Welfare, assemblee calde a Mirafiori
Fischi e contestazioni alla fabbrica Fiat dove i segreteri generali stanno esponendo ai lavoratori i contenuti dell'accordo di luglio
Le tute blu: con Berlusconi saremmo scesi in piazza
TORINO - Alla Fiat di Mirafiori assemblee calde dei lavoratori: i sindacati conferedali hanno spiegato il protocollo su welfare e pensioni siglato lo scorso luglio con il governo. Ma sono stati spesso interrotti da fischi e contestazioni da parte degli operai, che dovranno dare il consenso al documento con un voto. A Mirafiori sono intervenuti il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, Morena Piccinini della segreteria nazionale della Cgil, la segretaria confederale della Cisl, Anna Maria Furlan, e il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, che parlerà alle 17.
FISCHI - Il clima è stato decisamente vivace: gli interventi dei rappresentanti sindacali avrebbero sollevato contestazioni. Fischi, invece, sarebbero stati indirizzati a un delegato della Fiom che si è detto «favorevole» al protocollo, mentre applausi avrebbero accompagnato le dichiarazioni dei delegati che hanno manifestato contrarietà al documento.
DELUSIONE E RABBIA - «Ci siamo fatti sentire, i fischi non sono mancati, ma abbiamo anche voluto ascoltare per capire le ragioni di certe scelte». Così i lavoratori all'uscita di Mirafiori, a fine turno, hanno commentato l'assemblea, alla quale hanno partecipato circa mille persone. «Gli abbiamo detto che l'accordo non va bene - ha detto un lavoratore - Ma le contestazioni sono state civili, certo non abbiamo tirato le uova». «Non si può dire - commenta Edi Lazzi della Quinta Lega Fiom - che i lavoratori abbiano dimostrato contentezza ed hanno confermato la delusione e arrabbiatura per non essere stati coinvolti prima della firma del protocollo». «I lavoratori - dice Ugo B., da 10 anni alle Carrozzerie - sanno benissimo che se ci fosse stato un altro governo ci sarebbe anche stato un altro tipo di mobilitazione sindacale». Insomma, sostengono in molti, se ci fosse stato un governo Berlusconi gli operai sarebbero scesi in piazza. «Invece non c’è stata nessuna mobilitazione, i sindacati non hanno fatto il loro dovere. Per l’articolo 18 siamo andati in tre milioni a Roma, bisognava fare altrettanto». Delusione e rabbia sembrano i sentimenti più diffusi all’uscita di Mirafiori. Come conferma Giorgio Airaudo, segretario provinciale della Fiom di Torino: «Un clima di delusione per un governo che si pensava amico - ha spiegato - E un clima di forti critiche nei confronti del sindacato che poteva fare di più». «Io mi auguro che vinca il no - dice un'altra lavoratrice - ma non contro il governo, ma perché il sindacato riprenda a fare sindacato».
«MUGUGNI» - Non di fischi, ma di «mugugni» ha parlato Luigi Angeletti: «I lavoratori ci hanno ascoltato e ci sono stati molti interventi, ovviamente c'è una nutrita schiera di promotori per il no», ha detto il leader della Uil. Che ha riferito che non si sono ripetuti i fischi dell'ultima volta dei tre segretari di Cgil, Cisl e Uil a Mirafiori: «Qualche mugugno c'è stato. Ma è fisiologico in un'assemblea di metalmeccanici. E ci sono stati anche applausi».
A PORTE CHIUSE - I giornalisti non hanno partecipato alle assemblee sul protocollo firmato il 23 luglio scorso. Sulle porte chiuse alle assemblee c'era stata una forte polemica nei giorni scorsi, culminata con una lettera aperta firmata da 211 lavoratori di Mirafiori. La stampa era presente nelle assemblee del dicembre 2006, alle quali intervennero i leader nazionali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Nel corso di quelle assemblee ci furono fischi e contestazioni nei confronti dei segretari generali.
PRODI - Con Bertinotti «tutte le volte sembra che debba andare male e invece va bene. Credo che anche questa volta si metterà bene». Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, si mostra fiducioso sul confronto con Rifondazione comunista sul protocollo sul welfare al termine di un incontro con i candidati alla segreteria del Pd. «Troveremo l'accordo - ha aggiunto Prodi - Di fronte alla discussione di un problema è chiaro che tutti si posizionino ed è giusto che lo facciano, come in tutti i governi democratici del mondo. Poi si trova la composizione. E' il mio dovere farlo. Mi diverto anche e la troveremo anche questa volta. Non vedo problemi di rottura». E poi, sulle assemblee dei lavoratori a Mirafiori: «I lavoratori votino pure, ma il protocollo aiuta i poveri».
01 ottobre 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...irafiori.shtml