ho trattato l'argomento qui
http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=372092
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Dunque: anzitutto guardiamo i risultati dell’indagine PISA dell’OCSE.
Riporto le sole tabelle per matematica e problem solving.
Queste due sono infatti le due materie in cui la lingua non conta assolutamente, e sono quindi le più “culturalmente neutre”, e sono di conseguenza del tutto comparabili tra paesi diversi.
Ora, come potete vedere l’Italia si colloca non solo sotto i soliti “primi della classe” (anglosassoni, scandinavi, ecc.), ma anche sotto Repubblica Ceca (che ha un sistema d’istruzione addirittura ottimo, non paragonabile a quello italiano), Corea, Macao, Repubblica Slovacca, Polonia, Lettonia, Federazione Russa, Ungheria, ecc...
* * *Questo per quanto riguarda l’Italia nel suo complesso.
Se prendiamo i dati disaggregati, regione per regione, il confronto del mezzogiorno italiano con il resto del mondo sviluppato (inclusi gli stati dell'Europa dell'Est) diventa semplicemente impietoso.
cito testualmente da http://ospitiweb.indire.it/adi/Pisa2...3_commento.htmQuesti risultati dimostrano in modo inequivocabile la spaccatura dell'Italia, considerato il grande divario di punteggio fra le Regioni e Province autonome del Nord e il dato complessivo nazionale.
Questa frattura è resa poi del tutto esplicita dai dati per macroaree, Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Sud Isole. Se si esaminano i punteggi di matematica sotto riportati, si vede che NordOvest e Nord Est hanno risultati simili a quelli di Francia e Svezia, il Centro ha un punteggio che coincide con quello medio dell’Italia, mentre le due aree del Mezzogiorno hanno un punteggio analogo a quello della Turchia. […]
D'altra parte già PISA 2000 aveva evidenziato la grande differenza fra macroaree italiane. I dati disaggregati nella competenza di lettura (campo privilegiato di indagine di PISA 2000), avevano mostrato che il Nord Est si collocava, sulla base dei punteggi medi, allo stesso livello dell'Irlanda, che era il quinto Paese nella graduatoria, venendo prima di Corea, Regno Unito e Giappone, e il Nord Ovest veniva subito dopo quest'ultimo Paese, ma ancora significativamente al di sopra della media OCSE. All'altro estremo della distribuzione invece il Sud aveva un punteggio medio che lo collocava al livello della Russia, e il Sud Isole [...] precedendo solo Messico e Brasile. Per quanto il confronto di singole parti dell'Italia con gli altri Paesi sia legittimo solo fino a un certo punto, esso dà un'idea della portata della disparità legata al fattore geografico nel nostro Paese.
La Figura sottoriportata presenta i punteggi degli studenti italiani sulla scala di competenza di lettura per area geografica conseguiti nel PISA 2000. Tra i risultati di lettura dei quindicenni del Nord Est e del Nord Ovest e quelli dei loro coetanei del Sud Isole c'era una differenza di oltre un livello sulla scala di competenza di lettura.
Napoli Porto Franco
È da qui che parte l'invasione dell'Europa con merci false cinesi. Grazie a controllori corrotti e alla regia dei boss. Una indagine choc
di Marco Lillo
http://espresso.repubblica.it/dettag...franco/1597607
Non riporto l’articolo per brevità; comunque lo si può leggere sul sito dell’Espresso seguendo il link che ho indicato... credo comunque che il “modello tortuga” non sia la via più sostenibile allo sviluppo nel lungo termine...
E con ciò?
Non era in discussione se questo avrebbe favorito lo sviluppo (è chiaro che si sviluppano solo le organizzazioni criminali), semplicemente ho fatto notare che il giro d'affari c'è già ed è anche grosso (in definitiva... le mafie hanno più soldi di parecchie nazioni messe assieme)
Leggi bene però. La tua ricerca parla di matematica e di matematica per lo più in età scolare.
Ora, dov'è che si studia di più la matematica? Non esattamente al licelo classico, sicuramente non al linguistico, rimane tra i licei giusto lo scientifico (dove è insegnata in quantità paragonabili alle materie umanistiche, non superiori).
Le scuole dove si studia più matematica e materie scientifiche (chimica, fisica) sono le tecniche: gli istituti tecnici industriali in particolare.
E' ovvio che gli iscritti agli istituti tecnici abbonderanno in zone dove una volta usciti vi è uno sbocco lavorativo: un perito chimico troverà lavoro più in Piemonte che in Molise. Al sud anche chi sceglie il tecnico professionale trova più sbocchi con l'alberghiero o con il turistico che con industriale ad indirizzo meccanico.
Allo stesso modo io non credo che la 'scolarizzazione' sia superiore al nord: anzi, credo che per forza di cose siano costretti a raggiungere la laurea più gli studenti che escono da una scuola superiore del sud che quelli del nord, dove magari con il doploma da ragioniere babbo ti trova posto in azienda e con quello da perito nella fabbrichetta.
Infine se per università il centro ed il nord contano una miriade di poli (dalle piccole Camerino e Tuscia alle grandi Sapienza, Padova ecc...) al sud le università sono di meno, concentrate più nei capoluoghi che in 'poli-universitari'. Anche per questo ho conosciuto una marea di giovani costretti comunque a spostarsi per fare l'università che han preferito trovare posto in quelle più grandi ed accoglienti del centro-nord (se devi spostarti da un lato all'altro della sicilia a questo punto andare a Roma o a Milano non cambia poi troppo).
Questo aumenta certo il numero di università e di laureati al nord... ma con le teste del sud.
Innanzitutto non credo che se nella patria delle disparità non si fanno quetsioni per le zone più povere, questo debba o possa costituire un punto di riferimento per l'italia e l'europa.
Secondo, direi che non si può fare il paragone soprattutto perchè in america c'è comunque una ricchezza molto maggiore mentre da noi metà del paese è così a terra economicamente da costituire anche una palla al piede per la nazione intera, e dunque bisogna risollevarlo perchè quando non ti funziona una gamba l'altra può funzionarti bene quanto vuoi che striscerai comunque sempre per terra.
..Perchè i giudici invece di applicare la legge la interpretano