Originariamente Scritto da
Alberich
Come mai, in vigenza del collegio uninominale per l'elezione di ben il 75% del parlamento (al posto dello 0% del periodo precedente) il numero dei partiti (in assoluto, secondo la formula dei partiti rilevanti di Sartori e secondo l'indice di Lakso e Taagepera) è aumentato e l'instabilità (per come intesa dalla letteratura politologica) pure?
Come mai nello stesso periodo una serie di partiti microscopici ha potuto occupare i seggi del parlamento ben oltre alla sua reale consistenza elettorale?
Come mai i candidati, sempre nello stesso periodo, venivano eletti senza nessun rispetto per l'origine geografica e senza nessun raccordo con le comunità locali ma neanche con gli organismi periferici dei partiti ma solo con una logica spartitoria, sfruttando il fenomeno dei "collegi sicuri"?
Come mai si ritiene meno trasparente la scelta dei candidati da eleggere da parte dei cittadini, mediante l'espressione di una preferenza, piuttosto che la nomina da parte delle segreterie nella forma della candidatura di collegio?
In cosa si differenzierebbe il collegio uninominale, nell'esaltare il federalismo, da un collegio plurinominale su base, poniamo, regionale?