"Solo nella comunità diventa dunque possibile la libertà personale" Marx-Engels

Il pensiero corsaro di Pier Paolo Pasolini

di Rodolfo Monacelli


« Non temere la sacralità’ e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in bruti e stupidi automi adoratori di feticci.››

(Lettere Luterane, 1975)

De mortuis nihil nisi bonum (Dei morti non si può dire niente se non bene). Uno degli autori a cui questa massima latina di Diogene Laerzio è maggiormente adeguata è certamente Pier Paolo Pasolini. Quest’anno si celebreranno i trentacinque anni dal suo orribile omicidio e molte saranno le celebrazioni e le manifestazioni per commemorarlo. Peccato che tutto ciò non sia stato fatto in vita dove Pier Paolo Pasolini, da destra così come da sinistra, fu violentemente attaccato. Un attacco che oggi, molto semplicisticamente, si afferma derivare dalla sua omosessualità. Le cose stanno invece in un modo abbastanza diverso. Certamente un’omosessualità dichiarata come quella di Pasolini nell’Italia degli anni ‘60 costituì uno schiaffo morale a quell’ambiente moralista, bacchettone e sostanzialmente piccolo-borghese (anche, se non soprattutto, negli stessi ambienti comunisti). L’eresia, la vera eresia pasoliniana, è però fondata su ben altro. Un messaggio su cui oggi bisogna riflettere.

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