Conferenza per il No alla Turchia in Europa
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ROMAGNOLI Il segretario della Fiamma Tricolore al convegno ‘LA TURCHIA IN EUROPA, LE RAGIONI DEL SI E DEL NO’ “Occorre confronto, dibattito, dialettica e documentazione. Sulla Turchia nell’Unione Europea, in questo caso. Può cambiare il merito, ma non il metodo, per l’arricchimento della conoscenza e per il dibattito franco, anche tra chi, sui diversi temi, ha differenti opinioni. Rimango convinto che la via attualmente più opportuna per le relazioni tra UE e Turchia sia quella di un forte, anche privilegiato, partenariato, piuttosto che l’integrazione. E’ necessario che comunque maturino le condizione affinché evolvano, verso gli standard europei, la situazione politica, sociale ed economica della Turchia e si rendano così omogenee a quelle della UE.
Ciò non toglie che i tempi per una scelta devono essere quelli dettati dalla strategia per il domani e non certo dai pregiudizi del passato. Perciò l’UE deve prima di tutto spiegare a se stessa che ruolo vuole avere nell’assetto politico mondiale e poi su questa base decidere se e come in questo quadro è opportuno si inscriva. Altra perplessità in me sorge per quanto attiene alla attuale diversa mentalità e cultura. Diversità che esiste, ma non può essere un ostacolo all’infinito”.
ANSA UE: TURCHIA; FT, NO A INGRESSO, MA NECESSARIO CONFRONTO - FIAMMA TRICOLORE ORGANIZZA CONVEGNO CON FAVOREVOLI ANKARA IN UE (ANSA) - ROMA,
La Fiamma Tricolore, nonostante la contrarieta’ all’ingresso della Turchia nell’Ue, ha dato voce, in un convegno, ai fautori dell’arrivo di Ankara nell’Unione. Lo ha fatto a Roma, oggi, con il suo segretario nazionale, l’europarlamentare Luca Romagnoli, che ha sottolineato come il partito sia invece favorevole ad un ‘’partenariato privilegiato forte'’ con il Paese della Mezzaluna. L’occasione per il
confronto e’ venuta dal convegno. ‘’Io sono - ha detto Gianni De Michelis, parlamentare europeo di Ni-Nuovo Psi - per una Europa a forte dimensione mediterranea che includa la Turchia e penso che l’Italia
debba battersi affinche’ questo modello prevalga su quello dell’Europa baltica. La scelta di un’ Europa baltica significherebbe, infatti, rinunciare a giocare un ruolo importante nel punto caldo dove si decide
il futuro del mondo cioe’ il Mediterraneo allargato che comprende il Medio Oriente e il Caucaso'’. Le ragioni di un si’ all’ingresso della Turchia in Europa sono state espresse dal prof.Stefano Trinchesi,
ordinario di Storia contemporanea dell’universita’ di Chieti, secondo il quale ‘’la storia del rapporto tra Turchia ed Europa non e’ solo storia di scontri ma anche e soprattutto storia di scambi e di
accoglienza. La Turchia nella Ue comporta vantaggi per tutti: per la prima e’ l’occasione di compiere fino in fondo il processo di occidentalizzazione avviato da Ataturk; per noi e’ una enorme occasione
di aprirci verso il Mediterraneo'’. Secondo il prof. Augusto Sinagra, ordinario di diritto dell’Unione europea alla facolta’ di Scienze Politiche dell’universita’ La Sapienza di Roma, ‘’c'e’ da guardare con
attenzione all’azione di governo di Erdogan che puo’ contemperare le due anime del Paese'’ quella islamista e quella europeista. Attenzione deve essere rivolta pero’ al progetto di riforma della Costituzione ‘’dove al posto della laicita’ si vorrebbe inserire la liberta’ di religione che e’ cosa diversa'’. Per il prof. Gianfranco Lizza, ordinario di Geopolitica alla Sapienza,'’l'Europa deve divenire una
Europa forte, capace di dire e fare qualcosa e quindi deve acquisire una dimensione politica oltre che economica stringendosi attorno ad un nucleo forte e dotandosi di una forza militare. In questo nucleo forte deve entrare la Turchia. Altrimenti se continua ad allargarsi solo nella dimensione dell’ipermercato e’ destinata a fallire'’. Resta la contrarieta’ della Fiamma Tricolore che ‘’pero’ - ha precisato
Romagnoli - non e’ di tipo religioso ne’ e’ immutabile. Quando infatti l’Europa avra’ un ruolo politico e militare che oggi ancora non ha, allora la Turchia diverra’ un pilastro importante dell’Unione. Per
adesso diciamo no per due motivi. Il primo e’ la diversita’ di mentalita’ tra la popolazione turca e quella europea; il secondo riguarda la troppo accondiscendenza con gli Usa'’.