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  1. #91
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    Citazione Originariamente Scritto da Aurora86 Visualizza Messaggio
    Conti tarocchi ma come ti è venuta Chi lo ha detto



    A me l'ha detto FINI...


    "In primo luogo ha negato che la tabella contestata, quella che metteva in evidenza l'evaporazione di due miliardi di euro dai conti pubblici e che ha fatto scatenare le ire di An, fosse la sua. "Non l'ho fatta io ha rimarcato più di una volta l'ho già detto e lo ripeto. Anzi, posso ammettere anche io che in quella tabella mancano dei soldi. Ma sono solo due miliardi".
    http://www.repubblica.it/2004/g/sezi...o/agiulio.html

  2. #92
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    Citazione Originariamente Scritto da ItaloConservatore Visualizza Messaggio
    cosa vuoi dire, che i tuoi eletti hanno il terrore di fare dichiarazioni e quindi... non parlano?
    ma se voi stessi dite che ne sparano 20 al giorno, una rigorosamente diversa dall'altra...
    Ragazzi! ...
    Ma qui siamo davvero a livelli patologici da "deficenza" di comprensione della lingua italiana.
    Ma dove l'hai letto che "non parlano"?
    E' scritto a CHIARISSIME lettere che hanno "terrore" per la sistematica mistificazione di quello CHE DICONO!!!


  3. #93
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    Citazione Originariamente Scritto da yurj Visualizza Messaggio
    non mi risulta.
    Che vuoi farci?
    E' un mondo diffizzile ...

  4. #94
    Edge of a straight razor.
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    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles Visualizza Messaggio
    Quella del Maelstrom (o "corrente di Mosken"; del mio amatissimo E. A. Poe) è azzeccatissima: bravo; rende l'idea.

    Per il "grassetto"; (sarò "fissato", ma) continuo a ripetere che il "gap" comunicativo è causato dal TERRORE che tutti hanno per la sistematica (ed automatica) mistificazione che i media di massa fanno su qualsiasi dichiarazione.
    E' evidente: ed è un circolo vizioso.
    E continuerà ad esserlo finchè i media DI MASSA saranno in mano ed A DISPOSIZIONE dell'avversario politico.

    Aggiungo: BASTA con la (maledetta) "politica degli annunci".
    ...e basta anche allo spirito caritatevole, di non "infierire sul nemico"(ma futuro e possibile alleato/interlocutore??), ereditato dal baffino nazionale, ora di proprietà mastelliana(e non solo), riguardo al conflitto d'interessi.

    o si stà da una parte, o dall'altra....tutti pensano al "futuro", ma il problema è il presente.

  5. #95
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    Bene. Ero sicuro che Gianni Rinaldini segnasse una differenza. Ora spero che la strumentalizzazione che sta tentando la sinistra sedicente "radikale" non riesca.

  6. #96
    Aurora86
    Ospite

    Talking See... Fini...

    Citazione Originariamente Scritto da T34 Visualizza Messaggio
    A me l'ha detto FINI...


    "In primo luogo ha negato che la tabella contestata, quella che metteva in evidenza l'evaporazione di due miliardi di euro dai conti pubblici e che ha fatto scatenare le ire di An, fosse la sua. "Non l'ho fatta io ha rimarcato più di una volta l'ho già detto e lo ripeto. Anzi, posso ammettere anche io che in quella tabella mancano dei soldi. Ma sono solo due miliardi".
    http://www.repubblica.it/2004/g/sezi...o/agiulio.html
    See...Fini nel 2004 ,ma l'attuale ministro dell'economia lo ha smentito in toto:
    “A 10 mesi dal mio insediamento al ministero dell’economia non avrei mai immaginato di trovarmi in una condizione così positiva come quella in cui siamo adesso, e non ne rivendico al governo che qualche merito”. La ripresa, è sì parzialmente dovuta all’attività di questo governo, ma soprattutto è la conseguenza dell’aggancio dell’Italia ad una più ampia ripresa internazionale e anche dell’impostazione della Finanziaria ereditata dal precedente esecutivo di centrodestra.
    "Non immaginavo che i bilanci firmati dall'ex premier fossero tanto in ordine".
    “Ero pessimista e le mie previsioni si sono rivelate sbagliate: ora possiamo guardare al futuro con occhi diversi rispetto ai giorni del mio giuramento”. “L’economia è cresciuta , e quando l’economia cresce il merito è sempre delle imprese, non della politica economica.
    T.Padoa-Schioppa – Ministro dell’Economia – 17/03/2007 (AGI)


  7. #97
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    Citazione Originariamente Scritto da Aurora86 Visualizza Messaggio
    [B]
    "Non immaginavo che i bilanci firmati dall'ex premier fossero tanto in ordine".

    Non risulta da nessuna parte se non su un editoriale di Littorio Feltri sulla carta da culo di Libero.
    Quindi: non risulta da nessuna parte.

  8. #98
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    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles Visualizza Messaggio
    Non risulta da nessuna parte se non su un editoriale di Littorio Feltri sulla carta da culo di Libero.
    Quindi: non risulta da nessuna parte.
    O su "Candid camera"...

  9. #99
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    Da record!

    La forza lavoro più sindacalizzata del mondo ha il più b asso potere d'acquisto tra i paesi più industrializzati

    E c'è chi crede che la FIOM difenda i lavoratori

  10. #100
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    Predefinito La Fiom contro la politica dei sacrifici

    La Fiom contro la politica dei sacrifici

    di Alberto Burgio *

    su Aprile online del 11/09/2007

    La presa di posizione della Fiom apre un confronto drammatico, che attraversa in primo luogo la Cgil. Va scongiurato il rischio di fratture e lacerazioni che potrebbero rivelarsi non ricomponibili. Ma occorre anche che l'unità si coniughi alla difesa delle ragioni e dei diritti del lavoro, che in questi anni sono stati sistematicamente sacrificati sull'altare del "risanamento"

    Sarebbe difficile sopravvalutare la rilevanza di quanto è accaduto tra lunedì 10 e martedì 11 al Comitato centrale della Fiom, chiamato a pronunciarsi in merito all'accordo del 23 luglio sul Protocollo di intesa tra governo e sindacati su welfare e competitività. Il no netto all'accordo di luglio, pronunciato prima dal segretario generale della Fiom e sancito poi a stragrande maggioranza (oltre il 78%) dal voto finale dell'organismo dirigente non lascia adito ad equivoci. E schiera la Fiom alla testa del movimento di lotta contro la politica dei sacrifici (richiesti come sempre al lavoro dipendente) e la concezione iperflessibilista del mercato del lavoro professata dalle componenti moderate del governo Prodi.
    È un passaggio drammatico, che merita tutta la nostra attenzione e determinazione. E dal quale possono sortire conseguenze determinanti per il futuro del sindacato italiano.
    Cerchiamo di andare con ordine, partendo dal merito. La posizione assunta dalla Fiom boccia un accordo che anche Rifondazione comunista ha considerato negativo. Sia sul tema delle pensioni che sulla parte relativa al mercato del lavoro. Sulle pensioni la conferma dello scalone Maroni (solo diluito in tre anni) si è coniugata con misure pesanti nei confronti dei lavori usuranti (per i quali si prevede un meccanismo che non riduce, a regime, gli anni di contribuzione richiesti per il pensionamento) e persino peggiorative della controriforma varata dalla destra (si pensi allo sfondamento dei 60 anni, all'aumento del numero di anni di contribuzione, alla determinazione dei coefficienti in base a parametri esterni al conto previdenziale e all'apertura delle finestre anche per le pensioni di vecchiaia).
    Sul mercato del lavoro la disciplina ipotizzata sui contratti a termine (una delle forme contrattuali strategiche nel processo di precarizzazione del lavoro in Italia) non solo ne confermerebbe la condizione di reiterabilità ad infinitum ma, spostando l'accento dal controllo di merito sulle causali alla verifica formale della regolarità delle procedure, consegnerebbe i soggetti sindacali a una funzione neocorporativa di convalida preventiva dei contratti.

    Si aggiunge a questo l'ipotesi di riduzione della pressione fiscale sugli straordinari, intensamente voluta dalla Confindustria: una misura incompatibile non solo con l'asserita volontà di dispiegare maggiori tutele sulla sicurezza del lavoro, ma anche con una politica di estensione della base occupata.
    Sul piano del merito, insomma, la posizione assunta dalla Fiom appare del tutto condivisibile, e apre uno spiraglio in un contesto difficile e preoccupante.

    Ma, come talvolta avviene in politica, al merito specifico delle questioni si lega in questo caso una problematica ancor più complessa e di portata più generale. In questo caso ci pare che parlare di un tornante storico non sarebbe - una volta tanto - esagerato.
    E' evidente, infatti, che la differenziazione della Fiom sull'accordo di luglio rompe il fronte compatibilista che tendeva a costituirsi e che rischiava di imprigionare il sindacato, a cominciare dalla Cgil. Il progetto accarezzato dalla Confindustria e dai settori della maggioranza e del governo che fanno riferimento al Partito democratico è chiaro ed è stato del resto esplicitato. Il sindacato dovrebbe muoversi dentro il quadro delle compatibilità di volta in volta definito dalle politiche "di rigore e sviluppo" del governo. Dovrebbe assumere i vincoli materiali che hanno prodotto un gigantesco processo di precarizzazione e di impoverimento del lavoro dipendente, e dovrebbe subire come fatalità incontrastabile la progressiva riduzione delle tutele, delle garanzie, dell'autonomia contrattuale, dei livelli salariali. L'eventuale esito di questo processo - che ha origini lontane, legate alla stessa svolta dell'Eur e agli accordi del '92 e del ‘93 - è del tutto chiaro: sarebbe la fine del sindacato come vettore di conflitto e di rivendicazione. Sarebbe - secondo i presupposti taciti della filosofia della concertazione - la sua riduzione a soggetto istituzionale, sussunto entro l'edificio preposto al governo del lavoro.
    La presa di posizione della Fiom blocca questa deriva. Si oppone alle accelerazioni che le sono state imposte dal processo di formazione del Partito democratico. E segnala una indisponibilità del più importante sindacato di categoria della Cgil ad armonizzarsi a questa tendenza neocorporativa e alle sue implicazioni restaurative. Per questo eccede i pur rilevantissimi contenuti dello scontro.

    Ora si apre un confronto drammatico, che attraversa in primo luogo la Cgil. Guardiamo a questo passaggio con partecipazione e preoccupazione. L'unità della Cgil sta a cuore a tutta la sinistra del Paese ed è fondamentale in primo luogo per il mondo del lavoro. Va scongiurato il rischio di fratture e lacerazioni che potrebbero rivelarsi non ricomponibili.
    Ma occorre anche che l'unità si coniughi alla difesa delle ragioni e dei diritti del lavoro, che in questi anni sono stati sistematicamente sacrificati sull'altare del "risanamento". Precisamente questa è la richiesta che leggiamo nella posizione assunta dalla Fiom. È una richiesta che condividiamo e che ci induce a sostenere la battaglia aperta con coraggio dal Comitato centrale dei meccanici italiani. Come avvenne già nel lontano luglio del 2001, la Fiom apre con coraggio una stagione di lotta che deve vedere tutta la sinistra impegnata nella difesa del salario, del contratto nazionale, delle pensioni, dei diritti di quanti - a cominciare dai giovani, dalle donne e dai migranti - subiscono il peso maggiore della precarietà. Non va lasciata sola. La sua battaglia è la nostra, e la manifestazione del 20 ottobre sarà la prima, decisiva occasione per dimostrarlo.
    * deputato Prc-SE, Commissione lavoro

    da
    http://www.esserecomunisti.it/index....Articolo=18093
    Myrddin

 

 
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