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Lecce, sacerdote condannato per sequestro di donne immigrate
venerdì, 28 settembre 2007 8.54
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BARI (Reuters) - Un sacerdote accusato di sequestro e violenze contro donne immigrate ospiti del centro di accoglienza di cui era responsabile in Puglia è stato condannato oggi dal tribunale di Lecce a cinque anni di carcere. Lo riferiscono fonti giudiziarie.
Don Cesare Lodeserto, ex direttore del Centro di accoglienza per immigrati "Regina Pacis" di San Foca, cittadina in provincia di Lecce, era stato arrestato il 12 marzo di due anni fa a Mantova, presso una struttura "gemella" di quella pugliese, su mandato della procura leccese.
Il sacerdote, accusato di calunnia, sequestro di persona, minacce e violenza nei confronti di donne moldave e rumene, trascorse alcuni giorni in carcere, poi gli furono concessi gli arresti domiciliari in casa di una sorella.
Per gli inquirenti, il sacerdote aveva cercato di trattenere contro il loro volere nel centro alcune donne immigrate. In un primo momento la Curia difese il religioso, spiegando che le donne, ospitate nel centro per sfuggire alla prostituzione, erano state trovate ubriache e invitate a non uscire per evitare problemi.
Pochi mesi dopo, però, la Curia chiude definitivamente il centro di accoglienza, mentre don Lodeserto scelse il rito abbreviato.
Oggi è arrivata la condanna a 5 anni e 4 mesi di carcere, disposta dal giudice Nicola Laricca, che insieme al religioso ha condannato anche il nipote Giuseppe Lodeserto a 3 anni e due mesi e una collaboratrice, Natalia Vieru, a 2 anni e 8 mesi
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Condannato don Cesare Lodeserto: 5 anni
Il sacerdote gestiva il centro per immigrati 'Regina Pacis' di San Foca. Le accuse erano di calunnia, violenza, minacce e sequestro di persona nei confronti di alcune donne rumene e moldave
LECCE - Don Cesare Lodeserto, il sacerdote che gestiva per conto della Curia Diocesana di Lecce, il Centro per immigrati 'Regina Pacis' di San Foca di Melendugno nei pressi del capoluogo salentino, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione al termine del processo con rito abbreviato davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Nicola Lariccia. Le accuse nei confronti del religioso erano di calunnia, violenza e minacce e sequestro di persona nei confronti di alcune donne rumene e moldave, già ospiti del Centro. Don Cesare venne anche arrestato due anni e mezzo fa all’aeroporto di Verona, al ritorno da una missione in Moldova. Il sacerdote passò alcuni giorni in carcere. Poi gli furono concessi gli arresti domiciliari che scontò per circa tre mesi, prima in una comunità religiosa a Noci nel barese e infine in casa della sorella a Lecce. In seguito a questa vicenda la Curia Vescovile decise di chiudere la struttura.
Il suo difensore, Pasquale Corleto, nel corso del processo ha abbandonato la difesa in segno di protesta nei confronti del pubblico ministero. La pena è particolarmente pesante, anche perchè al sacerdote sono state riconosciute le attenuanti generiche e in considerazione del fatto che aveva scelto il rito abbreviato. Condannati anche il nipote di don Cesare, Giuseppe Lodeserto, a 3 anni e 2 mesi e una collaboratrice, Natalia Vieru, a 2 anni e 8 mesi, più o meno per le stesse accuse.
28/9/2007