sai credo proprio che qualcuno possa averla proposta, alcuni consiglieri erano buoni politici alla corte dei borbone
cosa avrei dato per una macchina del tempo per assistere a momenti di grande importanza come questi
i borbone sapevano che il regno stava per essere perso, avrebbero potuto rimanere aggrappati al trono fino all'ultimo e usare ogni arma a loro disposizione
poi mi sarebbe piaciuto sapere se le donne della corte siano intervenute a consigliare il re, insomma la discussione riguardo a cosa fare mentre garibaldi avanzava era da assistervi
Prima dell'esilio, ha dimenticato che il Re, con la corte, i ministri prese sede a Gaeta e con essi molti soldati (e anche romantici combattenti europei) che vollero condividere il destino della loro Patria nella fortezza, la quale rappresentava - a livello internazionale - la sede del governo legittimo (di fatto qui venivano ricevuti gli ambasciatori).
Si era già in un punto in cui le sorti della guerra risultavano irrimediabilmente compromesse, anche se l'assediante Cialdini riuscì ad avere la meglio solo dopo l'abbandono della piazzaforte da parte delle navi francesi. Va detto che comunque, come testimoniato dalle lettere, il nostro Re Francesco confidò fino all'ultimo nell'intervento di una potenza europea, molto probabilmente l'Austria del suocero Francesco Giuseppe. Da codesti scritti emerge il temperamento fortemente religioso del sovrano (eredità materna, e la madre era una Savoia) il quale credeva che Dio non avrebbe mai lasciato impunita una simile usurpazione.
Sul perché della disfatta militare si potrebbe parlare a lungo, ma bisogna sottolineare che "il re mio cugino" (come Re Francesco lo chiamava), vale a dire il Savoia, rassicurò fino all'ultimo il Re di Napoli sul fatto che egli con l'invasione garibaldesca non c'entrava nulla.
Il fatto che invece - come poi si paleserà - covasse mire espansionistiche, suscitò un sentimento di ripulsa in tutta Europa.
Per quanto riguarda il legame resistenza partigiana ('brigantaggio') e criminalità organizzata, lei è invece completamente fuoristrada, in quanto è risaputo che fu proprio l'accordo con i capi di quest'ultima del pessimo 'don Liborio' a garantire la tranquillità e l'assenza di moti a Napoli.
verissimo, nn ho trovato pero' fonti sul perche' l'austria nn intervenne, dubito che nn si siano accorti di non aver concluso partita con i savoia, centrano qualcosa i tentativi degli ungheresi di liberarsi dagli austriaci?che i problemi interni abbiano avuto la priorita'?
certo verissimo, e' stata usata l'arte politica dell'inganno e della trama, e mi sembra anche una scelta saggia anche se discutibile dal punto di vista dell'onore in battaglia, dopotutto i borbone avevano sempre l'esercito piu' potente in italia
Sul perché della disfatta militare si potrebbe parlare a lungo, ma bisogna sottolineare che "il re mio cugino" (come Re Francesco lo chiamava), vale a dire il Savoia, rassicurò fino all'ultimo il Re di Napoli sul fatto che egli con l'invasione garibaldesca non c'entrava nulla.
Il fatto che invece - come poi si paleserà - covasse mire espansionistiche, suscitò un sentimento di ripulsa in tutta Europa.
ecco questa non ne ero a conoscenza, grazie dell'informazionePer quanto riguarda il legame resistenza partigiana ('brigantaggio') e criminalità organizzata, lei è invece completamente fuoristrada, in quanto è risaputo che fu proprio l'accordo con i capi di quest'ultima del pessimo 'don Liborio' a garantire la tranquillità e l'assenza di moti a Napoli
La vecchiaia...