Comunicato Stampa del Coordinamento Progetto Eurasia
del 26/09/2007

Sulla situazione in Myanmar

Dato il precipitare degli eventi che stanno portando il blocco occidentale ad isolare ed aggredire, per ora verbalmente ed economicamente, la nazione del Myanmar, il CPE esprime la propria assoluta contrarietà
alle ingerenze della cosiddetta "comunita' internazionale", che mirano al sovvertimento del legittimo regime del Myanmar.

Dietro le proteste dei monaci buddisti di questi giorni e le aspre tensioni tra gruppi etnici, peraltro artificiosamente ingigantite, si nascondono gli interessi occidentali che mirano a destabilizzare il Paese per monopolizzarne le risorse e per insediare un regime "democratico" più favorevole agli interessi finanziari ed economici dell´Occidente americanocentrico.

La strumentalizzazione delle tensioni interne al Myanmar tende, in particolare, a bloccare il progetto strategico di un gasdotto che partendo dall´Iran termina in Cina, attraversando India e Myanmar. Il CPE, oltre a
sottolineare l´importanza della stabilità della regione sino-indiana, si associa all´appello del governo di Pechino che chiede "al popolo e al governo birmano di risolvere la crisi in modo corretto".

Il CPE ricorda che Rangoon è sotto "osservazione" statunitense fin dal 1997, cioè da quando l´Amministrazione degli USA, allora retta dal democratico Clinton, stabilì un embargo sugli investimenti nordamericani in Myanmar; ricorda inoltre che la resistenza del governo di Rangoon ha provocato la rappresaglia economico-finanziara voluta dal repubblicano Bush, in base alla quale dal 2003 le importazioni e le esportazioni di prodotti finanziari tra gli USA e il Myanmar sono bloccate. Oggi apprendiamo che anche l´Unione Europea proibisce gli investimenti in Myanmar e limita le relazioni diplomatiche, rendendo così difficile qualunque soluzione improntata alla pace.

Il CPE deplora, infine, lo sciacallaggio operato sulle sventure di un popolo dai cosiddetti "umanitari" radicali, dagli pseudo-pacifisti e dalle ONG asservite ai voleri di Washington. Costoro, invece di adoperarsi per trovare soluzioni pacifiche, alimentano, come da copione, l'odio tra il popolo birmano e la disinformazione all'esterno per impedirci di scoprire quello che sta realmente accadendo. Tra l'altro utilizzando come "icona" della democrazia e della liberta' la figura di Aung San Suu Kyi, personaggio ambiguo pompato ad arte da MTV ed Hollywood.



http://www.cpeurasia.org/com-myanmar.htm
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