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  1. #11
    Fiamma dell'Occidente
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    Citazione Originariamente Scritto da *-RUDY-* Visualizza Messaggio
    qualche parola per dirvi che non me ne frega assolutamente niente di cosa scrivono alesina e giavazzi in italia e per l'italia..

    io mi leggo
    e fai bene
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    Presidente di Progetto Liberale

  2. #12
    Alexander Iulius Parmenses
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    il liberismo può essere di sinistra tanto quanto il socialismo può essere di destra... nazismo e fascismo ad es.

  3. #13
    Fiamma dell'Occidente
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    Citazione Originariamente Scritto da jesusspanks Visualizza Messaggio
    il liberismo può essere di sinistra tanto quanto il socialismo può essere di destra... nazismo e fascismo ad es.

    hai fatto un intervento saggio.
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  4. #14
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    Mi verrebbe da dire; sono seghe mentali. Di politiche liberistiche non se ne vede nemmeno l'ombra...è tutta teoria purtroppo

  5. #15
    the dark knight's return
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    cazzata


    il liberismo va oltre perchè necessario...a mio parere bisogna superare le famiglie destra sinistra e bisogna iniziare a parlare di liberisti,liberali,libertari,conservatori,socialis ti ecc...quei termini sono residui ottocenteschi che rallentano le cose, dico una cazzata, oggi in Italia l'estrema destra è Fiamma che porta avanti battaglie socialiste...

  6. #16
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    premesso che oggi destra e sinistra e centro sono sono definizioni logistiche e non ideologiche,direi che l'intento dei 2 autori sia il solito,ovvero mettere il cappello del politicamente corretto su ogni sfumatura del pensiero liberale,dimenticandosi che la base votante a sentirsi "liberista" non ci tiene proprio.....

  7. #17
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    Liberismo: di destra o di sinistra?/Una teoria economica che sfugge alle classificazioni
    Una cosa è certa: il mercato produce benessere

    di Giancarlo Tartaglia

    "Era una notte buia e tempestosa…..". Con questo suadente incipit il simpatico bracchetto Snoopy ha tentato per decenni di dare fiato ad un romanzo, che, purtroppo, non avrebbe mai visto la luce. Con lo stesso ardore del canino eroe di Schulz i non meno simpatici economisti Alesina e Giavazzi tentano oggi di scrivere, anche loro, un romanzo con un incipit non meno accattivante "Il liberismo è di sinistra". Temiamo, però, che anche il romanzo di questa tetragona affermazione non vedrà mai la luce.

    Alesina e Giavazzi sono due autorevoli economisti, di cui condividiamo quasi ogni parola, anche le costanti critiche liberali agli statalisti Prodi e Padoa - Schioppa, e soprattutto il loro fiducioso ottimismo sulle virtù salvifiche del liberismo. Un po' meno li condividiamo quando dal terreno economico, che è loro più consono, si abbassano a scendere su quello politico, come consiglieri del principe. Né condividiamo il sia pur cauto ottimismo di un liberale autentico come Piero Ostellino, che, recensendoli sul "Corriere della Sera", si è augurato che i loro argomenti possano servire "a indebolire pregiudizi e idee ammuffite, che per forza d'inerzia, continuano a circolare nella sinistra italiana".

    Che la povertà si vinca creando ricchezza e non miseria, è vero. Come è vero – la storia ce lo insegna - che è il liberismo a creare ricchezza. Che la "sinistra" si sia sempre presentata come paladina dei poveri, è anche questo vero. Ma da qui a sostenere che, di conseguenza, il liberismo, in quanto capace di vincere la povertà, è di "sinistra", ci appare un difettivo sillogismo, come direbbe il sommo poeta.

    Da queste colonne ho già ricordato, condividendola, l'analisi e la tesi del prof. Antiseri, che le categorie "sinistra" e "destra", più che inutili sono dannose, e proprio per questo non mi sento di addentrarmi sul terreno scivoloso sul quale Alesina e Giavazzi si avventurano.

    Peraltro, mi conforta lo stesso Ostellino, anche lui diffidente su queste distinzioni, quando ritiene che il liberismo sia tale da non lasciarsi assorbire nella classificazione destra - sinistra. Mi basterà ricordare che l'inventore della moderna scienza economica, Adam Smith, orsono tre secoli, nella sua ricerca sulla natura e le cause che determinano la ricchezza delle nazioni, finì per individuarle nel fatto che "non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che noi attendiamo il nostro pranzo, ma dalla loro considerazione dell'interesse proprio". Questa affermazione è sufficiente per annoverare il reverendo Smith nel panteon della "sinistra"? Anche qui l'annotazione di Ostellino, che se dovessimo considerare di sinistra tutti i liberisti italiani (tra i quali lui si annovera) provocheremmo in alcuni di loro una vera crisi di identità, coglie nel centro.

    Ma, ferme restando le valutazioni di Antiseri, mi chiedo, e chiedo ad Alesina e Giavazzi, se il liberismo è di sinistra, allora il socialismo è di destra? Se così non è, creiamo soltanto confusione e personalmente ho francamente qualche difficoltà a mettere dalla stessa parte della barricata due filosofie del mondo che da sempre si contrappongono tra loro.

    Il liberismo è il liberismo e non è etichettabile, di "destra" o di "sinistra". O si è liberisti o si è statalisti, in medio non stat virtus.

    Vorrei perciò invitare Giavazzi e Alesina a desistere. Continuino a occuparsi di economia e a criticare le decisioni illiberali dei governi, di questo come dei precedenti. Lascino stare la politica. Stiano attenti, perché il loro romantico e generoso tentativo di innestare il cervello del liberismo nel cadavere del cattocomunismo potrebbe generare, in una notte buia e tempestosa, il mostro di Frankenstein.

    tratto da http://www.pri.it/13%20Settembre%202...aLiberismo.htm

  8. #18
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    applausi per tartaglia!
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    Presidente di Progetto Liberale

  9. #19
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    Personalmente penso che il liberalismo (ma anche il socialismo per dire) non sia nè di destra nè di sinistra. Esistono politici liberali (o socialisti) che si trovano sia nel cdx che nel csn.
    Il problema sono queste coalizioni che tengono dentro un pò di tutto, bisognerebbe tornare a un sistema multipolare.

  10. #20
    the independent
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    Il liberalismo, non solo economico, non è di destra e nemmeno di sinistra: è semplicemente necessario. Più i poli raccoglieranno istanze liberali, migliori saranno i risultati. Spero che il libro di Alesina e Giavazzi vada in questo senso: focalizzare l'attenzione della sinistra sui temi liberali.

 

 
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