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    Predefinito [Siria] Raid israeliano in Siria

    Cnn: raid israeliano in Siria Per distruggere carico di armi destinato ad Hezbollah (ANSA) - WASHINGTON, 11 SET - Incursione aerea israeliana in Siria la scorsa settimana per distruggere un carico d'armi destinato a Hezbollah: lo rivela la Cnn. La Siria aveva protestato per il raid aereo effettuato da Israele nel suo territorio, mai confermato ufficialmente da Tel Aviv. Secondo la Cnn l'attacco aereo effettuato da Israele "ha avuto successo". Il raid e' stato confermato anche da fonti militari americane a Washington: si sarebbe trattato di un episodio minore, teso dare un segnale a Damasco.
    A luta continua

  2. #2
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    ...continuano a muoversi nello scacchiere mediorientale per innescare la miccia...darebbero modo di intervenire agli statunitensi parcheggiati lì vicino, in Iraq...mmm...tenere d'occhio la questione è prioritario.

  3. #3
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    Le mie analisi che valgono per quello che sono mi stanno facendo pensare che ISraele e Stati Uniti si stiano preparando per una nuova offensiva contro il Libano ed Hezbollah. Pochi giorni fa è uscita la notizia che il Pentagono ha espresso "il timore per possibili nuovi attacchi di Hezbollah". Stanno secondo me preparandosi il terreno per un nuovo casus belli.

    A luta continua

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Le mie analisi che valgono per quello che sono mi stanno facendo pensare che ISraele e Stati Uniti si stiano preparando per una nuova offensiva contro il Libano ed Hezbollah. Pochi giorni fa è uscita la notizia che il Pentagono ha espresso "il timore per possibili nuovi attacchi di Hezbollah". Stanno secondo me preparandosi il terreno per un nuovo casus belli.

    A luta continua
    Seguo la questione da vicino. Se non è il Libano è l'Iran. Confronta la situazione con la strategia in Iraq (exit strategy)... Hanno piantato lì le basi... Destabilizzano la Siria, pagano profumatamente i governi filo-occidentali, cercano di controllare il Nord dell'Iraq e poi... Qualcuno devono pur attaccare, no?

  5. #5
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    io non penso che attaccheranno l'Iran, a meno che davvero gli sciiti iracheni
    da Sistani ad al-Maliki non siano d'accordo..possibile?! ne dubito, altrimenti
    non vedo come possano attaccare l'Iran, gli salterebbe tutto in Iraq e in
    Afghanistan e si formerebbe un intera dorsale di guerra di guerriglia anti-statunitense,
    gli americani sono impazziti? Io resto dell'idea che al massimo:

    a) l'entità sionista riaggredirà il Libano;

    b) gli Stati Uniti tenteranno di rovesciare Assad e il regime degli Ayatollah con
    rivoluzioni stile "arancione" e roba del genere;

    c) l'entità sionista attaccherà le centrali nucleari iraniane come fece con Osiraq
    nell'81;

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da marcuse Visualizza Messaggio
    io non penso che attaccheranno l'Iran, a meno che davvero gli sciiti iracheni
    da Sistani ad al-Maliki non siano d'accordo..possibile?! ne dubito, altrimenti
    non vedo come possano attaccare l'Iran, gli salterebbe tutto in Iraq e in
    Afghanistan e si formerebbe un intera dorsale di guerra di guerriglia anti-statunitense,
    gli americani sono impazziti? Io resto dell'idea che al massimo:

    a) l'entità sionista riaggredirà il Libano;

    b) gli Stati Uniti tenteranno di rovesciare Assad e il regime degli Ayatollah con
    rivoluzioni stile "arancione" e roba del genere;

    c) l'entità sionista attaccherà le centrali nucleari iraniane come fece con Osiraq
    nell'81;

    Io in effetti sono scettico su un attacco all'Iran anche perchè nel sottobosco della diplomazia reale (quella fatta di do ut des e di aumma aumma capisc'a mme) da diverso tempo Stati Uniti e Iran stanno "chiacchierando" soprattutto sulla questione irachena.
    Invece sono convinto che l'attacco prossimo sarà di nuovo nel Sud del Libano con obbiettivo Hezbollah e collegato poi a questo chiaramente la Siria. Lo sappiamo tutti che il Libano per la sua stessa storia politica e storia e basta è strettamente collegato alla Siria.

    A luta continua

  7. #7
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    Siria/Israele: come Tsahal ha provato il nuovo sistema terra-aria russo Pantsyr (fonte geostrategie, Trad. di G.P.)


    Nella notte dal 5 al 6 settembre scorso, sei apparecchi della forza aerea israeliana hanno avuto il compito di provare la reattività del nuovo sistema russo Pantsyr-S1E (SUO-22 Greyhound in codice NATO), al Nord della Siria vicino alla frontiera turca, con due incursioni: su Latakieh (Latakia, porto strategico sul Mediterraneo, fortemente difeso), e alla frontiera turco-siriana a Tal al-Abiad, circa 160 km al Nord della città di Rakka. I servizi militari israeliani sapevano che alla metà agosto, dieci sistemi di missili terra-aria Pantsyr montati su autocarri 8x8 KAMAZ-6560 erano stati consegnati a Damasco da Mosca, cosa che preavverte su una consegna più importante di altri quaranta entro la fine dell'anno, per formare così una dozzina di batterie. Occorreva dunque, per i servizi militari (AMAN o Agaf ha-Modi'in), sapere se queste prime batterie erano operative o no. Compito degli aviatori (Heyl Ha Avir) era quello di precisarlo, nel momento in cui i gruppi tecnici di queste batterie sono ancora in fase d’inquadramento da parte di istruttori russi. Sul principio del rischio calcolato, così caro agli stati maggiori israeliani, sei apparecchi di tipo F-16i Sufa, che appartengono alla 107e squadriglia di Ramon, hanno dunque avuto il compito di provare di notte la reattività e l'efficienza di questi sistemi di difesa che mai sono stati fino ad allora utilizzati su un teatro di operazioni *.

    Obiettivo: Latakia

    In volo sul Mediterraneo, poca prima della mezzanotte, due F-16i sono stati individuati dai radar di lunga portata P-35M (Barlock-B, 320 km di portata) e dalle batterie S-200 (SUA-5 Gammon) siriane prima di essere preso in consegna da un radar P-15M (2) Squat Eye ** da una batteria di S-125M1 Pechora-2A (SUO-3 Goa rivalorizzati) che protegge il porto di Latakieh. Il Pechora-2 dispone di un sistema optronico con macchina fotografica TV e macchina fotografica IR che consente tiri di giorno come di notte in ambiente di guerra elettronica. Il Pechora-2 è capace di abbattere un caccia F-16 a 30 km di distanza e anche grandi apparecchi a 35 km. In tale settore, la Russia starebbe ricostruendo una base a Tartus e forse un'altra a Laodicia. Tartus che era già un porto d'immatricolazione per la flotta sovietica potrebbe diventare una base permanente russa, perciò dei lavori che favoriscano l’attracco di navi ad elevato tonnellaggio sarebbe in corso da molti mesi. La volontà di Mosca di ristabilire una presenza permanente della sua marina nel Mediterraneo ha suscitato vive preoccupazioni in Israele. Secondo alcune fonti israeliane, le navi russe sarebbero certamente di stanza nei porti siriani. Ma Israele teme che i Russi vi installino anche stazioni potenti di informazioni elettroniche e delle navi colletrici di informazioni che poi potrebbero essere trasmesse a paesi come la Siria e l'Iran. Inoltre, la Russia protegerebbe certamente le sue basi navali in Siria con importanti mezzi antiaerei (SS-300PMU) capaci di coprire una buona parte della Siria e dunque minacciare i caccia israeliani, rimettendo in discussione la superiorità aerea dell'esercito israeliano. Nell'estate 2006, voci riprese dalla stampa russa hanno sostenuto che la Russia avrebbe iniziato lavori di dragaggio nel porto siriano di Tartus e di costruzione di una banchina in quello di Latakia. Esperti russi ritengono tuttavia, che i timori degli Israeliani siano prematuri poiché Mosca non ha i mezzi per stabilirsi durevolmente nel Mediterraneo con tutto uno squadrone di navi, così come durante la guerra fredda. Mosca è innanzitutto limitata dalle sue finanze ma anche dal debole numero di navi disponibili per uno spiegamento nel Mediterraneo. La flotta del Mar Nero comprende infatti un numero ristretto di navi mentre le flotte del Nord e del Pacifico sono troppo lontane per contribuire attivamente ad uno spiegamento navale nel Mediterraneo. Solo la flotta del Baltico potrebbe eventualmente parteciparvi.

    Tiro di missili terra-aria

    Questo primo tentativo d'incursione è stato immediatamente abbandonato dagli apparecchi di Tsahal. Alcune ore più tardi, poco prima dell'alba, quattro apparecchi israeliani di tipo F-16i e/o F-15i sono stati individuati dai radar siriani al livello della frontiera Del nord, nello spazio aereo turco. Hanno allora tentato di penetrare in Siria ma sono stati immediatamente attaccati da una batteria di terra-aria siriani. Questi hanno aperto immediatamente il fuoco su uno degli apparecchi obbligandolo ad utilizzare le sue esche termiche, quindi a liberare i suoi contenitori di cherosene per iniziare la manovra di precisione finalizzata ad evitare il missile. Contrariamente a ciò che affermano alcune fonti Internet come DEBKA archivi (vicino a Tsahal), nulla prova che sia stata una batteria Pantsyr che abbia attaccato gli aerei israeliani. Immediatamente dato l'allarme, i sei MiG-29SMT della base aerea di Hamah sono decollati per intercettare gli intrusi. Quest'ultimi, dopo la risposta terra-aria, hanno immediatamente sganciato il loro carico per rifugiarsi nello spazio aereo turco. Secondo alcune fonti turche (TV satelliti turche), un serbatoio di combustibile proveniente da un aeromobile siriano (o israeliano) sarebbe stato scoperto in una zona rurale turca (Gindiralik al Sud di Antiochia), vicino alla frontiera con la Siria, cosa che lascerebbe supporre che ci sarebbe stata battaglia aerea tra gli apparecchi di Tsahal e quelli dell'esercito arabo siriano. In occasione delle due incursioni, gli apparecchi israeliani sono prudentemente restati al limite di tiro della difesa terra-aria siriana, cercando di provare la reattività di quest'ultima piuttosto che le sue capacità letali. Si nota che l'utilizzo tattico dello spazio aereo turco da parte di Tsahal presagisce un periodo per lo meno instabile nella regione, soprattutto quando si sa che le manovre congiunte di soldati tra Tel-Aviv ed Ankara (membro della NATO) si sono intensificate ultimamente. Aggiungiamo che i risultati di questa missione saranno molto rapidamente comunicati ai soldati americani affinché questi ultimi possano fare buon uso in caso di eventuale attacco contro l'Iran, anche Teheran dispone di materiali russi terra-aria moderni o rivalorizzati.

    * Nella primavera del 1999, all'Ovest del Kosovo, la Serbia disponeva almeno di una batteria di 2S6M-1 Tunguska operativa, e servita da mercenari delle ex-URSS, dotata di armamenti abbastanza simili al Pantsyr e che sono stati utilizzati con un successo relativo contro le formazioni di apparecchi d'attacco al suolo A/OA-10 Warthog.
    ** Il 10 settembre 2006, su richiesta dell’Interpol e di Israele, il cargo Grigorio 1 (battente bandiera panamense) di provenienza dalla Corea del Nord è stato intercettato da Cipro mentre si preparava a consegnare a Latakia un carico di 18 radar P-15 rivalorizzati, montati su autocarri 6x6.

    http://ripensaremarx.splinder.com/

  8. #8
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    LO STRANO CASO DELL'ATTACCO ISRAELIANO ALLA SIRIA
    Mercoledì, 19 Settembre 2007 - 130 -
    di Elle Emme

    Nella notte di mercoledì 5 settembre, una flotta di almeno otto caccia
    israeliani ha attaccato un misterioso obiettivo militare nella Siria
    settentrionale, vicino al confine con la Turchia, con il rischio di
    far deflagrare la tanto discussa guerra con la Siria. Il motivo del
    raid e il suo esito sono del tutto oscuri: il governo israeliano
    mantiene un totale riserbo, mentre la Siria ha inoltrato una protesta
    ufficiale all'ONU, fornendo nei giorni successivi versioni
    contraddittorie dell'accaduto. I media occidentali cercano di
    risolvere il giallo, sparando tutti gli scoop possibili sulla natura
    dell'obiettivo: prima un carico di armi per Hizbullah, poi un sistema
    missilistico russo, poi un cargo di materiale nucleare dalla Corea del
    Nord, infine un'installazione nucleare militare fornita assistita
    dalla Corea, versione quest'ultima sostenuta dalla Casa Bianca. Per
    riproporre forse il ben riuscito trucco delle armi di distruzione di
    massa. L'ambasciatore siriano all'ONU si sgola per attirare
    l'attenzione, ma i Paesi arabi sunniti fanno orecchie da mercante,
    sempre più schierati contro l'asse Iran-Siria. E la Rice compare a
    sorpresa in Israele, per ringraziare gli israeliani della missione,
    forse in previsione dell'attacco americano all'Iran.

    L'ultimo episodio di tensione tra Tel Aviv e Damasco risale ad oltre
    un anno fa, quando all'indomani della guerra in Libano, i caccia con
    la stella di David sorvolano a bassissima quota il palazzo
    presidenziale di Assad: un cenno di Olmert e Damasco avrebbe fatto la
    fine di Beirut, questo il messaggio, e per la Siria era meglio tenersi
    fuori dalla guerra in Libano; consiglio peraltro seguito. Nell'ultimo
    anno, Olmert e Assad, come due attori d'avanspettacolo, hanno
    inscenato un botta e risposta di proposte di dialogo, disponibilità
    alla trattativa, generose concessioni, per la firma di un accordo tra
    i due Paesi ancora formalmente in guerra.

    Ammassando nel frattempo truppe e mezzi attorno alle alture del Golan,
    occupate da Israele nel '67. La recente escalation del tutto
    inaspettata ha completamente cambiato il quadro, nonostante Olmert,
    con una insopportabile faccia tosta, abbia ribadito ancora una volta
    questa settimana il suo invito ad Assad di sedersi attorno a un tavolo
    e discutere, di cosa non è chiaro.

    L'unica cosa certa è che un attacco israeliano c'è stato ed ha
    centrato il suo obiettivo. Il governo israeliano e l'esercito si sono
    chiusi in un no comment a tutti i livelli. Alle domande dei
    giornalisti, Olmert ha ostentato un sorriso compiaciuto ma non ha
    fornito spiegazioni. I media, completamente allineati ai diktat
    militari, non hanno nemmeno cercato di indagare sull'accaduto.
    Quest'ultimo fatto è tanto più preoccupante, in quanto quest'azione
    avrebbe potuto provocare un'escalation militare dagli esiti totalmente
    imprevedibili: l'opinione pubblica israeliana si dimostra ancora una
    volta completamente apatica e passiva.

    La reazione siriana invece è stata sorprendente: all'inizio guardingo,
    il Ministro degli Esteri denuncia la violazione dello spazio aereo
    siriano, minimizzando l'incidente e affermando che la contraerea aveva
    messo in fuga i caccia nemici; in un secondo momento, annuncia di aver
    subito un bombardamento, che tuttavia non ha centrato alcun obiettivo,
    lasciando soltanto "un grosso buco nel deserto."

    La strategia iniziale della Siria è di cercare la solidarietà formale
    dei Paesi arabi, senza creare un casus belli, né entrare troppo nei
    particolari. Le uniche denunce dell'attacco tuttavia giungono da Iran
    e Corea del Nord. L'irritazione di Damasco cresce nei giorni
    successivi, quando la solidarietà araba tarda a presentarsi, allora
    Assad annuncia di meditare sul tipo di risposta adeguata all'attacco,
    che "potrebbe anche essere militare", salvo poi smentire
    successivamente qualsiasi rappresaglia.

    I network occidentali si lanciano all'assalto della notizia e ognuno
    ne propone una spiegazione diversa. Sicuramente non si è trattato di
    armi per Hizbullah, come suggerito in un primo tempo dal New York
    Times: Israele non si sarebbe mai spinto così a nord, chiedendo aiuto
    alla Turchia, per così poco. Il ruolo della Turchia peraltro è
    interessante e conferma l'importanza strategica dell'attacco: il
    governo turco di Erdogan ha protestato ufficialmente con Tel Aviv,
    mentre l'esercito turco ha dichiarato di aver collaborato attivamente
    con l'IAF, mantenendo il proprio governo all'oscuro di tutto, creando
    l'ennesima crisi istituzionale. L'ipotesi del sistema missilistico
    russo, suggerita da Al Arabica, è più plausibile: nel nord della Siria
    infatti, poco distante dalla zona del raid, è in costruzione
    un'importante base militare armata dalla Russia, che in questo modo si
    spinge in una zona strategica, a ridosso della Turchia, da dove
    controllare i movimenti della NATO.

    Ma la notizia col botto arriva una settimana dopo l'accaduto: il
    Washington Post, citando fonti della Casa Bianca, annuncia che il raid
    israeliano avrebbe colpito e distrutto un cargo sospetto proveniente
    dalla Corea del Nord; secondo la CNN e la Fox News, che citano le
    stesse fonti, l'obiettivo sarebbe stato invece un'installazione
    nucleare segreta, costruita con l'aiuto della Corea del Nord, in cui
    si estrarrebbe uranio da fosfati. In pochi giorni, tutti i media
    occidentali adottano la versione "nucleare coreana", sostanzialmente
    basandosi su numerose dichiarazioni di ufficiali americani, tra cui
    l'ex ambasciatore americano all'ONU John Bolton, uno dei falchi
    dell'amministrazione Bush.

    Tuttavia, anche questa spiegazione non sembra essere conclusiva. Se i
    caccia israeliani avessero davvero distrutto un'installazione
    nucleare, sarebbe allora del tutto incomprensibile il silenzio del
    governo Olmert, che al contrario avrebbe tutti i motivi diplomatici e
    interni per sbandierare il successo, proprio come accaduto con il raid
    in Iraq, che nel 1981 distrusse il reattore nucleare di Osirak. La
    Siria, al contrario, ha un disperato bisogno di mettere fine
    all'ostilità americana: l'ultima cosa di cui ha bisogno è un embargo,
    inevitabile nel caso di scoperta di ambizioni nucleari, che
    prostrerebbe l'economia in cerca di una ripresa dopo il ritiro dal
    Libano. D'altra parte è ormai chiaro che per mettersi al sicuro da
    un'invasione americana l'unica possibilità è dotarsi di armi nucleari,
    come dimostrato dalla vicenda della Corea del Nord e come sta cercando
    di fare l'Iran.

    Il sospetto che gli Stati Uniti stiano cercando di rimettere in moto
    la tattica delle "armi di distruzione di massa" è legittimo, seguendo
    la tecnica, collaudata con l'Iraq, secondo la quale più viene ripetuta
    una bufala, più acquista verità. Le uniche fonti sulle presunte
    ambizioni nucleari siriane provengono infatti dall'interno
    dell'amministrazione Bush. La Siria è il pallino del vicepresidente
    Cheney, che ha cercato a più riprese delle motivazioni per creare una
    crisi: adesso più che mai, mettere la Siria all'angolo aprirebbe la
    strada all'attacco all'Iran.

    E in effetti, prende corpo la notizia che in realtà la segretissima
    missione israeliana sia stata commissionata dal Pentagono: Condoleezza
    Rice sarebbe infatti in viaggio verso Gerusalemme per congratularsi
    personalmente con Olmert, che in questo modo avrebbe guadagnato
    qualche altro mese di navigazione a vista per il suo governo.

    Alcuni commentatori israeliani hanno ribadito che il raid sarebbe in
    realtà una prova generale per l'attacco alle centrifughe nucleari
    iraniane. Da una parte, insinuando la notizia del nucleare siriano,
    Bush vuole indebolire la posizione di Assad, unico alleato del regime
    degli Ayatollah. D'altra parte, la finestra temporale favorevole per
    questo attacco, cioè la fine della presidenza Bush, sta per chiudersi
    e la decisione va presa al più presto.

    In caso di attacco americano, la Siria, legata all'Iran da un patto
    militare difensivo, si incaricherebbe della rappresaglia immediata su
    Israele. Con il recente raid, dunque, l'esercito israeliano potrebbe
    aver neutralizzato in via preventiva qualche cruciale armamento
    strategico. Se quest'ultima ipotesi si rivelasse corretta, il conto
    alla rovescia per l'attacco all'Iran sarebbe già partito e, a quel
    punto, si salvi chi può.

    http://altrenotizie.org/alt/modules....rder=0&thold=0

  9. #9
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    O Hitler a Mosca, o Stalin a Lisbona! Fuori gli yankee!!
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    L'atttentato di ieri a Beirth complica un po' le cose.
    Qualcuno lo ha visto come un avvertimento della Siria. A me sembra invece proprio un avvertimento ALLA Siria.
    E' ovvio che il prossimo obiettivo sia proprio il regime di Assad, magari passando per una ripulitina del Libano.
    A quel punto? L'Iran interverrà? Credo proprio di si. Assad è ilsuo alleato più vicino. L'Iran non può permettersi di perderlo.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Sabotaggio Visualizza Messaggio
    L'atttentato di ieri a Beirth complica un po' le cose. Qualcuno lo ha visto come un avvertimento della Siria. A me sembra invece proprio un avvertimento ALLA Siria. E' ovvio che il prossimo obiettivo sia proprio il regime di Assad, magari passando per una ripulitina del Libano. A quel punto? L'Iran interverrà? Credo proprio di si. Assad è ilsuo alleato più vicino. L'Iran non può permettersi di perderlo.
    Secondo me la questione è più complicata. Io vedo più vicino un attacco all'Iran...cercheremo di seguire sempre più da vicino la questione.

 

 
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