In effetti si tratta di tempi lunghi, lunghissimi, così lunghi da far credere a chi sta dentro il Sistema, che esso è immobile. E' come guardare il movimento delle zolle tettoniche; poderoso, inarrestabile ma praticamente non avvertibile. O guardare lo scoppio di una supernova con un telescopio.
Raffronti che mettano in evidenza un cambiamento, sono possibili a prezzo non solo di una notevole lucidità di analisi, ma anche di una buona memoria storica.
Che, mi dispiace constatare, non c'è in giro.
Abbiamo attualizzato la Storia, abbiamo perso il senso del mutamento e del divenire, e quindi giocoforza ci sono molte persone che ritengono in assoluta buona fede che ci troviamo di fronte a quell'idea di "fine della Storia" che secondo Massimo Fini è il massimo dell'arroganza del Sistema.
In realtà il carattere ciclico della Storia, l'impossibilità di fermarla risaltano non appena si prende in mano un buon libro, o si guarda un vecchio programma (abbiamo Rai Teche che, sentivo oggi, come archivio video è il secondo al mondo dopo quello della BBC; che spreco, guardare l'Isola dei Famosi quando ci sono due Rai Edu che passano continuamente materiali eccezionali!).
La storia del Myanmar sarà quella di ogni altra dittatura che l'ha preceduta; quando il popolo avrà superato la fase della sopportazione, e non cinque minuti prima, la dittatura finirà. Finchè le dittature saranno tenute in piedi dalle baionette, e le baionette saranno rette da mani umane, dietro quelle mani ci saranno dei cervelli che ragioneranno in termini di caldo, freddo, paura, fame.
Ci sono dittature che possono durare pochi anni, o secoli; dipende dal carattere dei popoli. Ecco perchè il sistema mondialista non capisce sè stesso ed i propri limiti: perchè, negando l'esistenza stessa dei popoli (siamo solo "materiale genetico", in base ai delirii di un Darwin o di un Veronesi), è impossibile poi annettere ai popoli stessi delle peculiarità. Ci sono Paesi, lo abbiamo visto tante volte, dove funziona sia il socialismo che il capitalismo, e Paesi dove non può funzionare nessuno dei due. Dipende dai popoli, non dai sistemi. Ci sono popoli che danno un grande valore alla libertà, e popoli che non le annettono nessun valore.
Il carattere dei popoli cambia anch'esso, ma ci vuole tanto tempo, e tanta sedimentazione della Storia; per questo, quando ripetiamo con orgoglio che "dietro di noi ci sono duemila anni di Storia!", sottintendendo con disprezzo che per esempio gli americani questi 2000 anni non li hanno, e che questo non-avere è un minus che può fare la differenza, beh, affermiamo un concetto molto importante, che non dovrebbe perdersi nella retorica d'area, ma essere oggetto di qualche riflessione seria, ogni tanto.
Quando ci consideriamo non solo figli di nostro padre, ma figli dell'Europa, noi rivendichiamo il fatto che sulla groppa portiamo un fardello nobile ed invisibile; noi siamo nipoti dell'Impero Romano, del Cristianesimo, di Carlomagno e del Medio Evo, del Rinascimento e dell'Illuminismo, del Romanticismo, del sindacalismo, di due guerre mondiali e di tante altre cose. Che altri non hanno nel loro bagaglio. Ecco, da che cosa nasce quel quid che non entra in nessun bilancio ma che può fare la differenza nella presente competizione per la supremazia nel mondo: da un vissuto che non è mera memoria, ma esperienza fondante. Mentre per chi ci governa l'Europa è solo un mercato degli schiavi.
Ho la netta percezione, che stia finendo un'Era di Mezzo, e che si stia entrando in un periodo di torbidi e di grandi cambiamenti. Stanno avvenendo grandi cose; sta tramontando la supremazia americana, il mondo sta diventando multipolare. Sta finendo l'ordine mondiale basato sull'esito della II GM. E' questo, il momento in cui si vede se la classe è classe o acqua. Chi sarà all'altezza, sarà padrone di sè stesso e forse di qualcos'altro. Chi non sarà all'altezza, senza far rumore finirà nel buco del water della Storia.
A proposito; oggi guardavo un vecchio film di guerra. E ho capito una cosa. Lo sapete, che cos'è che ha reso grande l'Inghilterra e le ha permesso di dominare i mari e di avere un impero? La disciplina.