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Ci sono considerazion più complesse da trarre da questo articolo... Sopratutto relativamente al quadro geostrategico dell'Area.
Infatti emerge subito come l'Iran sia alla ricerca di partners politici e di come la Coalizione stia facendogli terra bruciata intorno. Una situazione complessa e intricata che potrà sbrogliarsi solo verso la primavera dell'anno prossimo.
"occhi elettronici di decodificazione alfanumerica rigenerata stellare missilistica satellitare guidati da occhi di filosofi, occhi di matematici, occhi di medici e di poeti, occhi e mani di scrittori sparsi nel mondo, occhi del seme d'Israele perduto in mille altri semi della diaspora del seme, semi nascosti in corpi alieni che sono corpi di Israele e non lo sanno o lo vanno scoprendo, io voglio gridare, io voglio esaltare la guerra di Israele."
Mamma mia, ma questo e' matto...
Ma a quale civilta' allude costui..
Ho paura, davvero
"parlare con loro di cinema e sparare e di poesia e sparare e di musica e correre e far tuonare il corto cannone che non sbaglia mentre il cielo viene tagliato a lama di coltello dai nostri jet."
Davvero paura..
per me ha fumato qualcosa, intinto nell'acido borico..
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Trovo il tempo di scrivere un ultimo messaggio prima di mettermi a letto (mi sono appena goduto una doccia fredda, maledetta).
Quel delirio è volutamente calcato sullo stampo originale che non è meno psicopatico. Quello che segue è il testo originale, il delirio nella sua sobria interezza.
«Voglio urlare ad Israele: vai e colpisci, ovunque essi siano, vai e fai quello che un Occidente mentitore e senza spina dorsale non ha il coraggio di fare. Io voglio gridare, voglio esaltare la guerra di Israele. Voglio che Israele con mano chirurgica e ferma colpisca e cauterizzi, che con mano pietosa distrugga col fuoco. I piloti devono avere occhi di chi non può consentirsi emozioni, le mani ferme sulle leve e i joy stick nei carri roventi che macinano la terra e la sabbia, mani che stringono armi e vuotano caricatori, menti gelide nel deserto rovente. Va e colpisci anche per i francesi che esaltano i loro zizù zazà zulù zozò, le loro cornate da capre mentre Parigi si appresta a bruciare di nuovo, e per quella gente di formaggio e paura che abita l'Olanda fertile di musulmani e la Svezia musulmana e la Danimarca musulmana e i loro maledetti covi e riti, via spazzateli tutti, purgateli, eliminateli, colpisci anche per loro, per noi, Israele. Oh Israele, se solo potessi marciare nella tua guerra, se potessi vegliare nei tuoi campi in attesa, se potessi fare l'autostop per raggiungere la mia unità, se potessi lasciare il mio kibbutz o villaggio o città biblica con i capelli sotto il berretto, il fucile in spalla, l'abito da guerra di Israele e la sua bandiera. Oh Israele, se soltanto potessi non essere solidale ma esserci, non scrivere ma combattere, come vorrei, Israele, essere alla guida di un carro con due materassi legati fuori, insieme a giovani con la chitarra come quelli che incontrai in Libano un quarto di secolo fa e parlare con loro di cinema, e sparare, e di poesia, e sparare, e di musica, e correre, e far tuonare il corto cannone che non sbaglia mentre il cielo viene tagliato a lama di coltello dai nostri jet. Oh Israele!».
Di Paolo Guzzanti
Mi sembra di commentare due ubriachi sotto un ponte di Tel Aviv.
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