io lo comprerò oggi e appena lo leggo, vi faccio sapere la mia impressione.
io lo comprerò oggi e appena lo leggo, vi faccio sapere la mia impressione.
Ed. Einaudi, 176 pag, 14,5 €.
Il passo delle oche è l'andatura oscillante e senza metodo di un partito concepito molto prima del 1995: un viaggio nell'universo politico, culturale, antropologico ed estetico della destra postfascita italiana, nata nel 1995 dallo scioglimento del Movimento Sociale Italiano e dalla nascita di Alleanza Nazionale. Il passo delle oche è l'incedere dei figli di Giorgio Almirante e del cieco sradicamento da un passato orgoglioso e catacombale. Il passo delle oche è anche il frutto di un'ubriacatura politica che ha travolto le menti di una classe dirigente scaraventata nel fuoco del potere senza i mezzi per reggerne il bagliore. Alessandro Giuli racconta un passato che non passa, guardando alle tribolazioni identitarie di un mondo che non ha ancora sciolto i nodi della propria natura e della propria vera funzione: l'uso del potere, il leaderismo, l'estetica, l'antropologia del quotidiano postfascista. Nello stesso tempo ritrae anche l'universo dei militanti che, quasi a dispetto dei propositi della dirigenza politica del partito, non paiono essersi molto allontanati da un mentalità che si riconosceva sotto il segno dei Ray-Ban o degli stivaletti a punta, o aveva come letture obbligate i testi di Evola o Junger... Il ritratto di coloro che, delusi e scettici, guardano con diffidenza il nuovo corso della destra finiana: l'altra metà oscura del bipolarismo ideologico italiano. Alla vigilia del probabile ingresso nel Partito popolare europeo, Fini e i suoi portano con sé il marchio di un partito che non è piú nazionale ma non sa essere apolide, non piú ghibellino ma nemmeno guelfo, occidentale per comodità e di destra per mancanza d'altro. Sopra questa incompiutezza An ha seminato la propria transizione da un passato impresentabile a quel nulla imbellettato di modernità chiamato postfascismo.
Ho finito da poco di leggerlo, interessante anche se a tratti eccessivo ma è nello stile dei pamphlet che oggi vanno di moda.
Partiamo da un dato di fatto Alleanza Nazionale è un partito nato nel gennaio 1995 e morto nei primi giorni di febbraio del 2008 (i funerali dovrebbero svolgersi entro l'autunno, almeno da quanto ci ha fatto sapere il Sig.Gianfranco Fini). Alleanza Nazionale è un partito che durante la sua storia ha ottenuto percentuali che oscillanno tra il 10,3% e il 15,7% mantenendosi su una media che si aggira tra il 12 e il 13%, è un partito che ha governato con risultati diversi Amminstrazioni regionali, provinciali, comunali, ecc.ecc. e che è stato al governo per due volte (anche se nel primo caso non si è nemmeno riusciti a fare il rodaggio).
La notizia quinadi è già nell'uscita del libro, perchè è incredibile che esca un libro sull'identità di un partito a 13 anni dalla sua nascita.
La cosa ancora più incredibile è che il termine identità è qualcosa di estremamente ricorrente nel gergo politico di AN: l'identità nazionale, la cultura comunitaria e identitaria, Gioventù Identitaria, Identità e libertà, ecc.ecc.
Non appare quindi strano che escano libri sull'"identità irrisolta" di An a 13 anni dalla sua fondazione?
Il MSI italiano inizialmente non era nemmeno un partito, più che altro era una famiglia, era la casa degli sconfitti della seconda guerra mondiale.
Il MSI italiano però, almeno inizialmente, aveva un'identità forte che nessuno può negare.
Chi votava l'MSI votava i fascisti, ma chi vota AN chi vota?
Giuli se lo chiede facendo una carrellata di tutte le maggiori figure che compongono l'universo di Alleanza Nazionale, ha parole di fuoco per tutti, tipiche dell'amante tradito più che del prezzolato (come qualcuno ha insinuato).
Di tutta l'esperienza di AN salva solo la rivista "Area" e poc'altro, Gianfranco Fini è liquidato come cinico opportunista (quale secondo me è), Gasparri come un'incapace che da Ministro delle Teleconmunicazioni ha fatto mettere alla porta della Rai persone stimabili come Buttafuoco e che non è riuscito a produrre "qualcosa di nostro" all'interno del sitema radiotelevisivo italiano.
Alemanno è il sociale con amicizie altolocate e via via passando per i Sottile, Storace, La Russa, ecc.ecc.
La conclusione è che di tutta l'esperienza di AN rimanga gran poco se non le debolezze di una classe dirigente che abbandonata la casa del padre non è ancora riuscita a farsene una propria. All'inizio aveva provato con il gollismo di Chirac, poi forse si è accorta che Chirac aveva posizioni troppo indipendenti in politica estera per adottarle anche qui in Italia (sputando così contemporaneamente in faccia sia alla vecchia casa fascista che alla nuova gollista), ultimamente si è convertita alla nuova destra (da non confondere con quella di De Benoist) francese di Sarkozy che dopo una brillante elezione si è fatto più notare per la sua storia amorosa con Carla Bruni che per la sua politica. Se è cambiato qualcosa in Francia da Chirac a Sarkozy è forse il rapporto con gli Stati Uniti...... e io non ne sarei troppo orgoglioso.
Insomma, tralasciando certi eccessi, davvero risulta difficile dare addosso al libro di Giuli.
"Cos'è stata Alleanza Nazionale?" rimane una domanda di difficile risposta.
3d già presente, accorpare!
Grazie!
Sfido a smentire il discorso di Giuli...
Molto interessante ma come spesso accade un libro per certi versi troppo "romano" e a volte un po' noioso.
Ma il titolo è micidialmente perfetto, da manuale di scrittura efficace.
In certi passi è anche divertente... quando aveva parlato di Fini "e le sue rughe abbronzate dal sole caraibico" mi aveva fatto morire
Forse l'errore é l'aver tagliato i ponti col passato troppo frettolosamente, senza preparare il terreno al presente in maniera adeguata per ragioni di opportunismo e cinismo: copiare di qui e di là non ha fatto altro che peggiorare il senso di vuoto ideologico dopo Fiuggi...La conclusione è che di tutta l'esperienza di AN rimanga gran poco se non le debolezze di una classe dirigente che abbandonata la casa del padre non è ancora riuscita a farsene una propria. All'inizio aveva provato con il gollismo di Chirac, poi forse si è accorta che Chirac aveva posizioni troppo indipendenti in politica estera per adottarle anche qui in Italia (sputando così contemporaneamente in faccia sia alla vecchia casa fascista che alla nuova gollista), ultimamente si è convertita alla nuova destra (da non confondere con quella di De Benoist) francese di Sarkozy che dopo una brillante elezione si è fatto più notare per la sua storia amorosa con Carla Bruni che per la sua politica. Se è cambiato qualcosa in Francia da Chirac a Sarkozy è forse il rapporto con gli Stati Uniti...... e io non ne sarei troppo orgoglioso.
Eccesiva romanità che si trova anche nel citato libro di Rao...comunque bellissimo secondo me anche se affetto pure dall'altro vizio dei libri recenti, l'antimissinismo.Molto interessante ma come spesso accade un libro per certi versi troppo "romano" e a volte un po' noioso.
Che ci volete fare, é un momento passerà