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  1. #1
    Oderim dum metuant
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    Predefinito Mozione per la festa nazionale del 20 Settembre

    Presa di Roma

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    La presa di Roma (20 settembre 1870) comportò l'annessione di Roma al Regno d'Italia e rappresenta quindi l'ultimo atto dell'unificazione nazionale. Con la presa di Roma si sancì la definitiva fine del potere temporale dei pontefici romani.



    I fatti

    Le mura abbattute accanto a Porta Pia.


    Alcuni giorni prima dell'attacco una lettera redatta dal re Vittorio Emanuele II venne consegnata a Papa Pio IX. Con l'epistola, in maniera velata e discreta, si avvisava dell'imminente attacco che un reparto dell'esercito italiano stava per portare all'Urbe. Si narra che il Papa leggendone il contenuto sia rimasto profondamente turbato e che addirittura sia sbottato in uno scatto d'ira e che abbia dichiarato veementemente a chi intorno: "Non entreranno! ".

    Dopo tre giorni di inutili attese (durante i quali si attese invano la dichiarazione di resa), la mattina di quel giorno (intorno alle nove) l'artiglieria dell'esercito italiano, guidato dal generale Raffaele Cadorna, aprì una breccia di circa trenta metri nelle mura delle città, accanto a Porta Pia, che consentì a due battaglioni (uno di fanteria, l'altro di bersaglieri) di occupare la città.

    Pare che mentre la prima squadra di bersaglieri varcasse la breccia, già il generale papalino Kanzler fosse presso il quartier generale di Cadorna per trattare una pacifica resa.
    Il Papa tuttavia condannò aspramente quell'atto di prepotenza con cui la Curia Romana vide sottrarsi il secolare dominio su Roma. Egli infatti si ritirò nel Vaticano rifiutando di riconoscere il nuovo stato e dichiarandosi, fino alla morte, " prigioniero politico ". Anche quando il parlamento italiano approvò la Legge delle Guarentigie in data 13 maggio 1871, il ponteficie rimase intransigente e restio a qualsiasi compromesso con l'Italia, se non quello di riavere in mano Roma. Questa situazione, indicata come " Questione Romana ", perdurò fino ai Patti Lateranensi del 1929.

    Considerazioni storiche


    La breccia, qualche decina di metri sulla destra della Porta Pia, in una foto d'epoca


    Nonostante l'alto valore storico (la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale del papato, nonché la riunificazione di Roma all'Italia), dal punto di vista militare l'operazione non ha un particolare rilievo. La assai debole resistenza opposta dallo scalcinato esercito papalino (complessivamente 15.000 uomini tra cui: guardie svizzere, volontari provenienti per lo più da Francia, Austria, Paesi Bassi, Spagna, ma soprattutto mercenari Zuavi e Turchi) al comando dal generale Kanzler, ebbe in particolare valore simbolico.
    Sulle ragioni per cui Pio IX non esercitò un'estrema resistenza sono state fatte varie ipotesi: si pensa che il papa tendesse a figurare come aggredito per avere il supporto francese, tuttavia venuto a mancare dopo la sconfitta di Sedan e la conseguente caduta di Napoleone III; oppure, che Pio IX si sarebbe trovato impreparato all'attacco perché in mezzo a una trattativa diplomatica con il Regno d'Italia per una risoluzione pacifica della c.d. "Questione romana". Infine, si è anche ipotizzato che di fronte all'avanzata dell'esercito italiano, si sia decisa la resa opponendo una resistenza solo simbolica.
    Più accreditata l'ipotesi della rassegnata volontà del Vaticano di mettere da parte ogni ipotesi di una violenta risposta militare all'offesa. È infatti noto che l'allora segretario di stato, Cardinale Giacomo Antonelli, abbia dato ordine al generale Kanzler, di ritirare le truppe entro le mura e di limitarsi ad uno smotivato e apparente atto di resistenza.
    Secondo la descrizione di Antonio Maria Bonetti (1849-1896), caporale dei Cacciatori Pontifici:
    « Stavamo sulle righe, quando alcune voci sulla Piazza di San Pietro gridarono: "Il Papa, il Papa!". In un momento, cavalieri e pedoni, ufficiali e soldati, rompono le righe e corrono verso l'obelisco, prorompendo nel grido turbinoso e immenso di: "Viva Pio IX, viva il Papa Re!", misto a singhiozzi, gemiti e sospiri. Quando poi il venerato Pontefice, alzate le mani al cielo, ci benedisse, e riabbassatele, facendo come un gesto di stringerci tutti al suo cuore paterno, e quindi, sciogliendosi in lacrime dirotte, si fuggì da quel balcone per non poter sostenere la nostra vista, allora sì veruno più poté far altro che ferire le stelle con urla, con fremiti ed esecrazioni contro coloro che erano stati causa di tanto cordoglio all'anima di un sì buon Padre e Sovrano. »


    Soddisfazione popolare
    Contraddittorie, incerte, ma in gran parte sicure sono le numerose testimonianze che dimostrerebbero un forte compiacimento del popolo romano ad un evento che sancì la definitiva fine del potere temporale e la caduta del dispotico governo della Curia romana. Numerose infatti furono le manifestazioni di giubilo e di affetto che i soldati italiani videro tributarsi durante la marcia verso Roma e nella stessa città.

    Ad ulteriore dimostrazione della soddisfazione che il popolo dell'Urbe dimostrò per la fine del dominio papale e la vittoria dei soldati italiani, esistono gli esiti del plebiscito del 2 ottobre 1870 che sancì l'annessione di Roma all'Italia; i risultati videro la schiacciante vittoria dei , circa 40.000, a fronte dei no che furono solo 46.

    Curiosità
    • Devastanti furono i sensi di colpa che colpirono l'allora ministro della guerra Giuseppe Govone; per questi infatti, devoto alla Chiesa, si dimostrò imperdonabile l'aver convalidato l'attacco di Porta Pia: divorato dai rimorsi giunse allo squilibrio mentale e al suicidio nel 1872.
    • Tra i partecipanti all'evento vi fu anche lo scrittore e giornalista Edmondo De Amicis, autore del libro Cuore, all'epoca ufficiale dell'esercito italiano.
    • A ricordo dell'inizio del moderno Stato d'Italia come lo conosciamo oggi, il XX Settembre è riportato nella toponomastica di molte città italiane, alcune volte dando il nome alla strada che porta al Duomo.

    Il Congresso di Pol auspica che il 20 Settembre diventi festa nazionale in ricordo della fine del potere temporale e dispotico del Papa sulla città di Roma e sulle zone limitrofe, e in ricordo della conquista da parte dell'Italia della città di Roma, sua naturale capitale.

    Emoned - LISTA REPUBBLICANA

  2. #2
    Extra Ecclesiam nulla salus
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    Sono contrarissimo.

    E' una pura scemenza. E, tra l'altro, il potere del Papa all'epoca dell'Unità d'Italia non mi sembrava affatto "dispotico".

  3. #3
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    Concordo, la fine dello Stato Pontificio è una data che gli italiani dovrebbero festeggiare.

    Inoltre ci ricorda che i Patti Lateranensi e il Concordato andrebbero aboliti, in quanto un palese privilegio della Chiesa e discriminazione verso le altre religioni e gli atei.

    Inoltre il c.d. Stato Vaticano non è null'altro che un quartiere di Roma concesso in regalo al Papa come contentino, ergo non ha ragion d'esistere (le proprietà resterebbero alla Chiesa ma il quartiere diventerebbe italiano).

  4. #4
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    x me è indifferente

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Lucas86 Visualizza Messaggio
    ci ricorda che i Patti Lateranensi e il Concordato andrebbero aboliti, in quanto un palese privilegio della Chiesa e discriminazione verso le altre religioni e gli atei
    Tutte le confessioni religiose possono fare accordi con lo Stato italiano. Non solo la religione cattolica. Nessuna discriminazione, quindi.

    Relativamente agli atei, quale accordo vorrebbero fare gli atei con lo Stato italiano? Dov'é la discriminazione nei loro confronti?

    Citazione Originariamente Scritto da Lucas86 Visualizza Messaggio
    il c.d. Stato Vaticano non è null'altro che un quartiere di Roma concesso in regalo al Papa come contentino, ergo non ha ragion d'esistere (le proprietà resterebbero alla Chiesa ma il quartiere diventerebbe italiano)
    Il Vaticano è uno Stato e resta tale, che ti piaccia o no. Tutto il mondo l'ha riconosciuto ed è soggetto di diritto internazionale. Oltre ad avaere un seggio di osservatore all'ONU.

    Questo è assodato.

  6. #6
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  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Primoli Visualizza Messaggio
    Sono contrarissimo.

    E' una pura scemenza. E, tra l'altro, il potere del Papa all'epoca dell'Unità d'Italia non mi sembrava affatto "dispotico".
    concordo con Primoli, sebbene prendo atto ulteriormente che tale data è presa a pretesto da posizioni estreme per attaccare Casa Savoia.
    Alcuni cattolici perchè i Savoia erano costituzionali, i radicali dall'altra, per attaccare la monarchia cattolica che comunque fu il Regno d'Italia e per attaccare parimenti il Papa e la Chiesa Cattolica.
    NOI SIAMO LA VERA ITALIA !
    RICOSTRUIAMO LA NOSTRA PATRIA !

  8. #8
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    Se la mozione fosse solo per il ricordo che dell'evento che ha restituito all'Italia la sua Capitale Naturale approverei......

  9. #9
    Extra Ecclesiam nulla salus
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    Anche qui, purtroppo, hanno voluto ricordare l'avvenimento del 20 settembre per attaccare in qualche modo la Chiesa. Stavolta definendo il Papa un "despota" che tiranneggiava su Roma.

    Che tristezza questi laicisti...

  10. #10
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    MaRcO88

 

 
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