I 7 punti1. Quella che vogliamo è una Sinistra che sappia rinnovare i valori del socialismo. Una Sinistra che promuova l’incontro con forze popolari e culture della tradizione cattolico-democratica, liberaldemocratica ed ecologista. Una Sinistra fondata sulla promozione delle pari opportunità e sulla valorizzazione delle donne e dei giovani in tutti i luoghi della vita pubblica: Una Sinistra che non perda la sua caratteristica di forza popolare e di massa.
Una sinistra che rifiuta la contrapposizione tra riformismo e radicalità ma che anzi considera l’una complementare all’altra. Una sinistra che non abbia paura di cambiare a fondo le strutture del potere - dai rapporti di lavoro alle istituzioni - né di contrastare le cristallizzazioni sociali e gli interessi dei più forti.
È compito della sinistra riformista favorire e rafforzare la partecipazione al Pd di forze antiche e nuove, oltre il binomio Ds-Margherita: in questo quadro, sollecitiamo anche la partecipazione di chi viene dall’esperienza dei socialisti italiani, nella prospettiva di un futuro incontro con la Costituente socialista, che è in via di formazione.
2. Sosterremo il primato del lavoro (in tutte le sue forme: lavoro dipendente e lavoro autonomo), la sua qualificazione e valorizzazione; più cultura e più diritti; più regole contro la precarietà e l’incertezza. Il nostro obiettivo è restituire la rappresentanza politica al lavoro. Riproporre il valore sociale del lavoro. Ci proponiamo l’obiettivo della redistribuzione della ricchezza dalla rendita al lavoro. La competizione nella globalizzazione non deve avere come presupposto prioritario la riduzione del costo del lavoro, bensì la qualità di prodotto e di sistema.
Quindi, ci poniamo l’obiettivo di un modello sostenibile orientato a migliorare le condizioni dei vita delle persone. La crescita del paese, delle sue risorse, della sua capacità di innovazione sarà più determinata e solida, se realizzeremo obiettivi di trasformazione e di giustizia sociale; se assumeremo come principio ispiratore l’idea di uguaglianza: nei rapporti fra cittadini ed istituzioni, nell’esercizio delle libertà, nella formazione e nell’accesso al lavoro, nelle opportunità che si offrono a ciascuna persona.
Difendiamo la funzione e il ruolo nella piena autonomia delle organizzazioni sindacali. Porre al primo posto l’uguaglianza delle opportunità e la lotta ai privilegi significa operare per una riforma profonda dei rapporti sociali e civili e per un Welfare fattore di sviluppo.
Significa cambiare il clima morale del paese. Ugualmente essenziale è l’impegno per i diritti e per le libertà: tra queste la libertà d’informazione, tante volte calpestata.
3. Siamo convinti che il Partito democratico debba avere un legame organico con il Partito del socialismo europeo. Intendiamo contribuire all’unità delle forze riformiste europee, che il Pse esprime, partecipando attivamente alla definizione e all’arricchimento di un patrimonio ideale e programmatico comune.
4. Sosterremo la laicità delle leggi e dello Stato. Le norme che vincolano i comportamenti collettivi non possono essere scritte in funzione di un’obbedienza religiosa. Le istituzioni devono garantire un terreno comune per l’integrazione e la pari dignità di ciascuno.
5. Affermiamo il principio della responsabilità verso la natura e le future generazioni. La missione di una sinistra moderna e innovatrice è porre rimedio alla febbre del pianeta, alla riduzione della biodiversità e agli inquinamenti; è lavorare per lo sviluppo sostenibile.
6. Alle domande diverse di innovazione e giustizia sociale che vengono dal Paese, dobbiamo rispondere con una democrazia capace di decidere e sburocratizzare i rapporti fra cittadino e Stato, con una lotta senza tregua contro il crimine e le sue cause, contro la mafia e gli alleati della mafia.
7. È la prima volta nella storia italiana che tutte le forze della sinistra sono insieme al governo, in un’intesa organica con forze di centro. È un fatto positivo. Dobbiamo rilanciare l’azione del governo, garantire la sua unità, rafforzare la sua azione riformatrice, in base al programma del 2006.
Sbaglia chi delinea o ipotizza un cambiamento di alleanze e in particolare una esclusione della “sinistra radicale”. Ciò significherebbe dichiarare pubblicamente la sconfitta della politica che insieme abbiamo costruito.
Abbiamo il dovere verso l’Italia di andare avanti, più decisi, nel cambiamento, nell’impegno riformatore per la giustizia sociale e per moralizzare la vita pubblica. Abbiamo il dovere di vincere uniti la battaglia contro le destre, ancora oggi come ieri guidate dal partito personale di Berlusconi.