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  1. #21
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    Ma noooo, per carità....sentivamo la mancanza di originalità....da un pò di tempo ci manca un tipetto che afferma che Messina non è Sicilia.....che sarà mai uno che vuol spostare gli Abruzzi, non so, la Groenlandia è sufficientemente settentrionale ? Non c'è niente di più patetico e penoso di chi si vergogna delle proprie origini..........per svariate ragioni ho molte conoscenze ed amicizie abruzzesi, bella gente che non ha mai fatto ragionamenti tanto inconcludenti.

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Emmeauerre Visualizza Messaggio
    Ma noooo, per carità....sentivamo la mancanza di originalità....da un pò di tempo ci manca un tipetto che afferma che Messina non è Sicilia.....che sarà mai uno che vuol spostare gli Abruzzi, non so, la Groenlandia è sufficientemente settentrionale ? Non c'è niente di più patetico e penoso di chi si vergogna delle proprie origini..........per svariate ragioni ho molte conoscenze ed amicizie abruzzesi, bella gente che non ha mai fatto ragionamenti tanto inconcludenti.
    Scusami,
    o non mi sono fatto comprendere o non hai ben capito tu (propendo per la seconda ipotesi).
    Ho forse affermato di vergognarmi d'essere abruzzese (e anche romano d'adozione)? Ho forse rifiutato o denigrato l'appellativo "meridionale"?

    Mi puoi postare i passaggi incriminati?

    Mi sembra di aver affermato (e ti invito a smentirmi con riferimenti più onesti e precisi) che gli abruzzesi non sentono oggi nessun legame col defunto Reame borbonico (a torto o a ragione, non mi interessa indagare).

    Più chiaro di così...

  3. #23
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    [quote=Terzo;6356364]
    Sull'evidenza dello sviluppo del Reame delle due Sicilie ci sarebbe molto da dire (a meno che non siate ancora fermi al giocattolino della Napoli-Portici).

    Non ERA un giocattolino, lo testimoniano il numero elevato di viaggiatori che si recavano col cavallo ferrato da Napoli a Nocera, Torre, C/Mare.
    La SA_RC è un giocattolino (pericolosissimo) per FARE SOLDI in mano alle mafie e ai "politici" da anni e anni. E chissà per quanti anni ancora!

    Forse se si vedessero anche altri dati le cose apparirebbero sotto una luce diversa: ad esempio nel meridione avevamo un analfabetismo (dati del 1861) dell'85% contro il 42% dell'Italia nord-occidentale.
    Per favore favorisca i dati. A me risulta che qui avevamo le migliori Università d'Italia: Napoli, Palermo e Messina.

    Vorrei poi vedere i dati relativi alla mortalità infantile,
    Napoli nel 1858 aveva il più basso tasso di mortalità infantile d'Italia, nel 1958 il più alto.GRAZIE ITALIA !
    ps
    ma tu che ne sai se io sono cattrolico, ateo, musulmano o pagano?


    al tasso di libertà di stampa o di associazione (vabbè che siete catto-reazionari),
    Giacinto de Sivo (sai di chi sto parlando?) finì in galera per aver pubblicato un giornal borbonico. Hai mai sentito parlare dei coatti politici sotto il "re mitraglia"... bastava poco per finire al confino!

    alle infrastutture pubbliche,
    Tutto ciò che di buono è stato fatto al sud de Tronto o Ferdinando II o Mussolini o in tempi recenti, seppur tra 1000 ruberie!
    all'ammodernamento delle tecniche agricole (nel meridione si usava ancora l'aratro di legno quando al Nord erano decenni che si usava quello d'acciaio),
    FONTI !

    o di quelle industriali (notorio che l'industria meridionale era assistita dallo Stato mediante balzelli all'import e poco reattiva ad un mercato di libera concorrenza).
    Esattamente quello che fece il governo di Torino per far sviluppare il triangolo industraiale o per citare uno stato più IMPORTANTE il Giappone agli inizi del XX Secolo. E' cosa buona e giusta che lo stato favorisca le industrie in modo da creare lavoro per i suoi cittadini. Sai quante volte lo stato ha salvato la Fiat dal FALLIMENTO ?
    Cmq dopoa rrivo garialdeschi nemmeno si puà + parlare di un'industria meridionale, GRAZIE ITALIA!

    Al di là del discorso economico, vi è la realtà della gente che in Abruzzo, sicuramente, non si sente "borbonica" perchè ha fatto parte del glorioso Regno di Napoli, così come a Roma non ci si sente "papalini". Provate ad andare a Testaccio a raccontare le meraviglie dello Stato Pontificio (il più arretrato d'Europa) a qualche popolano e vediamo come vi risponde .
    Sono passati 150 anni e tante sono state le menzogne raccontate dai vincitori, oggi prese per oro colato.

    La Tradizione, l'identità, le radici non sono una prigione immutabile, ma un continuo divenire, un comune sentire (condiviso dal popolo e come tale accettato); altrimenti dovremmo sentirci tutti etiopi perchè la specie umana ha avuto origine nel corno d'Africa!
    Penso quindi, che dalle vostre cartine, si dovrebbe espungere quantomeno l'Abruzzo e la Sicilia (che si ribellava una volta l'anno al governo campano-centrico borbonico, e nella quale il trono dei gigli non è certo amato), per rappresentare meglio la vostra realtà e le vostre rivendicazioni.
    Il Reame ha fatto tanto per tutte le altre province non solo per Na e dintorni. In ca,abria c'erano gli stabilimenti di Mongiana e Ferdinandea, poi fatti fallire a vantaggio dell'Ansaldo di Ge. GRAZIE ITALIA.
    In Puglia il porto nuovo di Bari. Ovuqnue esistevano istituti che aiutavano i + poveri come Real Albergo dei Poveri a Na e Pa. Saccheggiati dai liberatori.
    I siciliani godevano dei privilegi (meno tasse, neinte naja) riseptto ai continentali. Ma evidentamente nn bastava. Cmq se c'è stato il 1849 ci sono stati anche il 1866 e il 1943-44


    Mi scuso se sono sembrato troppo polemico su alcuni punti, ma tanto avevo da dire.

    saluti a tutti

    Nn c'è nulla di cui debba scusarti. Benevenuto!

    ps
    Potete anche nn considerarvi figli del "Borbone", ma gli altri tali vi considerano:

    Scoperta la più grossa discarica di materiale tossico d'Europa a Pescara

    http://www.sisalvichipuo.it/

    Come vedi, avete i nsotri stessi problemi!

  4. #24
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    Del resto, mi è capitato di conoscere vomeresi che orgogliosamente dichiaravano di non avere niente a che fare con i napoletani...

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da Terzo Visualizza Messaggio
    Salve,
    leggo da diverso tempo POL, ma è la prima volta che scrivo (non me ne vogliate se non mi presento, magari rimedierò più avanti a questa mia mancanza).

    Devo premettere che sono d'accordo con il mio corregionario Alvise.
    Mi spiego meglio: io, abruzzese (anche se da tempo trasferito a Roma) non sento nessun legame affettivo col regno borbonico e così per la stragrande maggioranza degli abruzzesi.
    Sull'evidenza dello sviluppo del Reame delle due Sicilie ci sarebbe molto da dire (a meno che non siate ancora fermi al giocattolino della Napoli-Portici).
    Forse se si vedessero anche altri dati le cose apparirebbero sotto una luce diversa: ad esempio nel meridione avevamo un analfabetismo (dati del 1861) dell'85% contro il 42% dell'Italia nord-occidentale. Vorrei poi vedere i dati relativi alla mortalità infantile, al tasso di libertà di stampa o di associazione (vabbè che siete catto-reazionari), alle infrastutture pubbliche, all'ammodernamento delle tecniche agricole (nel meridione si usava ancora l'aratro di legno quando al Nord erano decenni che si usava quello d'acciaio), o di quelle industriali (notorio che l'industria meridionale era assistita dallo Stato mediante balzelli all'import e poco reattiva ad un mercato di libera concorrenza).

    Al di là del discorso economico, vi è la realtà della gente che in Abruzzo, sicuramente, non si sente "borbonica" perchè ha fatto parte del glorioso Regno di Napoli, così come a Roma non ci si sente "papalini". Provate ad andare a Testaccio a raccontare le meraviglie dello Stato Pontificio (il più arretrato d'Europa) a qualche popolano e vediamo come vi risponde .

    La Tradizione, l'identità, le radici non sono una prigione immutabile, ma un continuo divenire, un comune sentire (condiviso dal popolo e come tale accettato); altrimenti dovremmo sentirci tutti etiopi perchè la specie umana ha avuto origine nel corno d'Africa!
    Penso quindi, che dalle vostre cartine, si dovrebbe espungere quantomeno l'Abruzzo e la Sicilia (che si ribellava una volta l'anno al governo campano-centrico borbonico, e nella quale il trono dei gigli non è certo amato), per rappresentare meglio la vostra realtà e le vostre rivendicazioni.

    Mi scuso se sono sembrato troppo polemico su alcuni punti, ma tanto avevo da dire.

    saluti a tutti
    carissimo sei stato indottrinato dalla cultura ufficiale di stampo machiavellico dove tutto il vecchio andava distrutto e costruito con norme e regole nuove, chiedilo ai tuoi antenati che lasciarono la zappa per la scoppetta e divennero briganti (ora per favore non dirmi cazzate sul brigantaggio)e comabatterono per il re napulitano , e a tutti i pastori abruzzesi incarcerati e sterminati solo perche' vivevano su una montagna da soli e pagari per difendersi dall'anarchia sabauda si armavano .E poi neanche i napoletani si sentono borbonici , borbonico ha ormai un significato dispregiativo un po' ovunque , ma la frittata puo essere capovolta se si mostrano i veri dati che ormai non sono come quelli che affermi tu

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da o'brigante Visualizza Messaggio
    carissimo sei stato indottrinato dalla cultura ufficiale di stampo machiavellico dove tutto il vecchio andava distrutto e costruito con norme e regole nuove, chiedilo ai tuoi antenati che lasciarono la zappa per la scoppetta e divennero briganti (ora per favore non dirmi cazzate sul brigantaggio)e comabatterono per il re napulitano , e a tutti i pastori abruzzesi incarcerati e sterminati solo perche' vivevano su una montagna da soli e pagari per difendersi dall'anarchia sabauda si armavano .E poi neanche i napoletani si sentono borbonici , borbonico ha ormai un significato dispregiativo un po' ovunque , ma la frittata puo essere capovolta se si mostrano i veri dati che ormai non sono come quelli che affermi tu
    Sull’evidenza che tutti briganti combattessero “per il re napulitano”, permettimi di dubitare.
    Comunque non c'è dubbio che l'Italia per molti nel XIX secolo rappresentava un' utopia di libertà e rinnovamento e il tradimento di certi ideali di giustizia sociale, ha sicuramente spinto tanti giovani (e non) verso quella scelta (pensa a Carmine Crocco, che combatté con Garibaldi e fu poi capo brigante).
    Per quanto riguarda i dati, caro amico, vorrei dirti che un conto sono i fatti, un altro l’interpretazione dei fatti.
    Non posseggo verità rivelate, e non ho nemmeno interesse a far passare il Reame borbonico come un regno barbarico rispetto al civile Nord.
    So benissimo che questa è una falsità storica e la stessa Napoli possedeva il rango di capitale europea (ricordo che la prima cattedra in Economia Politica europea è proprio a Napoli).
    Tuttavia non vorrei che per sfatare un mito (nel senso deleterio di favola, invenzione) se ne creasse un altro, dove il Regno delle Due Sicilie diventa una sorta di Paradiso terrestre, placido porto ove rifugiarsi per sfuggire allo squallore della politica odierna.
    Contro questa fuga passatista e impolitica mi scaglio.

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Vanvitelli Visualizza Messaggio
    Del resto, mi è capitato di conoscere vomeresi che orgogliosamente dichiaravano di non avere niente a che fare con i napoletani...

    Propongo un campo di rieducazione coatta per siffatto affronto.
    Marce forzate rievocando Messina e Gaeta e letture obbligatorie dell’Alfiere.


    Quando saranno pronti si potrà attaccare la riottosa provincia dell’Abruzzo (pardon, Abruzzi) per il ripristino dello spazio vitale duosiciliano.

  8. #28
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    Non ERA un giocattolino, lo testimoniano il numero elevato di viaggiatori che si recavano col cavallo ferrato da Napoli a Nocera, Torre, C/Mare.
    La SA_RC è un giocattolino (pericolosissimo) per FARE SOLDI in mano alle mafie e ai "politici" da anni e anni. E chissà per quanti anni ancora!
    Si trattava solo di una specie di giocattolo, lungo circa 20 km, realizzato per portare i Borbone da Napoli alla loro reggia lì vicino. Inoltre per quanto ricordo e' stata costruita con materiali, tecnologia e progetto straniero (la locomotiva era inglese e il progetto francese, se non sbaglio) e dunque nemmeno è servita da input tecnologico.
    Al confronto, il Piemonte di Cavour e' partito diversi anni più tardi, ma già nel 1860 aveva oltre 3 volte più chilometraggio ferroviario di tutto il resto d'Italia. E quelle non erano giocattoli (non servivano da passatempo per nobili annoiati), erano ferrovie per i passeggeri e soprattutto per i commerci e le ferrovie marcano in tutti i paesi la transizione all'industria.

    Per quanto riguarda la SA-RC, condivido il tuo pensiero, ma cosa c’entra con la questione?
    Il problema della corruzione e della mediocrità della classe politica è serio e reale, ma non si risolve certo in una fuga passatista verso un mondo bucolico ed incorrotto (o meglio, presunto tale).
    Si risolve affrontando i problemi attuali con soluzioni attuali.
    La soluzione qualunquista (molto piccolo borghese, mi sia consentito) del “si stava meglio quando si stava peggio” non rientra nelle mie opzioni politiche, la ritengo improduttiva e semplicistica.

    Per favore favorisca i dati. A me risulta che qui avevamo le migliori Università d'Italia: Napoli, Palermo e Messina.

    Vorrei poi vedere i dati relativi alla mortalità infantile,
    Napoli nel 1858 aveva il più basso tasso di mortalità infantile d'Italia, nel 1958 il più alto.GRAZIE ITALIA !


    alle infrastutture pubbliche,
    Tutto ciò che di buono è stato fatto al sud de Tronto o Ferdinando II o Mussolini o in tempi recenti, seppur tra 1000 ruberie!
    In merito cito Vera Zamagni "Dalla periferia al centro" la seconda rinascita economica dell'Italia 1861/1990:

    “ la rete viaria meridionale era poverissima, solo 99 erano i km di ferrovia messi in esercizio prima dell'unificazione, la struttura bancaria dello Stato era assai primitiva alla vigilia dell'unificazione la zona di Na-Sa risultava dotata di fabbriche tessili e metalmeccaniche, anche se la loro importanza non va sopravvalutata: i fusi meccanici di cotone installati erano in totale meno di quelli della sola Lombardia, i telai di lana, in gran parte a mano, erano la metà di quelli esistenti in Piemonte-Liguria e gli occupati delle grandi imprese metalmeccaniche 1/3 di quelli stimati in Piemonte-Liguria. [...] colpisce [...] la loro quasi totale dipendenza dal trapianto di imprenditori stranieri [...] ben rari furono gli imprenditori di origine locale [...] si ha veramente l'impressione che queste attività manifatturiere unico mercato spesso o principale lo stato borbonico qualcosa di estraneo alla compagine economica locale [...] così come le ferrovie, costruite e finanziate interamente dai francesi [...] i ricchi trafficanti del meridione preferivano commercio, trasporto derrate alimentari, appalti pubblici [...] Tutti gli indicatori raccolti concordano nel segnalare come
    già ben radicati prima dell'unificazione profondi divari regionali che caratterizzeranno la storia economica dell'Italia, con tre regioni Piemonte- Liguria- Lombardia in testa e Regno delle Due Sicilie e Sardegna in coda. [...] fortissimo divario si tassi di alfabetismo e scolarità.”
    .

    Anche secondo Carlo M. Cipolla, storico economico di fama internazionale (forse il maggiore in Italia caposcuola della Storia economica), il meridione era molto più povero del nord al momento dell'unificazione (PIL pro-capite).


    ps
    ma tu che ne sai se io sono cattrolico, ateo, musulmano o pagano?
    [IMG]file:///C:/DOCUME%7E1/Luca/IMPOST%7E1/Temp/msohtml1/01/clip_image001.gif[/IMG]
    Da quello che leggo, le tue critiche al processo risorgimentale e al concetto di Italia, mi sembrano le stesse della vecchia propaganda gesuitica e catto-reazionaria.
    Se non è così e tu ritieni limitativa e offensiva l’etichetta che t’ho affibbiato, allora mi scuso.
    Ma allora perché usare il trito e ritrito armamentario dialettico “complottista”, di matrice reazionaria?

    al tasso di libertà di stampa o di associazione (vabbè che siete catto-reazionari),
    Giacinto de Sivo (sai di chi sto parlando?) finì in galera per aver pubblicato un giornal borbonico. Hai mai sentito parlare dei coatti politici sotto il "re mitraglia"... bastava poco per finire al confino!
    La verità è che il Regno di Napoli era ai margini del discorso politico e sociale che investiva il resto d’Italia e d’Europa.
    Questo fu uno dei motivi per il quale gli stessi ufficiali borbonici (spesso educati all’estero e a certe idee nuove), non si sentivano particolarmente fedeli verso la Real casa, da loro stessi percepita come antiquata e sorda alle nuove istanze sociali.
    Parafrasando le parole di un vecchio avvocato napoletano (non ricordo la citazione esatta, sorry) “mentre al Nord si corre, a Napoli si passeggia”.

    Almeno in Piemonte si aveva lo Statuto Albertino.



    o di quelle industriali (notorio che l'industria meridionale era assistita dallo Stato mediante balzelli all'import e poco reattiva ad un mercato di libera concorrenza).
    Esattamente quello che fece il governo di Torino per far sviluppare il triangolo industraiale o per citare uno stato più IMPORTANTE il Giappone agli inizi del XX Secolo. E' cosa buona e giusta che lo stato favorisca le industrie in modo da creare lavoro per i suoi cittadini. Sai quante volte lo stato ha salvato la Fiat dal FALLIMENTO ?
    Cmq dopoa rrivo garialdeschi nemmeno si puà + parlare di un'industria meridionale, GRAZIE ITALIA!
    Non voglio entrare nel merito della lecità e dell’opportunità di misure economiche protezionistiche (ho scritto che sono vicino alla sinistra garibaldina che tali misure – in parte – le reintrodusse) per il sostegno industriale.
    C’è del vero quando sostieni che spesso gli stati le hanno usate per sorreggere la propria industria nascente (salvo poi invocarne l’abolizione quando entravano in mercati esteri concorrenti: insomma protezionisti in patria e liberisti all’estero ).
    Tuttavia è innegabile che le industre meridionali non fossero affatto all’altezza di quelle nord-europee ed erano incentrate su prodotti di lusso per un mercato ridottissimo.
    La perdita della corte borbonica e l’introduzione di un sistema di libera concorrenza (per quanto criticabile sia), ha affossato questo sistema economico, che comunque era poco competitivo e sostanzialmente arretrato in molti aspetti: mancanza di efficienza produttiva, lontananza dai ricchi mercati del NordEuropa, mancanza di una vera alternativa alla committenza pubblica e statale, inadeguatezza delle infrastrutture e del sistema bancario (insomma, problemi – purtroppo -ancora attuali).

    Il Reame ha fatto tanto per tutte le altre province non solo per Na e dintorni. In ca,abria c'erano gli stabilimenti di Mongiana e Ferdinandea, poi fatti fallire a vantaggio dell'Ansaldo di Ge. GRAZIE ITALIA.
    In Puglia il porto nuovo di Bari. Ovuqnue esistevano istituti che aiutavano i + poveri come Real Albergo dei Poveri a Na e Pa. Saccheggiati dai liberatori.
    I siciliani godevano dei privilegi (meno tasse, neinte naja) riseptto ai continentali. Ma evidentamente nn bastava. Cmq se c'è stato il 1849 ci sono stati anche il 1866 e il 1943-44
    Che il Reame abbia fatto per i propri popoli, non lo metto in dubbio.
    Tuttavia, se un certo malcontento era così diffuso (guarda che le rivolte anti-borboniche non le fecero solo in Sicilia, pensa a quella del Cilento 1828 repressa nel sangue), qualche motivo dovrà pur esserci.
    Avere la borghesia illuminata praticamente tutta contro, non è esempio di governo intelligente.
    Vanno poi ricordati i tradimenti dei Borbone verso le costituzioni promesse e giurate (e spergiurate).
    Forse il più grande limite di Ferdinando II fu proprio il non aver saputo cogliere per tempo certi “segnali”, racchiuso in un mondo che non poteva più esistere.
    Nn c'è nulla di cui debba scusarti. Benevenuto!

    ps
    Potete anche nn considerarvi figli del "Borbone", ma gli altri tali vi considerano:

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    Come vedi, avete i nsotri stessi problemi!
    Qui concordo con te.
    Il malgoverno e una politica indegna non sono certo prerogative del meridione (ma nemmeno della sola Italia).
    Permettimi anche di sgomberare il campo da un equivoco: l’evidenza che gli abruzzesi non sentano particolari affinità verso un campano (piuttosto che verso un laziale o un toscano) non nasce da un malcelato razzismo verso un’appartenenza percepita come inferiore.
    L’identità e l’amor di Patria non si possono imporre per decreto; si è quel che si percepisce come affine al proprio spirito e alla propria sensibilità di persona inserita in una comunità.
    Se una identità è sentita come “altro da se”, allora di questo ne va preso atto e tratte le opportune conseguenze…

  9. #29
    Gaeta resiste ancora!
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    Predefinito

    Potremmo parlare ore e ore del passato. Ma la verità nuda e cruda è che noi abbiamo perso con l'inganno e il tradimento una guerra decisiva nel 1860-61. In quella tragica circostanza il Piemonte, autonominatosi Regno d'Italia, ebbe la sua colonia. Ovvero l'antico Regno delle Due Sicilie. E ci furono gli ascari, dei giuda che vendettero e si vendono il loro popolo per 30 denari, ieri come oggi. Altrimenti non si capirebbe come mai in 100 e pù anni siamo sempre in balia dei soliti problemi. O devo ritenere che avesse ragione Lombroso, siamo una razza inferiore, portata geneticamente a deliqnuere? Tu forse no, sei abruzzese, cmq ti devi far misurare il craino per conferma!
    In realtà noi NON abbiamo lo stato, e lo stato in economia è il primo imprenditore. Lo stato italiano dal 1860 ha solo e soltanto gli interessi di un determinato territorio.
    Si veda il destino di Pietarsa, Mongiana, Ferdinandea, laddove vennero costruite le prime locomotive e la prime strade ferrate, NON ALL'ESTERO!; si pensi ai gloriosissimi cantieri navali di C/Mare declassati per far sorgere i cantieri di La Spezia. La città ligure non era che un villaggio rispetto alla città stabiese sino a 150 anni fa. Oggi chissà nqt stabiesi hanno elemosianto un tozzo di pane da quelle parti.
    Dobbiamo ricostruire un nsotro stato, altrimenti tra 150 anni staranno a dire le stesse cose. E mi sia consentito, ormai non ha alcun senso politco parlare dei Borbone, perchè non è credibile dare la colpa oro dei nostri guai, questi super uomoni, i liberali ci governano da 150 anni. Embè e addò stà, io vedo solo munezza materiale e morale.
    Le priorità sono ricotruzione memoria storica, cpropedeutica alal creazine classe dirigente che non si venda per 30 denari e poi creazione di infrastutture degne di tale definizione, lotta alle mafie.

  10. #30
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    Predefinito Ferrovie: Smontiamo L'opinione Dell'arretratezza

    Spesso mi è capitato di rispondere a chi, riproponendo un pezzo di storiografia risorgimentale, critica lo sviluppo ferroviario del Sud.

    Premetto: la volpe(NORD) che non arriva all'uva(SUD), dice che è acerba.

    La prima ferrovia d'europa fu costruita in Inghilterra, la seconda qualche anno dopo a Napoli....

    Sarà per questo che la tecnologia ferroviara era inglese? e che tutti gli stati europei si dotarono all'inizio di locomotive e macchinisti inglesi?

    Dunque la vera domanda a cui dobbiamo rispondere è: Le Due Sicilie fecero lo sforzo di affrancarsi dalla tecnologia inglese, ci riuscirono?la risposta è si!
    (vedi le prove: http://books.google.it/books?id=51Yv...#PRA1-PA295,M1 )

    Altri poi dicono che dopo qualche anno(parecchi anni) al nord c'erano più ferrovie del Sud, dimenticando però che a quel tempo i modi più veloci per trasportare merci e persone era e fu via nave per molto tempo.
    La Lombardia ed il Piemonte non avendo il mare, dovettero necessariamente sviluppare una vasta rete ferroviaria, altrimenti erano ancora a spostarsi sui muli.Nord e Sud sono diversi e necessitano di una politica economica diversa.
    In ogni caso Ferdinando II aveva capito che per il trasporto interno il futuro era la ferrovia e per questo fece in ogni caso progettare la copertura dell'intero territorio(ma nel frattempo era avvenuta l'unità)

    Altri ancora dicono che la Napoli-Portici era un giocattolino di Ferdinando II, chi lo dice forse si aspettava che la prima ferrovia d'Italia e la seconda d'europa, doveva collegare due sperduti paesi di montagna, abitati da pecorai...ma per favore.
    In ogni caso non fu il solo, infatti anche l'imperatore d'austria volle che la prima ferrovia del lombardo-veneto fosse la Milano-Monza(a Monza c'è la villa reale)
    Ma anche il Savoja volle subito collegare Torino con la sua residenza di Moncalieri.

    Scommetto che lo fecero perchè erano invidiosi del Borbone.


 

 
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