www.ilsecoloxix.it/genova/vie...3-0003badbebe4