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Risultati da 21 a 30 di 55

Discussione: Gustavo Rol

  1. #21
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    Predefinito Rif: Riferimento: Gustavo Rol

    Citazione Originariamente Scritto da assurbanipal Visualizza Messaggio
    Non sono mai riuscito a farmi un'idea sensata del personaggio.
    Io ero troppo piccolo per essere ammesso alle sue " non so come chiamarle"
    Ne so qualcosa di riferito dai miei.
    Ogni tanto veniva in casa nostra e pare facesse cose stupefacenti.
    Mi è stato narrato che oltre a scrivere sulle carte di mazzi nuovi, naturalmente senza aprirli e mandati a comprare appositamente per garantirne la verginità, abbia operato spostamenti di oggetti da locali
    diversi da quello in cui era "apparentemente presente".
    Ho sentito dire che gli "spostamenti" riguardavano anche persone.
    Io lo ricordo nella sua forma"normale" mentre discorreva con mia madre.
    Ci si incontratva abbastanza di frequente, anche in strada, dato che le nostre abitazioni erano contigue.
    Non ho nessuna idea in proposito.
    Sono naturalmente scettico
    Però mi fido dell'opinione di coloro che mi circondavano e oggi non sono più.
    Io ho visto con i miei occhi le scritte sulle carte, ma non avendo presenziato all'esperimento, questo non vuol dir nulla.
    Grazie anche da parte mia...

    Ti autodefinisci "naturalmente scettico" e di conseguenza la tua testimonianza, seppur indiretta, ha un valore particolare.
    Ultima modifica di Silvia; 10-01-10 alle 19:01

  2. #22
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    Predefinito Rif: Gustavo Rol

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
    Beh, secondo Piero Angela, anche il mago Arsenio ( onf: ) era in grado di replicare gli "esperimenti" di Rol...

    Piero Angela e Rol
    Angela in quel articolo ha scritto molte inesattezze. A quello che i conosco, Rol lo ha ricevuto una volta sola e anche invitandolo gentilmente a sbrigarsi.
    Angela la prese male, e addirittura la seconda volta che si presentò fu messo alla porta.
    La questione è semplice che Angela voleva entrare nel salotto (frequentato dalla crema intellettuale internazionale) e a questo smacco rispose usando tutta la sua influenza sui programmi pseudo storico scentifici.
    In più occasioni ebbi ad assistere a convegni dove si ricordava l'ambiguità del giornalista torinese, e al solo accenno si assisteva ad una ovazione verso il grande Rol.
    Era chiamato anche il mago personale degli Agnelli (legati da sempre alla magia, anche di bassa lega, come il fondatore della dinastia che impose non a caso l'acronimo FIAT) Suggeriva a questa dinastia quando concepire i figli affinchè avessero gli astri positivi, ma in più occasioni i "nuovi re di Torino e dell'Italia" non seguirono le indicazioni del mago di corte e poi ando a finire che due rampolli della casata morirono prematuramente. Sembra che l'avvocato lo snobbasse si sentiva superiore a tutto e a tutti:
    Nella "Città delle donne" c'è una particolare ripresa in cui una donna attraverso la forza del pube attira a se le monete, si dice che quel particolare esperimento fu eseguito proprio a casa di Rol con Fellini che assisteva.

  3. #23
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    Predefinito Rif: Gustavo Rol

    Citazione Originariamente Scritto da sideros Visualizza Messaggio
    Angela in quel articolo ha scritto molte inesattezze. A quello che i conosco, Rol lo ha ricevuto una volta sola e anche invitandolo gentilmente a sbrigarsi.
    Non so se Angela abbia scritto inesattezze, di sicuro ha distrattamente omesso di raccontare - e non solo in quell'articolo - un paio di cosette, come una telefonata negli Stati Uniti e alcuni autografi che Rol gli aveva regalato.


    Questa è la testimonianza del giornalista di Stampa Sera Nevio Boni (Gustavo Rol - Esperimenti (2) ):

    Rol si è lasciato andare a uno sfogo con il sottoscritto: "Perchè Piero Angela ce l'ha tanto con me? Nonostante abbia assistito a casa mia a prove inaudite, va a dire in giro che dietro ciò che faccio c'è sempre il trucco". Quindi mi ha raccontato per filo e per segno come si era sviluppato quel famoso incontro. "Mi ha chiesto di dargli una dimostrazione di lettura a distanza: ha chiamato telefonicamente un amico che stava a Boston, gli ha detto di aprire un libro qualsiasi, io ne ho letto a voce alta il contenuto in modo che Angela potesse a sua volta riportarlo a chi era dall'altra parte del filo per ottenerne il riscontro. Per giunta la chiamata intercontinentale mi è costata un sacco di soldi", ha chiosato trovando un motivo di ilarità in mezzo a tanta amarezza, per poi aggiungere: "Chissà che faccia avrà però fatto Angela, una volta rientrato a casa, nello scoprire che tutte le carte del mazzo che aveva in tasca riportavano la mia firma, così come gli assegni del libretto che teneva nel portafoglio".


    «Egli ha mentito su quanto mi ha veduto fare, nel modo che l'ha veduto fare e su quanto mi ha sentito dire. Io sono convinto che egli abbia agito col deliberato proposito di distruggere in me la dimostrazione di tutto ciò che lo spirito umano può compiere quando si ispira a Dio. Tale comportamento mi fa pensare che egli in Dio non creda affatto, ma io lo attendo per quel giorno quando mi incontrerà nell'Aldilà e gli punterò contro il mio dito indice, non tanto per il dispiacere che può avermi procurato, quanto per l'avere, con il suo comportamento, chiuso quella porta che io avevo socchiuso alla Scienza». Gustavo Adolfo Rol (1986)

  4. #24
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    Predefinito Rif: Gustavo Rol

    Come al solito Silvia tu riporti cose che non conoscevo.
    Scrivo ormai riportando i discorsi che sentivo anni fa, e magari in questa maniera posso anche rasentare il pressapochismo, ma per fortuna che con la tua presenza e il tuo impegno mi stimoli ad intervenire in questo forum che è sempre più interessante. Devo rinnovarti il mio grazie, certo non mi dimentico di tutti gli altri!
    Ma 20 anni fa avevamo tutti la senzazione che si stava consumando una grave ingiustizia verso Rol. C'è da osservare che quel "disperato" di Angela non solo è ancora lì ma ha piazzato anche il figlio.
    Il potere della famiglia: e poi dicono che la mafia è presente solo al sud!

  5. #25
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    Predefinito Rif: Gustavo Rol

    Citazione Originariamente Scritto da sideros Visualizza Messaggio
    Come al solito Silvia tu riporti cose che non conoscevo.
    Scrivo ormai riportando i discorsi che sentivo anni fa, e magari in questa maniera posso anche rasentare il pressapochismo, ma per fortuna che con la tua presenza e il tuo impegno mi stimoli ad intervenire in questo forum che è sempre più interessante. Devo rinnovarti il mio grazie, certo non mi dimentico di tutti gli altri!
    Grazie a te...

  6. #26
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    Predefinito Rif: Riferimento: Gustavo Rol

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
    Grazie anche da parte mia...

    Ti autodefinisci "naturalmente scettico" e di conseguenza la tua testimonianza, seppur indiretta, ha un valore particolare.
    Grazie a te.
    Riproviamoci.
    La Repubblica l'ho rispettata, ma non sono stato rispettato.
    Restauriamo la Monarchia.
    Voglio tornare a casa e se non ci fosse più una casa, beh la ricostruiremo.

  7. #27
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    Predefinito La testimonianza di Dino Buzzati

    Due settimane fa, quando venni a Torino per incontrare per la prima volta il dottor Gustavo A. C Rol, restai stupito. Non già della sua casa che mi avevano descritto molto bella, con preziosi mobili, oggetti e quadri antichi, ricca di cimeli napoleonici. Ma di lui. Da quanto avevo letto e sentito dire, dal ritratto a matita pubblicato dalla rivista "Planète", mi aspettavo un uomo freddo, ermetico, reticente, chiuso nel giro dei suoi fantastici segreti, perciò inquietante e indecifrabile, da avere disagio o paura. Colpisce invece in Rol, che a sessantadue anni ne dimostra almeno dieci di meno, una vitalità straordinaria, e gioiosa. Insisto sulla serenità e l'allegrezza che ne emanano. Qualcosa di benefico che si irraggia sugli altri. È questa la caratteristica immancabile, almeno secondo la mia esperienza dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza alla autentica bontà.




    Torino, agosto 1965

    La luce è stata spenta. La sala resta buia tranne il rettangolo di una porta di vetro smerigliato da cui filtra il riflesso di una lontana stanza. Siamo in un grande appartamento in via Galileo Ferraris, a Torino. La luce è stata spenta, su ordine di Rol. Adesso il mago, ma non è un mago, come possiamo definirlo? il Maestro? l'Illuminato? il Sapiente? il Superuomo? adesso il potente e irraggiungibile Rol farà un esperimento di pittura al buio, con la partecipazione di un pittore francese, Francois-Auguste Ravier. Dipingere al buio un quadro sensato non è cosa facilissima. L'operazione diventa anche più incerta se a dipingere è un uomo morto settant'anni fa. Infatti Francois-Auguste Ravier, maestro del nostro Fontanesi, nacque a Lione nel 1814, morì nel 1895.

    Nella sua casa al quarto piano di via Silvio Pellico 31, un'ora fa, Rol ci ha parlato a lungo - c'erano la signora Franca P., giovane vedova di un industriale torinese di cui ora dirige intrepidamente la azienda, sua figlia Lucia quattordicenne eppure già assennatissima, il giovane editore F. e il sottoscritto - ha parlato a lungo spiegandoci in che modo, secondo lui, il fu François-Auguste Ravier interverrà all'esperimento. Rol dichiara di non essere un medium. Rol, cattolico convinto, non crede che l'anima dei morti possa tornare fra noi e manifestarsi. Crede che, all'atto della morte, l'anima torni alle origini, ma sulla terra possa restare un quid, chiamiamolo pure "spirito", cioè la carica di vitalità e di intelligenza che l'uomo trasmise alle sue opere. Questo "spirito" può, in determinate circostanze, ripetere cose che aveva fatto durante la vita, non mai creare qualcosa di nuovo o rivelare i segreti dell'aldilà. Il Ravier che tra poco dovrebbe dipingere al buio non è l'anima del defunto pittore bensì quella parte spirituale di lui che fu spesa su questa terra e che qui continuerà a esistere anche fra cento milioni di anni.

    In quanto al legame fra Rol e Ravier, non esiste spiegazione, Rol dice che Ravier è venuto a lui spontaneamente e da allora gli è rimasto fedele, prendendo parte a una numerosa serie di esperimenti.
    Seduti intorno al tavolo rotondo della sala da pranzo. Due sontuose consoles dorate Luigi XIV, vasi primo impero, un nudo canoviano di marmo, le pareti tappezzate da uno stupendo papier peint del primo Ottocento, con rupestri romantici paesaggi. « Hai sentito poco fa quello scricchiolio là a sinistra? No, non era uno scricchiolio, era qualcosa di più. Mi sono subito accorto che lui era qui. Lui Ravier... » Prende una matita, ne poggia la punta su un foglio bianco. « No, non sono in trance... » La matita si muove, traccia alcuni segni. « Ecco la firma » dice Rol. « Allora vediamo... Io sono pronto a scrivere ma la mia mano non va... » La matita però si muove nuovamente: "Je veux bien peindre mais pas ici, pas dans cette maison". La signora Franca P. propone: « Andiamo a casa mia? ». […]

    Trasferitici, a mezzanotte e mezzo, in casa della signora Franca P., Rol ci fa sedere tutti su un lato, prepara la cassetta coi colori su una sedia, fa firmare da tutti, per garanzia, il retro di un piccolo cartone telato, consegna a ciascuno un foglio di carta, da scuotere, se lui lo chiederà, perché quel rumore - spiega - promuove la concentrazione mentale. Ha fatto spegnere la luce, si toglie la giacca, nel buio si distingue la sagoma della camicia bianca. A voce alta invoca: «Francois-Auguste Ravier, peintre à Lyon. ]e demande Francois-Auguste Ravier, peintre à Lyon. ]e suis Rol à Turin... ». Silenzio.
    « Francois-Auguste Ravier, peintre à Lyon! » ripete. « ...Ma guarda se si fa sentire!... Forse sono troppo distaccato da voi, e non vi capto.»
    Evidentemente la nostra assistenza gli è necessaria. Riaccesa la luce, Rol ci fa cambiare di posto, alza un lembo del tappeto, distende sul pavimento un giornale, vi depone tavolozza e pennelli. «Sono proprio scalognato» mormora intanto fra sé. «Magari adesso quello mi fa il bello scherzo di lasciare il cartone bianco e di firmarlo... Come sono nervoso!»
    Ma nel frattempo, sopra un foglio steso sul tavolo, la destra di Rol ricomincia a tracciare parole. È Ravier che sceglie colori e attrezzi: "Biacca, giallo, vermiglione, un verde qualsiasi, bruno Van Dyck, blu cobalto, un pennello grande e uno piccolo, una paletta, un coltellino, un tampone, e buona volontà".

    Con parsimonia estrema Rol, rifatta luce, dispone sulla tavolozza i colori richiesti, sembra impossibile che possano bastare per un quadro, per piccolo che sia. Poi ci chiede di scegliere il soggetto. Uno dice: una campagna al mattino. Uno dice: un fiume. Uno dice: un tramonto in montagna. Uno dice: un paesaggio di foreste. Al nostro primo incontro Rol aveva accennato a questi esperimenti di pittura come a prove di grado avanzato, a cui io non potevo ancora assistere. Il motivo? Stasera lo capisco, il perché. Perché qualcuno potrebbe anche prendersi una paura maledetta.

    Ecco di nuovo il buio e nel buio la sagoma fantomatica di Rol che si mette a vagolare su e giù per la stanza assumendo un passo sempre più pesante e stentato. E intanto si curva, come carico di migliaia di anni. Ed emette voci impressionanti, raschiamenti di gola, gemiti di caverna, lamentose invocazioni: «Non riesce, non riesce, ci sono troppe luci!... No, no, adesso non andate di là a spegnere, sarebbe peggio... Oh questi capelli che mi vanno negli occhi che cosa tremenda (si tratta della lunga capigliatura di Ravier)... Dov'è questa paletta?... Il colmo dei colmi... Eccola qua... Ah mais c'est lourd ça, Monsieur Ravier... Voi, sentite: se diventassi piccolo o altissimo non prendete paura...».

    Una parola! Proprio questo avvertimento aggrava l'incubo. Perché dovrei aver paura di vedere un uomo accorciarsi o allungarsi? (questa è appunto una specialità di Rol). Il motivo non lo so, ma sono sicuro che avrei uno spavento mostruoso.
    Solo per pochi secondi, e a intermittenza, Rol si siede dinanzi al cartone da dipingere. Lo intravediamo invece che si trascina per la sala come ubriaco, curvo a guisa di uncino, mugolando. E intanto, a tre metri di distanza, si ode là sul pavimento un nervoso tramestio di pennelli e palette. «Ho ottantanni!...» è un soffio da moribondo. « ...Ottant'anni!... C'est fatigant... Non mi era mai successo di essere così maltrattato... » Ansima enormemente. All'improvviso si batte con gioia le cosce. «Ah, che buono!... Ah, che luce, che grande luce!» Silenzio. «Non ho mai faticato tanto... Queste luci in sala sono mortali.. La luce! Accendete quella lampada in angolo.» Si accascia su una poltrona, ansimando come dopo una corsa disperata. Tiene con la destra il cartone telato che non è più bianco come prima. Lo depone al suo fianco su di un tavolino. Chiede un asciugamani per tergersi il sudore. La allucinante scena non sarà durata più di venti minuti nel complesso, la fase vera e propria di pittura al buio non più di dieci. E nel frattempo il dipinto è stato fatto.

    Ma stasera la burla sicuramente non c'è. Immaginare o semplicemente sospettare un trucco è di gran lunga più difficile e assurdo che ammettere il prodigio. Qualcuno, o qualcosa, ha dipinto sul cartone telato un grazioso paesaggio di gusto ottocentesco, alquanto di maniera: si vedono un fiume, o laghetto, recinto da ripe boscose, una montagna sullo sfondo, il sole che balena attraverso una striscia di nuvole. La tecnica è da maestro. I colori, assai diluiti (ce n'era tanto poco) si accordano in amabile armonia. Si constata al tatto che sono freschissimi. Un pittore provetto, che avesse già eseguito lo stesso quadro cento volte e lo sapesse ripetere a memoria, non potrebbe impiegare meno di due o tre ore, per veloce che sia. Strano: quanto più li osservo, tanto più mi sembra che disegno e colori si definiscano, si rassodino, prendano consistenza. «Naturale» fa Rol. «Mentre noi qui esaminiamo il dipinto, Ravier sta dando gli ultimi tocchi. Una volta, in uno dei suoi quadri, è comparsa una piccola figura, una specie di fantasma, parecchi minuti dopo che l'esperimento era finito.»

    Sono le tre di notte. Il paesaggio non si muove più, dopo l'ultimo rimescolio i colori hanno cessato di palpitare. Monsieur Ravier apparentemente ha preso congedo. Adesso dove sarà? Lo incontrerò sull'autostrada di Milano?


    Dino Buzzati – I misteri d'Italia (Oscar Mondadori, pag. 51 e seguenti)



    Un dipinto di François-Auguste Ravier
    Ultima modifica di Silvia; 31-05-11 alle 17:30

  8. #28
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    Predefinito Rif: Gustavo Rol

    I suoi quadri sono un patrimonio dell'Umanità, ma siamo ancora lontani dall'esserne

    consapevoli: egli utilizzò la pittura come linguaggio universale per diffondere il suo

    testamento spirituale.

    Mentre dipingeva, Rol correggeva e completava minuziosamente e continuamente le sue

    forme e solo quando era completamente soddisfatto, allora si sedeva ed ammirava la sua

    composizione, gioiendo come un bambino e rendendo partecipi di questa gioia i suoi

    ospiti, agli occhi dei quali molto spesso il quadro era perfettamente uguale a prima.

    Proprio come quando faceva i suoi famosi "esperimenti", Rol si trasformava dipingendo e

    si compiaceva delle sue opere, e solo quando le viveva come davvero finite decideva a chi

    destinarle.

    I dipinti di Roi racchiudono le informazioni necessarie per comprendere in modo completo

    e globale la realtà che ci circonda e reinterpretare la relazione tra gli esseri umani.

    Rol era consapevole che gli uomini non erano ancora alla ricerca di ciò che lui aveva

    trovato e decise saggiamente di vivere in profondo silenzio, di non voler convincere i critici

    di una possibilità che pure era in loro stessi, di non lasciare scritti sebbene tutti glielo

    chiedessero. Decise però di dipingere.

    Ad una prima superficiale osservazione, appare chiaro che i suoi quadri sono dotati di uno

    o più particolari punti attrattori, punti nei quali pare emergere una luce più vivida ed il

    pensiero dell'osservatore si proietta alla ricerca di una interpretazione, di una forma o di un

    movimento nascosto.

    Ogni punto attrattore rappresenta una diversa modalità con cui entrare nel significato dei

    quadro e realizzare una personale percezione immaginativa.

    I suoi dipinti sono la via maestra per l'evoluzione di una nuova concezione dell'uomo e

    imparare a ricevere il messaggio che contengono deve rappresentare una sfida ed uno

    stimolo all'evoluzione della mente umana.

    Essere puri di cuore, pazienti, curiosi e senza pregiudizi: queste sono le regole che

    l'osservatore deve ricordare per avvicinarsi a Rol e solo così, lentamente ma

    irreversibilmente, una nuova realtà verrà disvelata.

    Roi era un precursore dei tempi e visse la realtà come indissolubilmente composta da

    spirito e materia: nei suoi dipinti emergono nuovi dinamismi e si può intuire come solo la

    concezione di una realtà soggettiva possa aprire all'uomo l'accesso a nuove ed

    inaspettate risorse.

    Per l'osservatore che non vuole condividere questa visione, suggeriamo di vivere questa

    esperienza "come se" fosse così, cercare il proprio punto attrattore, lasciarsi trasportare

    dai chiaroscuri confusi di alcune ricorrenti figure, scoprire il dettaglio minuziosamente

    curato o vedere il quadro nella sua globalità, immaginare il destino dei suoi personaggi ed

    il significato simbolico dei soggetto proposto, seguire i segni di pennello che paiono parole

    di un linguaggio sconosciuto, memorizzare i colori e tornare successivamente ad

    osservarli.

    Curiose sono le opere di Gustavo Rol, il pittore che dipingeva con soli tre colori chissà

    perché amava ricordarlo.












    Immagini dal sito http://www.psyco.com/
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 06-06-13 alle 04:26
    Orientata verso l'immenso mare della bellezza

  9. #29
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    Predefinito Rif: Gustavo Rol















    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 31-05-11 alle 23:20
    Orientata verso l'immenso mare della bellezza

  10. #30
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    Predefinito Rif: Gustavo Rol

    Questi quadri, che non conoscevo, sono l'apoteosi e la sintesi di un pensiero intramontabile, la potenza dell'umano e delle sue doti oracolari , l'immersione nel di-venire dove il passato e il futuro si condensano magicamente ed inesorabilmente nel presente. Solo il grande "ierofante" può agire nel presente, gli sciocchi solo nel passato e nel futuro.
    Rol una vita spesa per la conoscenza e questo ci avvicina all'Uranico, ma sopratutto al divino. Siamo nulla, siamo polvere, però inesorabilmente pensante e questo ci eleva! Ecco l'epitafio della tomba di Cocteau: "Je reste avec vous" e aggiungo -Touiours- che calza perfettamente!

 

 
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