Giusnaturalismo e Repubblicanesimo

[EL ROJO]

ma nessuno finora almeno ha considerato marx un sociologo. Anche se alcuni sociologhi importanti, raymond aron, si sono occupati di marx.

Penso che sia meglio lasciar parlare lui.

«Avevo cominciato lo studio di questa scienza a Parigi, e lo continuai a Bruxelles, dove ero emigrato in seguito a un decreto di espulsione del sig. Guizot. Il risultato generale al quale arrivai e che, una volta acquisito, mi servì da filo conduttore nei miei studi, può essere brevemente formulato così: nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale.»

K Marx


Non penso che la scienza (sociale) a cui Marx fà riferimento sia assimilabile alla sociologia.

sinceramente non so che sia la scienza sociale

Quella di Marx.




A presto.

[kid]

caro el rojo, ma a me sembra che la scienza a cui si riferisca marx sia quella economica, che certamente è sociale. Lui infatti in Germania ha seguito i corsi di Hegel e poi diu Schelling ed in Francia ed in inghilterra studia le teorie di malthus ricardo e credo anche adam smith.

[nuvolarossa]

... il problema della filosofia è la conoscenza e non la politica ...

Allora anche il Machiavelli, tanto amato dal Viroli piu' che non fosse il Mazzini stesso, non e' un "filosofo" ... ma solo un tecnico della politica ?!?!! Una specie di Padoa Schioppa ante litteram ?!!?!

[kid]

Machiavelli è un filosofo della politica ante litteram, ma non è un filosofo assolutamente, come Clausewitz può considerarsi, al più, un filosofo della guerra. Cioè trattasi di pensatori di un arte, la politica, la guerra, in cui si sono dimostrati eccellenti. Ma sono pensatori puri di una sola specializzazione, non hanno nessun interesse per la questione filosofica in se che comprende un solo problema che qui enuncio: Perchè c'è qualcosa invece che il niente, perchè quel qualcosa è uno, perchè da qull'uno, nascono o si originano i molti. Questo è il problema filosofico classico che concerne i primi pensatori greci da Anassimene a Parmenide e che viene ripreso fino ad Hegel. Poi c'è anche il pensiero politico e chi studia il pensiero politico può essere considerato un filosofo della politica come un filosofo della guerra nei casi citati. Mazzini comunque non è un filosofo della politica come Macchiavelli, è un agitatore politico interamente consumato in questa sua iopera. E noi non abbiamo il problema di spiegare la politica, ma di realizzare un'opera incompiuta, se ce la si fa.

[nuvolarossa]

Machiavelli è un filosofo della politica ante litteram, ma non è un filosofo assolutamente, come Clausewitz può considerarsi, al più, un filosofo della guerra. Cioè trattasi di pensatori di un arte, la politica, la guerra, in cui si sono dimostrati eccellenti. Ma sono pensatori puri di una sola specializzazione, non hanno nessun interesse per la questione filosofica in se che comprende un solo problema che qui enuncio: Perchè c'è qualcosa invece che il niente, perchè quel qualcosa è uno, perchè da qull'uno, nascono o si originano i molti. Questo è il problema filosofico classico che concerne i primi pensatori greci da Anassimene a Parmenide e che viene ripreso fino ad Hegel. Poi c'è anche il pensiero politico e chi studia il pensiero politico può essere considerato un filosofo della politica come un filosofo della guerra nei casi citati. Mazzini comunque non è un filosofo della politica come Macchiavelli, è un agitatore politico interamente consumato in questa sua iopera. E noi non abbiamo il problema di spiegare la politica, ma di realizzare un'opera incompiuta, se ce la si fa.

Riporto in alto il thread solo perche', leggendo questo post di Calvin dove si cita il Machiavelli, mi e' tornata alla memoria una frase che molto tempo fa lessi sul Forum degli ex-repubblicani con tendenze catto-comuniste, dove si affermava che il Machiavelli mai e poi mai aveva detto che "il fine giustifica i mezzi".
Al momento della lettura venivano a cadere tutta una serie di ipotesi che mi ero fatto nella lettura dei fatti politici attuali proprio basandomi su quella frase che mi sembrava il cardine di tanta opera machiavellica.
Solo recentemente, proprio rileggendo alcuni passi del Principe, con fatica visto l’italiano alla gramelot, ho scovato la seguente frase:

“Nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ Principi, dove non e’ giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci dunque un Principe conto di vivere , e mantenere lo Stato: i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno laudati”

Buon autunno a tutti gli amici … non in odore di catto-comunismo !

[Venom]

La frase "il fine giustifica i mezzi" Machiavelli non l'ha mai scritta.
Si tratta di una citazione per riassumere malamente il suo pensiero, attribuita proprio da chi voleva screditare Machiavelli accusandolo di cinismo e di malvagità.
Quel brano che tu riporti dice che i mezzi saranno giudicati onorevoli, non che lo sono veramente.
Machiavelli infatti non si pone il problema morale dell'agire politico.

[jmimmo82]

Questo thread è una testimonianza scritta di un momento critico del mio percorso formativo da autodidatta. Successivamente si sono susseguiti una serie di sviluppi chiarificativi che mi hanno indotto ad abbracciare una tesi opposta a quanto affermavo nei post precedenti quest ultimo...

In pratica dopo aver studiato Grozio, Kant e l'idealismo tedesco nelle figure di Fichte, Schelling, Schlegel, Hegel e qualcosina di Herder ammetto di aver preso una sonora cantonata.

La mia tesi attuale è che Mazzini risenta tantissimo dell'idealismo tedesco, il quale ha poco a che spartire con i meccanicismi del giusnaturalismo di Grozio.

Inoltre ho fatto della ricerca sugli scritti del Mazzini di cui mi aveva tratto in inganno il linguaggio (continui richiami alla natura umana) e credo di aver individuato un frammento di critica del giusnaturalismo. Quando ho tempo vedrò di ritrovarlo e postarvelo. Ricordo che Mazzini dedica solo 2 righi all'argomento ed è estremamente lapidario...