Originariamente Scritto da
alfredoibba
Fermiamo il carovita, basta con i prezzi insopportabili
Con la fine dell’estate, della stagione in cui si cerca di godersi la vita e di staccare la spina dai problemi di sempre, cosa non possibile neanche per metà degli italiani, ma la stagione anche del divertimento massificato che diventa occasione di ulteriore stress, grandi spese, mortali incidenti stradali, lavoro ad orari lunghi con stipendi da fame e trattamenti umilianti psicologicamente per tanti camerieri ed operatori del “divertimento” costretti persino a sorridere, è arrivata la mega-stangata dei rincari sui generi alimentari, su assicurazioni, libri ed inventari scolastici, acqua. Rincari in corso che entro la fine di settembre comporteranno un aggravio di oltre mille euro l’ anno per le famiglie, al quale si aggiunge il rincaro dei mutui per la casa a tasso variabile che sono saliti ancora, con aggravi su quello che si paga in rate in un anno che vanno da 183 euro a 350 euro a seconda della durata e della somma prestata.
Gli aumenti più discussi riguardano il pane e gli altri cibi ottenuti con farina come pasta e dolci. Il pane entro settembre rispetto al prezzo precedente aumenterà del 10%, su ciò pesa il sospetto di speculazioni dato che da un chilo di grano dal prezzo di 0.22 centesimi si ottiene un chilo di pane che se ordinario costa quando lo si compra minimo 2.50 euro, un aumento di 12-13 volte rispetto al prezzo del grano utilizzato. Ventidue anni fa quando il prezzo del grano era poco più alto, 0.23 centesimi al chilo, il chilo di pane corrispondente ottenuto costava più o meno 0.52; è evidente che qualcosa non torna. Dal 2006 a poche settimane fa il pane è passato da 2.10 a 2.46 euro. Su frutta e verdura, che stanno rincarando del 5%, accade che in città le compriamo ad un prezzo aumentato del 900% rispetto a quello a cui l’ hanno venduto gli agricoltori ai primi intermediari; questi vertiginosi rialzi, imputabili alle speculazioni che avvengono lungo la catena di intermediazione, sono dei ladrocini. Pasta e dolci aumenteranno del 20%, il latte del 10% con conseguenti aumenti per i prodotti fatti dal latte tipo burro con oltre 20% e formaggi. Le assicurazioni RC auto saliranno al 4%, per i libri delle scuole medie l’ aumento sarà del 5% mentre per i testi delle superiori del 12%; qui una responsabilità l’ hanno le scuole stesse che anzi che rispettare il tetto stabilito dal ministero dell’istruzione sulle spese librarie fanno acquistare alle famiglie dei ragazzi libri e libroni superando abbondantemente il limite. Il bollo di auto e moto è salito di 25-40 euro, le tasse universitarie in media di 60 euro. L’ acqua salirà del 14.7% (in Sardegna con l’introduzione del gestore unico che sottrae d’obbligo la gestione delle acque ai comuni stiamo vedendo tariffe aumentate anche di 10 volte con servizi PESSIMI!), elettricità e gas del 3 o 4%.
Un duro colpo per le tante famiglie ridotte a spendere a stento quasi solo per gli alimentari non riuscendo ad arrivare a fine mese, o che hanno debiti e mutui da pagare, o che sono numerose.
Se i prezzi salgono da anni, gli stipendi invece aumentano di pochissimo diventando sempre meno adeguati a fronteggiare le spese. Quando arrivò l’euro, in poco tempo negli acquisti un euro diventò come le vecchie 1000 lire con il valore di un euro che in lire è 1.936 lire, ma gli stipendi è come se siano ancora pagati in lire. Così se le cose che prima costavano 5000 lire adesso costano 5 euro, uno stipendio adesso è poco più sopra del corrispondente in euro del vecchio stipendio pagato in lire poco prima dell’avvento dell’euro. Se i meccanismi monetari complessi e imperscrutabili avranno avuto il loro contributo, quello maggiore è stato degli speculatori che sono stati lasciati liberi di approfittare andando sempre al rialzo. Ben 8.900.000 lavoratori italiani attendono il rinnovo del loro contratto di lavoro scaduto da tempo, ossia, un adeguamento del loro salario che sarà comunque gravemente insufficiente a far fronte alla vita sempre più cara, il rinnovo dei contratti comporterà aumenti delle retribuzioni sempre di 60, 70 euro. Un’inezia!
In una famiglia con figli se lavorano entrambi i genitori i 2 stipendi spesso non bastano più. Ulteriori problemi quando uno dei 2 genitori lavora nel campo dei servizi, dove è facile che i datori ti passino dall’orario pieno a quello “part-time”: diminuisce il numero di ore di lavoro e di conseguenza lo stipendio, ad esempio da 800 a 500 euro.
E circa 20 anni fa a pensionati e lavoratori è stato negato il meccanismo della scala mobile che adeguava automaticamente salari e pensioni all’andamento dei prezzi.
Se ci sono spese urgenti, si contraggono debiti tra prestiti e finanziarie con le banche, che permettono di fare quelle spese al momento ma dopo devi pagare le somme prestate con gli interessi lavorando per pagare i debiti e in caso di insolvenza ti prendono la casa.
Ci chiediamo come faranno sottopagati e precari, interinali, pensionati con 400 euro al mese, famiglie numerose, con questi nuovi salassi, anche andare al lavoro potrà comportare qualche sottrazione di quello che guadagni visto che in molte città aumenteranno i prezzi dei biglietti degli autobus e che aumenteranno ancora i prezzi dei biglietti ferroviari dell’11.35%.
Siamo diventati delle micro-miniere da cui si estrae denaro che si esaurisce in fretta; se lavoriamo la “materia” si riforma!
Finora i politici hanno parlato di allarmismi ingiustificati (ci manca che il solito buffone dica di fare il giro dei mercatini come farebbe l’anziana mamma!), si è visto tra le parti coinvolte nella catena di produzione e vendita degli alimenti uno scaricarsi di responsabilità, ognuno accusa l’altro e alla fine nessuno mette rimedio.
La cosa che bisognerebbe fare è un controllo serio dei prezzi lungo tutta la catena produzione-vendita dei prodotti fissando dei prezzi regolati, stabili, non superabili, tali che la gente possa comprare il necessario per vivere senza problemi. Una politica di prezzi rigidamente stabiliti non superabili andrebbe fatta anche per risolvere il problema della casa, unitamente ad una regolamentazione dei canoni d’affitto. Bisogna ridurre le intermediazioni lungo la catena che va dal produttore della materia prima alla vendita al consumo eliminando costi inutili. Sono le intermediazioni le fonti di indiscriminati rialzi. Il rigido controllo dei prezzi per evitare problemi è un caposaldo di un buon Stato nazionalsocialista.
Per porre fine al continuo rincaro dei prezzi e ottenere un ordinamento di essi a livelli decenti è bene che i cittadini si facciano coraggio, facendo lo sciopero degli acquisti non un giorno ma una settimana, in un braccio di ferro che costringerà gli speculatori a darsi una regolata. Perciò, italiani, mobilitiamoci per riportare i prezzi a livelli tollerabili, per ottenere il meccanismo della scala mobile che adegua stipendi e pensioni all’andamento del costo della vita. Non siamo limoni da spremere fino all’ultima goccia.
Alfredo Ibba
9 settembre 2007
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