Chi erano i lapsi?
È noto che in virtù della cosiddetta ‘persecuzione’ dell’imperatore Decio, i cittadini furono soggetti al conseguimento di un ‘certificato di civismo’. Questo certificato si otteneva compiendo un’offerta o un sacrificio alle Divinità tradizionali.
Le sanzioni non furono mai eccessivamente pesanti e quasi sempre di natura pecuniaria. Ciononostante, la grande maggioranza dei cristiani per non incorrere nella pena ‘apostatò’.
Da qui il problema dei moltissimi lapsi, galilei che avevano apostatato e chiedevano di rientrare nella chiesa.
Il problema era così grave che Cipriano dedicò ad essi il trattato De lapsis, pronunciandosi in favore della riammissione nella chiesa. Siamo forse di fronte al primo esempio di realpolitik della chiesa: una condanna dei lapsi avrebbe probabilmente segnato il rapido declino di quest'ultima.
Ecco come l’apologeta africano traveste di retorica questa scelta opportunistica:
"Le vostre teste non si sono coperte con l'empio velo, che di solito copre le teste dei vili sacrificatori. La vostra fronte, segnata con il sigillo di Dio, non ha potuto essere cinta dalla corona del diavolo; si è conservata per il diadema di Cristo. Quale gioia sente la Madre Chiesa al vedervi tornare dal combattimento! Come si sente orgogliosa nell'aprire le sue porte, perché possiate entrare come truppe, che ritornano dopo aver prostrato il nemico, portando i trofei. Con gli eroi trionfanti vennero le donne, che vinsero il mondo. Vengono insieme le vergini con la doppia palma dell'eroismo; ed i piccoli che furono superiori alla loro età con il loro valore"
La persecuzione di Decio invece, non fu per niente un massacro (come si legge in altre pagine dell'africano), ed è uno stesso prete a riconoscerlo, in questo interessante articolo:
http://www.cataniaperte.com/santagat...igo-persec.PDF
Egli scrive, tra l’altro:
“Gran parte di cristiani quasi inconsciamente apostatarono e poi furono qualificati come "lapsi": tanti offersero agli dei sacrifici di animali o di incenso e furono qualificati "sacrificati" o "turificati"; altri invece, senza offrire sacrifici, seppero fare in modo, sia con l'astuzia, sia con la corruzione, di procurarsi dalle autorità il prescritto certificato di sacrificio compiuto ("libellus") con la conseguente registrazione nelle liste ufficiali e furono qualificati "libellatici, acta vel accepta facientes" .
Le defezioni si verificarono in massa con paradossali pretesti”.
Lo scritto è scorrevole, ma va letto ricordando che comunque è pur sempre un prete a scrivere (dovrebbe infatti spiegarci come si fa ad apostatare ‘quasi inconsciamente’).