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    Predefinito [Repressione e Finanziaria] Il pacco del pacchetto sicurezza

    SICUREZZA: CHE PACCO!
    Il nuovo pacchetto sicurezza ha come obiettivo quello di scaricare la classe dominante delle proprie responsabilità e additare, come colpevoli del malcontento popolare, le categorie più deboli e indifese.
    La nuova riforma prevede un aumento del controllo sociale, dà più potere ai sindaci-sbirri e introduce misure repressive preventive, come il peggioramento dell’articolo 41bis (carcere duro) e l’arresto cautelativo per “presunta pericolosità e sufficienti indizi”, addirittura anche per i minori.
    Inoltre, il governo e le giunte comunali stanno attuando una politica di controllo sociale e repressione nei confronti di chiunque non sia completamente conforme a questa società e contro chi vive con espedienti al limite della legge.
    Nelle ultime settimane ha fatto scalpore l’ordinanza del sindaco di Firenze contro i lavavetri, accusati di “molestare le persone ai semafori”. Altre ordinanze di questo tipo sono state inflitte in tutta Italia anche contro i parcheggiatori abusivi e i graffittari “rei di dare colore” nell’oscurità e nell’oblio delle nostre città.
    A Foggia l’assessore Del Carmine, dopo le varie richieste di servizi igienici da parte di una comunità rom, ha proceduto ad un nuovo sgombero con la scusa di “scarsa igiene”.
    In tale contesto i gruppi fascisti trovano occasione di far proselitismo, di radicarsi e di avviare pratiche squadristiche spesso con la copertura sbirresca, come ad esempio i vari incendi dolosi proprio ai danni di queste comunità.
    Tutte queste manovre tentano di creare una “guerra tra poveri”, in modo da spostare l’attenzione del proletariato verso le conseguenze e non le cause dei problemi sociali.
    Il centro-sinistra cerca di far fronte al crescente malcontento dovuto alla mancanza di ogni elementare diritto (dalla casa allo studio, dalla sanità pubblica al lavoro, ecc) instaurando un clima di guerra interna atta ad aumentare il controllo sociale e a prevenire qualsiasi fermento che possa mettere in discussione questo sistema di barbarie e sfruttamento.
    Come se non bastasse, 30mila uomini attualmente in esubero nelle forze armate potrebbero affiancare le forze dell’ordine nelle città.
    Allo stesso modo con cui aumenta il controllo sociale e la repressione nelle nostre città, nei posti di lavoro viene sempre più colpito chi alza la testa con provvedimenti disciplinari e molto spesso con il licenziamento.
    I casi più vicini alla nostra città sono i licenziamenti di un operaio della Fiat di Termoli e del delegato sindacale alla Fiat di Pomigliano d’Arco.
    Negli ultimi mesi, le giunte comunali hanno proseguito in tantissimi sgomberi di spazi d’aggregazione popolare, mentre la magistratura ha aperto migliaia d’inchieste ai danni di compagni attivi nelle lotte sociali ed in difesa dei diritti delle masse polari.
    La più eclatante è l’operazione repressiva che ha portato all’arresto di 16 compagni tra il 12 febbraio e il 6 luglio, rei di non piegarsi ai soprusi dei padroni e aspirare ad una società più giusta.
    Con questi provvedimenti lo stato punta soprattutto ad azzittire tutti coloro che si oppongono e non vogliono subire le ingiustizie.
    Contro le ingiustizie e le barbarie che ci colpiscono, bisogna unirsi e impugnare l’arma della lotta.

    CONTRO IL PACCHETTO REPRESSIONE UNITA', ORGANIZZAZIONE!

    CENTRO DI DOC. “FILOROSSO”
    Via miracoli, 11 (III parallela c.so Cairoli) Foggia

    guardierosse3@virgilio.it
    http://filorossofoggia.spaces.live.it

    A luta continua

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    Finanziaria 2008: una Legge all’insegna della guerra e della “sicurezza”

    Il Ministro Parisi è uscito sorridente dal summit notturno che ha fatto quadrare il cerchio di una Legge Finanziaria in stretta continuità con la precedente.
    Soddisfazione più che legittima: le risorse destinate alla guerra ed alle industrie belliche tricolori sono maggiori di quelle previste negli accordi scritti nella finanziaria 2007.
    Il risultato però è al di sotto delle aspettative di alcuni esponenti del Governo Prodi e soprattutto di Finmeccanica.
    Roberta Pinotti, esponente dell’Ulivo e Presidente della Commissione Difesa di Montecitorio chiede di “salvare il progetto di Nuovo Modello di Difesa”, per il quale si prevede la formazione di 190.000 uomini pronti alla “proiezione rapida” nei territori esteri di “interesse nazionale” (Eurasia, Medio Oriente, Nord Africa).
    Il Sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri - tristemente noto per aver recentemente sottoscritto accordi militari bilaterali Italia/USA – è invece preoccupato per possibili tagli al programma del caccia da combattimento europeo Eurofighter
    Infine, ma non certo per ultimi, gli strali del Direttore generale di Finmeccanica Giorgio Zappano, preoccupato per una possibile mancanza di fondi per investimenti e partecipazioni alle gare internazionali. Voce più autorevole e pesante quella di Zappa, dato che la mega azienda a partecipazione statale, trasformatasi in un colosso dell’industria delle armi a livello internazionale, ha firmato negli ultimi due anni contratti miliardari ai quattro angoli della terra, dagli Stati Uniti alla Turchia, dall’India alla Cina.
    Probabilmente questo lavoro di “lobbing” servirà a migliorare ulteriormente il gettito dell’erario a favore della Difesa.
    La Finanziaria 2008 deve essere ancora definita nei minimi particolari...

    Altro Ministero premiato a suon di milioni di euro è quello dell’Interno.
    Per il 2008 saranno stanziati 500 milioni di euro in più per la “sicurezza”. Verranno i incrementate di 7/8.000 unità le varie forze dell’ordine, ammodernato il parco macchine ed aumentati gli stipendi di carabinieri, poliziotti, guardie di finanza e penitenziarie. Così, oltre ad essere utilizzate per addestrare le polizie delle neocolonie sulla base delle tecniche utilizzate a Genova nel 2001, siamo sicuri che neppure un lavavetri o un Rom sfuggirà dalle grinfie di Amato e dei Sindaci di centro sinistra.

    Assistiamo quindi ad un consolidato orientamento bellicista e securitario del governo Prodi, che anche per il 2008 sposta il baricentro delle entrate e delle uscite a favore delle imprese, come dimostrato dalla riduzione di IRES ed IRAP, concedendo invece vergognosi “bonus” da 150 euro agli oltre 12 milioni di cittadini impoveriti dai processi di precarizzazione, dal sistematico smantellamento dello Stato sociale e dei diritti del mondo del lavoro.

    Non sta a noi analizzare e rispondere alle politiche economiche dell’attuale esecutivo. Di questo si occuperà lo sciopero generale e generalizzato indetto dal sindacalismo di base per il prossimo 9 novembre. Nostro compito è invece quello di denunciare la costante militarizzazione della cosiddetta “azienda Italia”.
    Il placet della cosiddetta “sinistra di governo” alla Finanziaria 2008 oramai non sconcerta più nessuno. In 19 mesi di governo Prodi tutti hanno capito il ruolo ritagliato dai poteri forti per questa rappresentanza politica “radicale”.
    Dopo la sonora sconfitta di piazza del 9 giugno, la nascente “cosa rossa” tenta ora di recuperare terreno con improbabili mobilitazioni per “sostenere il programma originario di governo”, lasciando però clamorosamente fuori dalle piattaforme il tema della guerra, centrale non solo per questioni politiche generali - attinenti all’etica ed alla coerenza di un ceto politico che ha voltato le spalle al movimento pacifista - ma per questioni squisitamente economiche, dato che la spesa militare e securitaria condiziona e modifica sempre di più la spesa complessiva dello Stato e le politiche del governo, distogliendo immense risorse dalle voci di spesa sociali, dai salari, dalle pensioni, dalla scuola.
    I nodi di una politica che usa il volano militare come motore dell’economia vengono al pettine, costringendo tutto il ceto di palazzo a adeguarsi alle politiche bipartisan.

    Il movimento contro la guerra nel nostro paese ha rotto il ricatto bipolare, tornando ad essere un soggetto autonomo e capace di marciare sulle sue gambe. Il 9 giugno lo ha dimostrato, la resistenza di Vicenza contro la base al Dal Molin ne è un altro segnale forte.
    Nei prossimi mesi altri appuntamenti scandiranno il ritmo del movimento, il 4 novembre a Novara contro gli F35, il 14-15-16 dicembre di nuovo a Vicenza. A gennaio 2008 concentreremo la mobilitazione contro il rinnovo del finanziamento alle missioni all’estero.
    La Rete nazionale Disarmiamoli, insieme ad altre reti pacifiste ed a tanti comitati che si battono contro basi e militarizzazione dei territori sarà interna al percorso di mobilitazioni e scadenze, anche attraverso la raccolta di firme sulla Legge di Iniziativa Popolare su trattati internazionali, basi e servitù militari.
    Lanceremo la campagna per la raccolta delle firme il 4 Novembre, in coincidenza con la manifestazione nazionale di Novara contro gli F35.
    Dal 4 novembre in poi ci aspetteranno sei mesi di mobilitazione per raggiungere e superare le 50.000 firme, mesi nei quali ci aspettiamo una forte attivizzazione del movimento contro la guerra di tutto il paese.
    Occorre costituire in ogni città un Comitato Promotore per la raccolta delle firme, trasformando la campagna per la Legge sui trattati internazionali, basi e servitù militari in uno strumento territoriale d’agitazione e controinformazione contro la guerra.
    Tutte le realtà interessate a condividere la campagna sulla Legge d’Iniziativa Popolare sui trattati internazionali, basi e servitù militari si mettano in contatto con noi.

    La Rete nazionale Disarmiamoli!

    info@disarmiamoli.org 338 1028120 338 4014989
    http://www.disarmiamoli.org


    A luta continua

 

 

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