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    STORIA 2006

    IL MANDATO BRITANNICO SULLA PALESTINA: VERSO LA "CATASTROFE"

    di Dagoberto Husayn Bellucci - Direttore Responsabile Agenzia di Stampa
    "Islam Italia"


    "La Palestina deve diventare ebraica quanto l'Inghilterra è inglese" (Chaim
    Weizmann - Ebreo di origini russe naturalizzato britannico; capo della
    Jewish Agency e della World Zionist Organization - Primo presidente
    dell'Emporio Criminale Sionista in Palestina)


    Il mandato britannico sulla Terrasanta (1920-1948) rappresenta storicamente
    la fase di preparazione che il movimento sionista internazionale utilizzerà
    per la creazione della sua "homeland ebraica".

    Le potenze europee uscite vittoriose dalla Grande Guerra del 14-18 (Francia
    e Gran Bretagna) - ma indebitate pesantemente con la nascente potenze
    mondiale statunitense - rafforzeranno i propri domini coloniali nel Vicino
    Oriente.

    Mentre i francese si stabiliranno in Libano e Siria i britannici - forti
    dell'appoggio del movimento sionista - riusciranno a strappare un mandato
    sulla Palestina e a creare un effimero Regno di Transgiordania.

    Anche l'Iraq verrà incluso nella sfera d'interessi della plutocrazia
    britannica creando così una efficace rete di trasmissione mediterranea che ,
    dallo stretto di Gibilterra passando per le isole di Malta, Cipro, Creta e i
    principali stati del mondo arabo-islamico , consentirà all'Ammiragliato di
    Londra di dominare i principali stretti marittimi dei quattro oceani
    formando una formidabile cintura di sicurezza per gli interessi
    dell'Imperialismo capitalista.

    Il movimento sionista trarrà i maggiori vantaggi dal mandato britannico: fin
    dai primi anni Venti era evidente che l'Inghilterra favoriva l'immigrazione
    ebraica di massa nei territori assegnatili e che l'Amministrazione inglese
    in Palestina utilizzava i "due pesi , due misure" rispetto alle
    rivendicazioni di ebrei e non ebrei.

    Il movimento nazionalista arabo - che pure aveva combattuto al fianco dei
    britannici per la liberazione dei Luoghi Santi dell'Islam (con specifico
    riferimento alla città di Al-Qods = Gerusalemme; Terzo Luogo santo
    musulmano) - e Re Faysal dovranno accontentarsi delle briciole lasciate
    dall'Imperialismo di Londra.

    L'immigrazione ebraica verso la Palestina riprese rapida durante gli anni
    Venti e subì un accelerazione nel decennio successivo.

    Il 1° aprile 1925 veniva inaugurata a Gerusalemme l'Università Ebraica. Da
    un nucleo originario di circa cinquantamila ebrei residenti nel 1918 in
    Palestina si passerà - secondo le stime ufficiali di un rapporto della Joint
    Palestine Survey Commission - ai 150mila del 25.

    In quel periodo gli ebrei possiedono il 10% dei territori palestinesi
    secondo le stime fornite all'epoca dal Dipartimento per la Colonizzazione
    dell'Organizzazione Sionista Internazionale che opera per conto del Fondo
    Nazionale Ebraico (Keren Keyemeth Le Israel) ma i tentativi di acquisizione
    di nuovi appezzamenti di terreno sono continui.

    A favorire l'immigrazione ebraica di massa verso la Palestina sarà anche
    l'atteggiamento delle potenze fasciste europee. L'Italia fascista aveva
    creato , fin dai primi anni Trenta, una sezione speciale di allievi presso
    la Scuola Marittima di Civitavecchia. Ai corsi di questa "università del
    mare" della Marina militare italiana presero parte un centinaio di elementi
    del cosiddetto Sionismo Revisionista (l'ala militare e 'di destra') di
    Vladimir Ze'ev Jabotinsky.

    L'Italia fascista sarà in prima linea anche sul fronte della logistica per
    favorire l'immigrazione ebraica in Palestina. Durante tutti gli anni Trenta
    sarà dai porti italiani che emigreranno in Terrasanta turbe di ebrei
    provenienti dall'Europa centro-orientale.

    Tra il 1931 e il 1934 il Comitato Assistenza dei Profughi ebrei di Trieste
    (tradizionale feudo ebraico fin dall'epoca asburgica) ospiterà e imbarcherà
    oltre 50mila futuri 'coloni'.
    Il Lloyd triestino riuscirà, in questo sforzo di volontà colonialista del
    Sionismo italiano , a creare una linea diretta Trieste-Haifa con sei
    piroscafi dotati ognuno di cucina rituale ebraica (kosher) e di sinagoghe.

    Sono i periodi di maggior avvicinamento tra Mussolini e i massimi
    rappresentanti del Sionismo Internazionale (Weizmann verrà ricevuto a
    Palazzo Venezia e il Duce non lesinerà attestati di stima e solidarietà
    verso l'autorevole ospite) coincidenti con il raffreddamento dei rapporti
    con la Germania , dove dal '33 era salito al potere Adolf Hitler e il
    movimento nazionalsocialista, e una più stretta intesa mitteleuropea con
    Austria, Ungheria e Jugoslavia.

    Al Duce non riuscirà di 'barare' su più tavoli e condurre - come voleva -
    una grande politica europea nè a sfruttare in funzione anti-britannica una
    occasionale convergenza di interessi tattico-strategici con il movimento
    sionista.

    Il capo dell'ala militarista del Movimento Sionista, Jabotinsky, non
    nascondeva neanche i suoi contatti con il Governo Nazionalsocialista tedesco
    e le sue idee , circa il mandato britannico in Palestina, erano estremamente
    chiare.

    Colui il quale viene considerato ancora come il vero padre-fondatore di
    "Israele" (icona del Likud e della Destra Nazionalista dei 'falchi' alla
    Sharon e alla Nethanyauh) dichiarava nei primi anni Venti: "Mandato
    britannico significa un'immigrazione mantenuta per il tempo necessario a
    costituire lo Stato ebraico.". Aveva, purtroppo, tremendamente ragione.

    L'amministrazione mandataria britannica assecondava tutte le richieste del
    movimento sionista , specialmente quelle legate ai visti d'ingresso: saranno
    135mila gli ebrei immigrati in Palestina nel biennio 36-37 seguiti , nel
    solo 1938, da altri centomila loro correligionari provenienti soprattutto
    dalla Germania, dall'Europa centrale e orientale.

    In Palestina i nazionalisti arabi non rimarranno con le mani in mano a
    osservare la colonizzazione della loro patria:
    nel giugno 1928 il Congresso Nazionale Palestinese presenta
    all'Alto Commissario britannico , sir Herbert Samuel, un documento nel quale
    si richiede espressamente la fine del "Governo coloniale" - che viene
    accusato di favorire l'immigrazione ebraica - e il varo di "una costituzione
    nazionale palestinese e la creazione di un organismo rappresentativo
    democratico".

    Il settembre successivo imponenti manifestazioni degli ebrei si susseguono:
    richiedono un uso esclusivo dell'area del Muro del Pianto suscitando le
    inevitabili critiche dei fedeli musulmani.

    Come aveva lucidamente previsto Giovanni Preziosi - inascoltato e isolato
    studioso della questione ebraica , coerente e fanatico assertore di una
    "legislazione" che infrenasse il tradizionale parassitismo
    commercial-finanziario degli ebrei italiani - la Palestina si sarebbe
    trasformata in una terra di odio e di violenza. Il razzismo dei sionisti
    avrebbe inevitabilmente provocato un naturale sentimento anti-ebraico nelle
    popolazioni arabe che venivano progressivamente spoliate delle loro terre.


    Il Gran Muftì di Gerusalemme e i capi delle diverse Chiese cristiane di
    Palestina lanceranno ripetuti appelli all'Autorità Mandataria e alle
    principali Cancellerie europee contro la prevaricante attitudine del
    movimento sionista; appelli inascoltati.

    Il ferragosto 1929 una manifestazione di ebrei ortodossi presso la Spianata
    delle Moschee susciterà una contromanifestazione araba. Una settimana dopo
    sanguinosi incidenti scoppieranno nelle principali città palestinesi.

    La rivolta si estenderà a Hebron, Jaffa, Haifa, Safad, Ramallah. I
    britannici faranno affluire rinforzi militari dall'Egitto e da Cipro
    imponendo la censura delle notizie.

    "L'Osservatore Romano" , organo della Santa Sede, nel numero del 29 agosto
    successivo , riferendosi agli ebrei, parla senza mezzi termini di
    "seminatori di vento che raccolgono tempesta".

    "La Vita Italiana" di Preziosi esordirà ricordando come l'autorità
    mandataria - imponendo la censura - intendesse occultare la drammaticità di
    questi avvenimenti che definiva "di portata storica".

    Una commissione d'inchiesta britannica istituita all'uopo riconosceva le
    responsabilità del movimento sionista. La Società delle Nazioni - fantoccio
    istituzionale mondialista creato all'indomani della 1° Guerra Mondiale ,
    sorta di Onu ante-litteram e di 'Governo Mondiale' in pectore - censura il
    Governo Mandatario britannico responsabile di non aver curato "l'adattamento
    sociale ed economico della popolazione araba alle nuove condizioni
    determinate dall'immigrazione ebraica.".

    Gli ebrei dunque rimangono e continueranno a farla da padroni come conferma
    una lettera di scuse inviata al capo dei sionisti, Chaim Weizmann, dal
    Governo di Londra nel febbraio '31.

    Nuovi tumulti scoppieranno a Nazareth nel gennaio del '32 quando le truppe
    d'occupazione britanniche apriranno il fuoco contro civili palestinesi
    provocando una cinquantina di vittime e un migliaia di feriti.

    Il Gran Muftì di Gerusalemme, Haij Amin al-Husseini, vista la situazione
    incendiaria proclamerà la resistenza attiva contro "gli invasori stranieri"
    e lo sciopero generale (durato 174 giorni): è la primavera del '36; è la
    Rivolta Araba.

    La Palestina si infiamma: volontari arabi accorreranno dai paesi limitrofi
    per sostenere i combattenti palestinesi. I nazionalisti arabi di Giordania,
    Siria e Libano scenderanno nelle piazze delle capitali paralizzandole; in
    Egitto il movimento islamico dei Fratelli Musulmani - fondato nel 1928 da
    Hassan al Banna - invia reparti combattenti in Terrasanta e manifesta contro
    l'occupazione britannica al Cairo.

    La reazione dei britannici sarà durissimi: nei primi sei mesi della rivolta
    (maggio/novembre 36) cadranno sotto il piombo degli aguzzini di 'sir'
    Herbert Samuel 2400 combattenti e civili palestinesi, 8000 i feriti, circa
    2000 notabili arabi arrestati.

    In una situazione di guerra civile generale la Gran Bretagna ricorre al
    movimento sionista per ripristinare l'ordine e imporre il suo pugno di ferro
    alla popolazione palestinese in rivolta: 22mila uomini dell'Haganah verranno
    mobilitati , armati e addestrati dai britannici; inquadrati in una sorta di
    polizia ausiliaria provvista di pieni poteri e con funzioni anti-guerriglia
    (la Supernumerary Police).

    Le organizzazioni sionistiche scatenano una vera e propria offensiva
    terroristica: lanci di bome a mano nei principali mercati arabi, attacchi a
    moschee e chiese, disordini provocati ad hoc per fomentare il caos.

    In due anni , dall'ottobre 37 al settembre 39 , saranno quasi diecimila i
    palestinesi ammazzati dalla repressione britannica e dal terrorismo
    sionista; oltre tremila finiranno nelle carceri inglesi e centododici
    verranno condannati a morte.

    Tra i combattenti per la libertà della Palestina si metterà in luce Ezzedin
    al Kassam: a lui , con lo scoppio della prima Intifadah, il movimento
    islamico di resistenza HAMAS intitolerà il proprio Gruppo di fuoco.
    E' in quel periodo che i movimenti islamici faranno la loro comparsa al
    fianco di quelli nazionalisti laici. L'obiettivo è comune: la liberazione
    della Palestina.

    Haij Amin al Hussein verrà costretto a lasciare la Palestina. Troverà
    rifugio in Libano quindi sarà a Baghdad dove viene ricevuto dal Generale
    Salman uno degli Ufficiali dell'organizzazione nazionalista rivoluzionaria
    del Quadrato d'Oro.

    Nella primavera del '41 il Gran Muftì è al fianco del Governo Rivoluzionario
    degli Ufficiali del Quadrato d'Oro di Rashìd al-Khailani che, nell'aprile di
    quell'anno, erano insorti deponendo il precedente governo filo-britannico.

    La rivolta irachena susciterà simpatie in tutto il mondo arabo. Radio
    Baghdad chiederà aiuti militari e rinforzi alle potenze dell'Asse
    assicurando che l'intero mondo arabo-musulmano era pronto alla sollevazione
    generale contro il giogo sionista-britannico dal Marocco all'Iraq.

    L'intervento , invero modesto, di Hitler e Mussolini a sostegno dei
    rivoluzionari nazionalisti iracheni risulterà decisivo. Londra sbarcherà un
    corpo d'armata in Kuwait e in due mesi riassumerà il controllo della
    'Mesopotamia' costringendo il Gran Muftì e i dirigenti del Quadrato d'Oro a
    nella vicina Persia e successivamente in Turchia.

    I capi del movimento nazionalista iracheno e il capo spirituale e politico
    palestinese saranno a Roma e a Berlino in piena guerra mondiale. Dalle due
    capitali dell'Ordine Nuovo europeo lanceranno i loro appelli alla "Jihàd"
    anti-imperialista, anti-britannica e anti-sionista.

    Il Gran Muftì verrà ricevuto con tutti gli onori nella Cancelleria di
    Berlino dal Fuhrer. Hitler amava i musulmani e rispettava l'Islam come si
    evince chiaramente dai suoi "Ultimi discorsi" (ediz. di "Ar" - Padova 1989).

    Il Capo del Nazionalsocialismo darà disposizioni a Heinrich Himmler, potente
    capo dell'Ordine S.S., di mobilitare i volontari islamici dei Balcani.
    Nasceranno le Divisioni S.S. albanesi "Kama" e la bosniaca "Handschar".

    L'Islam è al lato dell'Europa dell'Ordine Nuovo. I suoi "muhjaeddin"
    combatteranno nei Balcani e si mobiliteranno nel nord Africa. I dirigenti
    del partito nazionalista tunisino del Destur di Bourghiba si metteranno a
    disposizione degli italo-tedeschi per fronteggiare lo sbarco
    anglo-americano.

    Il Gran Muftì lancia da Radio Berlino i suoi appelli alla Guerra Santa
    contro il Giudaismo internazionale e l'Imperialismo, tiene corsi di politica
    all'Università di Berlino, visita le moschee e i centri culturali islamici
    di tutto il Reich. Hitler ha profonda stima e rispetto di quest'uomo dai
    lineamenti candidi ma dagli occhi di ghiaccio.

    Lo ritroveremo , nel dopoguerra, a sostenere la resistenza del suo popolo
    contro "Israele".

    I sionisti , al lato delle democrazie plutocratiche dell'Occidente
    capitalista e dell'Unione Sovietica di Stalin, fin dal settembre 39 avevano
    proclamato la "solidarietà" d'armi ebraica contro il "nazi-fascismo".

    I dirigenti del movimento sionista si riuniranno nel maggio 42 a Jew York ,
    all'Hotel Biltmore, e adotteranno quella che è passata alla storia come la
    "Biltmore Resolution". In essa si reclamava espressamente la costituzione di
    uno Stato ebraico e la fine di qualsiasi limite all'immigrazione ebraica in
    Palestina.

    In questa risoluzione i sionisti pretendevano inoltre che la supervisione
    sulla Palestina passasse alla stessa Jewish Agency. I britannici diverranno
    da quel momento un ostacolo ingombrante che doveva essere superato ad ogni
    costo.

    In piena guerra mondiale i dirigenti dell'Irgun - diretti da Menachem
    Begin - e la Banda Stern lanceranno una vasta campagna terroristica contro
    gli inglesi che mira a piegare definitivamente Londra ai diktat sionistici.

    Tra le vittime illustri della famigerata Banda Stern figurerà il ministro
    britannico per il Medio Oriente, lord Moyne, assassinato al Cairo nel
    novembre 44. Quattro anni più tardi verrà assassinato anche il mediatore
    dell'Onu, conte Folke Bernadotte, che chiedeva il ritiro delle forze
    ebraiche dal territorio arabo spartito per volontà delle Nazioni Unite nella
    primavera del 48.

    La seconda Guerra Mondiale con la vittoria delle democrazie capitaliste
    occidentali e dell'URSS di Stalin spianerà la strada al movimento sionista.

    Dalla più grande tragedia che si era abbattuta sul Vecchio Continente il
    Giudaismo internazionale si ergeva vincitore trionfante e pretendeva salate
    ricompense alle nazioni vincitrici.

    I sionisti volevano ricostituire il "regno d'Israele" : la testa del
    serpente simbolico del quale parlava Sergeij Nilus nell'introduzione ai
    "Protocolli dei Savi Anziani di Sion" era un obiettivo ora raggiungibile per
    l'Internazionale Ebraica.

    Dopo la sconfitta del Fascismo e del Nazionalsocialismo l'Europa era stata
    definitivamente messa in ginocchio, divisa e occupata da eserciti straniera
    e resa colonia ed appendice dei nuovi "imperi" sovietico e statunitense che
    , per circa cinquant'anni, si sarebbero spartiti il pianeta.

    Nel Vicino Oriente i sionisti stavano invece approntando i propri piani per
    proclamare la nascita del loro stato. Era il preludio alla "Nakba" alla
    Tragedia del popolo palestinese.


    DAGOBERTO HUS'AYN BELLUCCI
    Dir. Resp. agenzia di stampa "Islam Italia" zie
    Hus'ayn

  2. #12
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    IL RAMADAN - SPIRITUALITA' E RICERCA DURANTE IL MESE SANTO DELL'ISLAM E ANALISI SUL NUOVO ORDINE MONDIALISTA

    di Dagoberto Husayn Bellucci, dir. resp. agenzia di stampa "Islam Italia" da Haret Hreik, Beirut

    Il mese santo del Ramadan e' dunque giunto. E' un momento particolarmente importante per l'intera Ummah (comunita') islamica, un mese sacro nel quale i credenti possono riflettere ulteriormente sul significato della propria missione di "khalifa wa Allah" (di "rappresentanti di Dio" in terra cosi' come il Sacro Corano identifica l'essere umano). E' anche il momento in cui , come recita un hadit (detto) del Nobile Profeta dell'Islam, Muhammad (a.s.) , "sono aperte le porte dei Cieli e si chiudono quelle degli inferi ed i demoni non possono uscire". E' il mese che impone, secondo la Shariya (la Legge Islamica) , un digiuno ai fedeli dall'alba al tramonto. Il musulmano che segue i precetti e pratica la fede nel Dio Unico, Allah subb ana wa tahala, si deve astenere - durante il giorno - dal mangiare, dal bere, dal fumare e dai rapporti sessuali. E la comunita' islamica lo celebra sempre come uno dei suoi piu' importanti momenti di riflessione che impone questa nostra esistenza terrena. I motivi di apprensione e di analisi poi quest'anno sono certamente ulteriori considerando l'attacco, su scala globale, che i nemici dell'Uomo e della Verita' stanno portando senza alcun rispetto verso un miliardo e oltre di musulmani. L'Islam e' oggi, piu' che mai, nel mirino di quelle potenze sataniche che si distinguono ovunque per i loro criminali atti di barbarie. Il Nuovo Ordine Mondiale che l'establishment sionista-americano e i suoi alleati sparsi nel pianeta (a cominciare dall'entita' sionista usurpante la Palestina) vorrebbero instaurare e' una progetto di antica memoria che risale a quella congiura degli Illuminati di Adam Weishaupt (seconda meta' del Settecento) e ai suoi obiettivi di desacralizzazione e laicizzazione delle societa'. Obiettivi conseguiti in Europa attraverso le rivoluzioni borghesi e proletarie e mediante l'uso di ideologie false e totalitarie che, per oltre due secoli, in nome di socialismo e nazionalismo, imperialismo e colonialismo - ma anche in nome di moderni miti costruiti dall'uomo (razze superiori, classi o gruppi sociali privilegiati, visioni messianiche e escatologiche) - hanno praticamente realizzato un insieme inverso di valori che viene etichettato e definito dai mass media come la modernita'. Una modernita' che , in realta', dietro alla maschera di un falso perbenismo laicista e dietro al buonismo ipocrita del democraticismo parlamentarista nasconde la volonta' di eliminare qualsiasi influenza religiosa dalla vita pubblica delle societa'.Un moto discendente e una autentica deriva ontologica ha cosi' contrassegnato il vivere quotidiano di miliardi di individui provocando uno schiantamento dei valori morali senza precedenti che, in Occidente soprattutto, non sembra arrestabile senza un minimo di centro di gravita' ed una direzione sicura. I nuovi miti del progressismo e della democrazia imposta manu militari dall'amministrazione statunitense sembrano dilagare sostenuti dall'intervento delle nuove "armi di distruzione di massa" che sono i mezzi di comunicazione (..noi li chiameremo di distorsione..) di massa (internet, i mass media, i programmi demenziali che sono passati quotidianamente sulle televisioni di mezzo pianeta, la musica e i concerti live, l'edonismo ed i non valori del Dio-Dollaro imperanti, le mode ed i costumi imposti dalla cinematografia hooliwoodiana e dall'american way of life, il bombardamento mediatico sulla liberalizzazione dei sessi che nasconde una pericolosa inversione di ruoli e di funzioni e ha prodotto la disintegrazione della famiglia primo perno di una societa' e centro di identita' che sono state annullate, il continuo progressivo obnubilamento di qualsiasi morale e etica, il permissivismo dilagante e la nemesi di qualsiasi tradizione). Una deriva che ha investito l'Occidente e sembra oggi rivolgersi contro il resto del pianeta impotente e sotto attacco. Attacco mondialista e globalizzante che non risparmia alcun continente e non rispetta le differenze e le identita' (religiose, politiche, ideologiche, razziali). Un Nuovo Ordine Mondiale che mira a distruggere in nome di una utopia che e' quella del Governo Mondiale laico e illuminato dove non devono trovare posto ne' avrebbero diritto di cittadinanza concetti quali Fede, Razza, Nazione, Stato, Religione o Comunita'. E' il melting pot quello che vorrebbero disegnare gli apprendisti stregoni del Nuovo Ordine Mondiale, il cosiddetto Villaggio Globale che ci vuole tutti quanti
    "cittadini del mondo" senza differenze e senza alcun altra preoccupazione che non sia di ordine materiale. Il novello Vitello d'Oro della Globalizzazione , con i suoi affascinanti e pericolosi strumenti di ricatto e di opprressione (a cominciare da Internet e finendo ai molti beni di lusso che sono distillati quotidianamente al fine di rimbambire gli individui - veri e propri uomini-massa, massificati nel Nichilismo contemporaneo, numeri tra i numeri senza alcun ideale che non sia di ordine contingente e di natura meramente materialista )e' dunque il futuro che hanno prospettato per l'umanita' la cricca di oligarchi che dirige e disegna il Sistema Mondialista. L'Islam ( in nome di valori che sono Giustizia sociale e Equita' nella distribuzione delle risorse, rispetto dei deboli e degli oppressi e volonta' di edificazione di una societa' migliore dove non si debba piu' sentire parlare di razzismo, xenofobia, emarginazione, ghettizzazione e violenza contro l'individuo) si opporra' a questi piani satanici e continuera' la sua Missione Storica di ponte tra l'umano ed il Divino. In questo Ramadan , che viviamo in Libano per la seconda volta, ci auguriamo che cessino le violenze nel vicino Iraq (devastato da una Guerra civile senza senso e da un occupazione militare che non ha piu' ragione di esistere), nella Palestina occupata (sotto il duplice fuoco di fila del nemico sionista e delle divisioni che contrassegnano l'attuale dirigenza politica palestinese, bene ha fatto il Presidente dell'ANP , Abu Mazen, a rimettere l'incarico e bene hanno fatto i dirigenti di Hamas e della Jihad Islamica a richiamare i loro uomini all'ordine per evitare inutili bagni di sangue fratricidi in questo santo mese di Ramadan) e in tutte le nazioni dove i musulmani soffrono e sono vittime di discriminazione (dalla Cecenia al Kashmir, dall'Indonesia all'Africa sahariana fino ai paesi del "dar al harb" , l'Europa e il Nuovo Continente). Ai fratelli e alle sorelle musulmane che , come Noi , sono diventati musulmani e vivono questo santo mese in Europa un pensiero particolarmente sentito di solidarieta' e di pace. Un pensiero che vogliamo estendere , senza alcuna ipocrisia, a tutti gli uomini di buona volonta' perche' - come ci ha ricordato il Profeta Gesu' (a.s.) "la liberta' vi rendera' liberi"... Insciallah. A tutti Mabruk e Ramadan Karim dal Libano libero esempio di una volonta' di riscatto e di resistenza per tutti i popoli che soffrono le sfide quotidiane e i ricatti del "Nemico dell'Uomo". Dagoberto Husayn Bellucci , dir. resp. agenzia stampa "Islam Italia" da Beirut.

  3. #13
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    DOSSIER SUI MASSACRI ISRAELIANI DELL'APRILE 1996 - "MASSACRES DES GRAPPES ISRAELIENNES"

    Traduzione dal francese a cura di Dagoberto Husayn Bellucci - direttore responsabile Agenzia di Stampa "Islam Italia" - corrispondenza da Haret Hreik (Beirut) - Libano.

    Presentazione (a cura del traduttore)

    Il presente dossier e' stato curato dall'Ufficio Politico di Hezballah e dai Comitati di Difesa del Sud e della Beka'a Occidentale. E' una testimonianza fondamentale , storica e politica, delle atrocita' commesse dalle forze d'occupazione sioniste durante l'aggressione lanciata contro il sud Libano dall'allora primo ministro israeliano Shimon Peres , "nobel per la pace" per i mass media e l'opinione pubblica occidentale, macchiatosi di una delle piu' infami e sanguinose pagine della storia recente del Medio Oriente. Una conferma ulteriore dell'attitudine violenta e egemonica del regime di occupazione sionista e un libro bianco sui crimini commessi contro la popolazione civile libanese inerme. E' anche, soprattutto, un dossier che testimonia un impegno in favore della verita' e della giustizia. Nessuna televisione europea , nessun mass media occidentale hanno mai ritenuto opportuno - per non incorrere nella scure delle potenti lobbie's di controllo sioniste - diffondere le immagini dei crimini commessi dal sedicente stato di "Israele" ne' le testimonianze dei sopravvissuti. Dei massacri di Nabatiyye Al Faoka, di Hinneyye-Mansori e di Cana si sono perse cosi' , col passare degli anni, ogni traccia. Questa nostra traduzione intende cercare di colmare, in parte, questo vuoto nella memoria storica collettiva europea e rendere un minimo di giustizia al popolo libanese vittima di una delle piu' lunghe e feroci occupazioni militari che la storia recente ricordi. Il presente documento potra' essere riportato interamente (purche' si citi l'autore e la fonte di provenienza) da qualsiasi sito internet o rivista che intenda adoprarsi per diffondere una verita' storica che il Sionismo Internazionale cerca di occultare. E' , soprattutto oggi, una testimonianza ulteriore della necessita' di salvaguardare ad ogni costo la Resistenza Islamica libanese che , i nemici dell'Islam (America e Entita' Sionista), vorrebbero distruggere. La Resistenza Islamica del Libano e' una realta' che nessun potere , nessuna lobbie's, nessuno Stato dell'Imperialismo potra' mai disarmare.


    Introduzione:
    Dall'11 al 28 aprile 1996, le forze aeree, navali e terrestri dell'occupazione israeliana hanno lanciato, contro il Libano, degli attacchi continui che hanno procurato degli orribili massacri di civili Libanesi nelle localita' di Suhmur, Jumayjme', Mansuri, Nabatiyye' e Cana. Il bilancio finale raggiunse i 160 martiri , piu' 300 feriti e oltre 400mila rifugiata che furono costretti ad abbandonare le loro abitazioni ed i loro villaggi nel Sud e nella Beka'a Occidentale. Si trattava dell'operazione "grappes de la cole're" israeliana...operazione lanciata al di la' della comunita' internazionale , in un momento nel quale "Israele" continuava ad invocare la pretesa pace! Questa pace che "Israele" cerca di edificare sul sangue e le lacrime di bambini, di donne e anziani..sull'espulsione dalle loro abitazioni. La questione resta: la coscienza internazionale continuera' con il suo silenzio a condonare questi crimini vergognosi? I loro crimini sono la'...visibili per chiunque voglia vederli. Quanto alla risposta , essa e' una legittima pretesa dei sopravvissuti. Questi sono dunque i crimini, visibili della storia del Libano. In queste foto e in queste dichiarazioni...
    Dichiarazione di un civile libanese ai suoi figli: "Questi sono, figli miei, degli spettacoli che voi non dovrete mai dimenticare." (da "Al Manar")

    IL MASSACRO DI SOHMOR-BEKA'A OCCIDENTALE -

    Data: Venerdi 12 Aprile 1996
    Orario: 12,00 pomeridiane
    Armi Usate: Obici d'Artiglieria da 155 mm.
    Obbiettivo colpito: una abitazione
    Numero dei Martiri: 9 (4 di questi bambini)
    Numero dei Feriti: 6

    Robin ben Klir, comandante in capo dell'artiglieria israeliana in azione lungo la la linea della frontiera libanese ha dichiarato a proposito di questo crimine: "Noi sapevamo esattamente quello che stavamo bombardando."


    IL MASSACRO DI HINNEYYE-MANSORI

    Data: Sabato 13 Aprile 1996
    Orario: 14,00 pomeridiane
    Obbiettivo colpito: Un ambulanza
    Localita': Vicino ad un posto delle forze internazionali dell'Unita' delle Fiji.
    Armi Usate: missili terra-aria sparati da un elicottero.
    Numero dei Martiri: 6 (4 di questi bambini)
    Numero dei Feriti: 7

    Dichiarazione della giornalista libanese Najla Abu Jahjah:
    "Ho filmato l'ambulanza mentre trasportava dei rifugiati civili. Due elicotteri hanno sorvolato la zona sopra di noi. Uno dei due ha tirato un missile verso l'ambulanza. Ho visto un uomo che trasportava due bambini, uno era un neonato l'altro non aveva piu' di 7 anni. Il suo viso era completamente coperto di sangue. L'uomo gridava e diceva: "I miei quattro figli sono morti". Una ragazzina di 11 anni correndo dietro di lui urlava disperata: "Ho visto mia sorella. La testa di mia sorella e' esplosa."

    IL MASSACRO DI NABATYYE -

    Data: 18 Aprile 1996
    Orario: 07,00 del Mattino
    Obiettivo colpito: una abitazione
    Armu Utilizzate: aviazione militare israeliana
    Numero dei Martiri: 9 (6 di questi bambini)
    Numero dei Feriti: 7

    IN UNA CONFERENZA STAMPA CONGIUNTA DEL PREMIER SIONISTA E DEL CAPO DELL'AUTORITA' PALESTINESE YASSER ARAFAT, SHIMON PERES NON HA MANCATO DI SOTTOLINEARE: "Le case di Nabatiyye' dovevano essere evacuate dai loro abitanti... Io penso che sia strano che dei civili siano rimasti a Nabatiyye' malgrado i nostri avvertimenti...".


    IL MASSACRO DI CANA

    Data: Giovedi 18 Aprile 1996
    Armi utilizzate: Obici d'Artiglieria pesanti e incendiariLocalita': base delle forze internazionali delle Nazioni Unite dell'unita' delle Isole Fiji.
    Numero dei Martiri: 106 (tutte donne, vecchi e bambini),
    Numero dei Feriti: piu' di 110 persone,
    (I martiri ed i feriti sono dei villaggi di Cana, Ricjknanai, Siddigine, Jbal al botton e Aitit) Si contano in piu' altri 15 feriti tra i militari delle forze UNIFIL del contingente delle Fiji.


    Testimonianza di Ahmad Dib, padre di quattro bambini uccisi insieme alla loro madre: "Io sapevo che i membri della mia famiglia era sotto minaccia ma mai avrei pensato di poterli perdere tutti. Mio figlio Ali' era il primo della classe a scuola , molto intelligente. Qassim era un eroe, lui amava la Resistenza e Sadiq mi ha aiutato a lavorare la terra. Muhammad era un po' indisciplinato.. ma era innocente. I loro giochi, i loro letti, le loro matite colorate e i loro quaderno mi domanderanno di loro. E la scuola...quale scuola!"

    Dal quotidiano francese "Le Monde" : "La postazione della forza multinazionale sara' presto ricostruita, ma cio' che abbiamo visto restera' per sempre nella nostra mente." (dichiarazione di un ufficiale delle forze multinazionali dopo il massacro di Cana).

    Timor Gauxell, portaparola della forza multinazionale in Libano ha dichiarato: "Dal primo giorno dell'operazione "Grappoli di Furore" cominciata in Libano l'11 aprile, noi abbiamo annunciato al mondo intero che 6000 civili si erano rifugiati nelle nostre postazioni. Noi non abbiamo altro da dire."

    Shimon Peres, primo ministro israeliano, in una conferenza stampa dopo il massacro di Cana ha dichiarato: "I civili che sono rimasti vittime del massacro si trovavano in quella postazione per puro azzardo.".

    Il portaparola delle Nazioni Unite, Sylvana, ha dichiarato - dopo il massacro di Cana: "Israele ha notificato alle Nazioni Unite che i suoi soldati ricevono ordini di evitare di produrre delle vittime e che il suo esercito utilizza armi molto sofisticate!!!"

    Estratto dal Rapporto delle Nazioni Unite sul Massacro di Cana:
    "Gli obiettivi bombardati a Cana lascerebbero pensare che il bombardamento non puo' essere stato causato da un errore di sicurezza o di procedura anche se questa probabilita' non puo' essere totalmente esclusa." - "La natura degli impatti degli obici (sul campo) non puo' affatto essere comparabile con quella degli obiettivi che Israele aveva annunciato di voler bombardare. Contrariamente alle dichiarazioni dello Stato ebraico , due elicotteri e un aereo da ricognizione senza pilota , sorvolavano Cana al momento del bombardamento..."

    Yehuda Barak, Ministro degli Affari Esteri israeliano, commentando il rapporto delle Nazioni Unite ha dichiarato: "Io non penso proprio che questa sia l'opinione del Segretario Generale dell'Onu, Boutros Ghali. E' ridicolo...questo rapporto puo' produrre delle conseguenza negative sulle relazioni tra Israele e la Finul e l'Onu..."

    In un intervista concessa alla rivista israeliana "Kol Hair" (Tutta la Citta') cinque soldati israeliano hanno dichiarato: "i comandanti dell'Artiglieria ci hanno detto: "Noi siamo i migliori tiratori...ci sono milioni di arabi in ogni caso...per loro se gli arabi aumentano di numero o ne muore qualcuno non e' un problema...noi abbiamo fatto il nostro dovere, in fondo si trattava soltanto di un gruppo di Arabochim (espressione razzista utilizzata dagli israeliani contro gli arabi) , forse era necessario tirare piu' bombe per ucciderne qualcuno di piu'."


    I COMITATI DI DIFESA DEL SUD E DELLA BEKA'A' LIBANESI

  4. #14
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    Redazionale:Attentato a un posto di polizia collaborazionista a Baghadad-24-7-05: fonti usa parlano di circa 40 morti.(foto)

    STORIE DALL'IRAQ DEL POST-SADDAM



    di Dagoberto Husayn Bellucci, da Beirut

    Abbiamo cercato di esimerci da qualsiasi commento circa la situazione irachena in questi ultimi mesi anche per l'impossibilita' oggettiva di verificare direttamente la serie di informazioni che , quotidianamente, inondano le tv arabe e quelle occidentali. La situazione "sul campo" infatti non permette analisi complete anche in relazione agli episodi della Resistenza. Quest'ultima si presenta infatti come un insieme eterogeneo di sigle e gruppi che hanno spesso obiettivi contrapposti e strategie difficilmente identificabili. Gruppi islamici sunniti e sciiti , movimenti nazionalisti, organizzazioni collegate ad "al-Qaeda" e partiti politici in Irak si trovano a fronteggiare un occupazione militare che, dall'aprile 2003, ha concentrato i suoi sforzi per assicurare una stabilita' politica a tutt'oggi inesistente. Due storie ci sono state raccontate da testimoni oculari iracheni qui in Libano. Abbiamo appurato l'autenticita' dei loro racconti prima di scriverne i resoconti. Si tratta di due episodi che la grande stampa mondiale non poteva ne' doveva rivelare. I mass media occidentali, servili al grande capitale finanziario che ha sostenuto l'intervento americano e britannico in Irak, non permette la diffusione di informazioni corrette. Anche il netwoork "al-Jazeera", spesso nella bufera per i suoi reportage da Baghdad, ha ritenuto opportuno non riportare alcunche' di quanto vi stiamo raccontando. Entrambi i due episodi si inscrivono nella lotta di potere che e' avvenuta fin dalle primissime ore immediatamente dopo la caduta di Saddam Hussein e l'occupazione statunitense della capitale irachena. Nella mattinata del 7 aprile 2003 il figlio di Saddam, Quzai Hussein, si sarebbe recato con un reparto di fidati elementi della Guardia Nazionale Repubblicana nella filiale di via Rashid - in pieno centro a Baghdad - della "Markazi Bank" per "prelevare" ingenti quantita' di denaro contante, preziosi e lingotti d'oro. Si suppone che questi averi siano poi serviti al finanziamento delle fazioni della Resistenza legate ai vecchi servizi di sicurezza del Rais. Nella stessa giornata , venuti a conoscenza di questo episodio, migliaia di cittadini iracheni avrebbero preso d'assalto la Banca Markazi e asportato diverse centinaia di milioni di dollari e dinari iracheni. Ne sarebbe nata una sparatoria tra diverse fazioni. Verso l'una infine un reparto corazzato americano sarebbe "intervenuto" - dopo aver lasciato che gli scontri procedessero per diverse ore - per dividere gli opposti schieramenti. Gli americani, secondo quanto ci hanno riferito fonti anonime irachene che hanno assistito agli eventi, oltre ad appropriarsi di denaro e oro avrebbero aperto il fuoco contro la folla provocando la morte di almeno un migliaio di persone. Di questo eccidio nessuna tv araba ha parlato per non "urtare" evidentemente la suscettibilita' dei "liberatori" yankee. In Iraq e' assolutamente vietato parlare degli avvenimenti che sono intercorsi immediatamente dopo il crollo del regime ba'athista. In particolare nessun media ha mai fatto accenno a quanto successo nei pressi dell'aeroporto di Baghdad una settimana dopo l'entrata delle truppe americane nel cuore della capitale. Secondo fonti irachene infatti nei pressi dell'aeroporto , tra il 12 e il 14 aprile 2003, si sarebbe scatenata una autentica battaglia tra tank e fanteria americana e elementi della neocostituita Resistenza, del vecchio esercito ba'athista e almeno una divisione corazzata della Guardia Nazionale Repubblicana. Testimonianze su questi scontri sarebbero arrivate tramite soldati dell'esercito di Saddam Hussein che avrebbero preso parte agli scontri e sarebbero poi riusciti a sopravvivere ai successivi bombardamenti aerei. Le tv occidentali parlarono di "sporadiche" sacche di "resistenza" ma la realta' di quanto accadde all'aeroporto di Baghdad parla di almeno 4000 marines americani caduti vittime di imboscate e attacchi della Resistenza. In particolare , utilizzando semplicemente acqua, i combattenti iracheni avrebbero causato un corto circuito generale che provocando una serie di esplosioni a catena avrebbe eliminato centinaia di elementi dei reparti d'assalto statunitensi. Ora e' necessario soffermarci sui dati forniti, e peraltro riportati solamente dalla tv libanese di "Al-Manar", dalla Resistenza sulle vittime di questi scontri. Se la cifra di 4000 marines caduti e' autentica e' chiaro che la propaganda militare statunitense ha continuato a imbrogliare l'opinione pubblica internazionale fornendo cifre false, al ribasso, che - a tutt'oggi - non supererebbero i 1800 caduti in combattimento. Una realta' che ovviamente il Pentagono e il Dipartimento di Stato Usa vogliono nascondere per non provocare panico nell'opinione pubblica interna e mondiale. Le cifre che sono state a noi comunicate da elementi iracheni circa le perdite inflitte dalla Resistenza supererebbero infatti il numero di 12.000 caduti. L'America non puo' permettersi che si sappia la verita' sulla 'guerra sporca' che Washington sta' conducendo in Irak. Il ricordo del Vietnam e' pur sempre un incubo per tutte le amministrazioni Usa. Sottolineiamo infine che queste cifre si avvicinano decisamente alla "realta'" bellica se si tiene in conto che, per l'occupazione militare della sola Sicilia - durante la Seconda Guerra Mondiale - le truppe americane impiegarono circa un mese per avere la meglio sulle risibili forze tedesche e le altrettanto malarmate batterie contraereee italiane. Le cifre che vennero allora fornite dal Comando Militare USA per le operazioni in Italia parlano di almeno 28000 militari americani caduti nei soli scontri "siciliani". La verita' e' , quasi sempre, piu' 'dolorosa' della realta'...in Italia nel 1943 come in Irak settant'anni dopo.

  5. #15
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    LA PROFANAZIONE DEL SACRO CORANO - ATTACCO ALL'ISLAM E GUERRA GLOBALE DEL GRANDE SATANA A STELLE E STRISCE.

    di Dagoberto Husayn Bellucci, dir. resp .agenzia stampa "Islam Italia" - corrispondenza da Beirut

    La profanazione del Sacro Corano che e' stata compiuta dagli aguzzini a stelle e strisce nel carcere-lager di Guantanamo e' l'ennesima conferma della guerra globale che il Grande Satana americano sta conducendo contro l'Islam e il mondo musulmano. I fatti , accertati anche da una commissione di inchiesta del Dipartimento di Stato, confermano l'attitudine satanica che contraddistingue l'arrogante prepotenza di coloro i quali, in nome della democrazia e della liberta', stanno mettendo a ferro e fuoco l'intero pianeta disegnando un "nuovo ordine mondiale" funzionale esclusivamente alle logiche mercantilistico-usurocratiche della Finanza Internazionale e delle Lobbie's di potere ebraiche che , al di sopra di governi e nazioni, controllano i destini del pianeta. Una conferma che si inquadra nel clima di terrore instaurato, all'indomani dell'11 settembre 2001 , dalla superpotenza a stelle e strisce contro l'Islam e le comunita' islamiche. Le notizie che sono fuoriuscite dalla base americana di Guantanamo non fanno altro che andarsi ad associare alle altre che ci sono giunte dalle carceri installate dai "liberatori" yankee in Afghanistan e Iraq. Gia' all'indomani dello scandalo sulle sevizie commesse nel carcere di Abu Ghraib a Baghdad erano state molte le voci di condanna che richiedevano alle truppe di occupazione americane di "moderare" il fanatismo che regna all'interno delle proprie file. Non piu' di un mese or sono erano stati gli sciiti di Moqtada al-Sadr, responsabile dell'Esercito del Mahdi che nell'estate 2004 si era sollevato prendendo possesso dei luoghi santi sciiti (i mausolei di Karbala e Najaf), a manifestare contro l'ingerenza americana con una serie di raduni e manifestazioni di piazza nelle principali citta' del sud Iraq. Una settimana or sono e' stato il presidente afghano Kharzai a richiedere agli americani di cessare i rastrellamenti compiuti quotidianamente , casa per casa, in tutto il paese. Secondo il governo afghano queste operazioni "di polizia" non farebbero altro che rafforzare il consenso popolare attorno a vecchi elementi del deposto regime talebano. L'organizzazione internazionale Human Right Watch ha dichiarato di essere certa che, nel 2002, almeno sei prigionieri sarebbero morti in seguito alle torture inflitte dai loro carcerieri americani nel paese centroasiatico tutt'altro che "pacificato" come ha recentemente dimostrato il rapimento della ns. connazionale. All'indomani della diffusione della notizia della profanazione del Sacro Corano decine di manifestazioni di piazza si sono svolte nelle principali capitali del mondo arabo e islamico. A Giakarta, in Indonesia, non meno di cinquantamila fedeli sunniti sono sfilati con cartelloni denigratori all'indirizzo di Bush e del segretario di stato Condoleeza Rice. In Malesia una manifestazione di donne della locale Comunita' Islamica ha sfilato davanti all'ambasciata americana innalzando il Corano e bruciando le bandiere di Israele e degli Usa. Nella Palestina occupata sia Hamas che la Jihad Islamica hanno organizzato manifestazioni di piazza davanti alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme (al-Qods). Decine di attivisti palestinesi sono stati fermati dalle forze di sicurezza del regime d'occupazione sionista. Analoghe manifestazioni di odio contro il Grande Satana americano e il suo alleato sionista si sono svolte al Cairo (dove sono scesi in campo i militanti della Fratellanza Musulmana) , a Damasco, a Teheran, a Istambul e nel Libano. In quest'ultimo caso ad organizzare la protesta sono state sia le organizzazioni palestinesi dei campi profughi che Hezballah. Nelle principali moschee libanesi, da quella dedicata all'Imam Ali (a.s.) a Baalbak nella valle della Bekaa, a quella del Qaem di Beirut sud fino a Nabathiye e Marjaioun - roccaforti sciite nel sud del paese - i militanti del Partito di Dio sciita hanno atteso la fine della Preghiera del Venerdi per urlare la loro rabbia contro i "negatori di Dio" , le "forze della miscredenza" , i "nemici dell'umanita'" . "L'America e l'entita' sionista suo alleato nell'area 'pagheranno" per questi indicibili atti di disumana barbarie". Una nuova manifestazione , organizzata dai comitati studenteschi universitari sciiti, si e' svolta davanti all'ambasciata americana di Beirut al quartiere settentrionale di Awqar. Ritratti di Bush e della Rice sono stati bruciati e slogan patriottici e islamici sono risuonati al termine della manifestazione. Il Libano e' , come non mai prima d'ora, la trincea della Resistenza Islamica contro ogni ingerenza occidentale nel Medio Oriente. Sono oltre due mesi che settimanalmente i Comitati Universitari sciiti a favore della Resistenza si mobilitano davanti al "covo spionistico" americano di Beirut. Anche numerosi leader politici arabi e islamici hanno condannato questi episodi come "indegni di una nazione che si professa civile e democratica". Tra le voci di condanna anche quella del presidente pakistano Musharraf alle prese con una crisi interna che ha visto il Pakistan ripiombare nell'interminabile logica delle opposte fazioni tra i fedeli sunniti (maggioritari) e quelli sciiti (minoranza spesso oppressa). In questa regione le strategie del movimento wahabita filo-saudita hanno da sempre ricevuto l'avvallo dei servizi di sicurezza locali e di quelli americani per impedire la diffusione della dottrina sciita e arrestare l'influenza del potente vicino sciita iraniano. La Guida della Rivoluzione Islamica, Grande Ayatollah e Marya e Taqlid Seyeed Ali' al-Khamene'i , ha ricordato che "i crimini commessi dalle forze della miscredenza , dagli americani e dai loro alleati sionisti non rimarranno impuniti". Soffermandosi sulla situazione del Medio Oriente Khamene'i ha valutato "inevitabile" il ritiro delle truppe d'occupazione americane dall'Iraq. Con riferimento alla situazione libanese la Guida della Rivoluzione ha confermato il pieno sostegno e la grande stima del popolo iraniano verso la Resistenza Islamica "orgoglio di tutti i musulmani del mondo" , l'unico esercito arabo che - con le armi della fede e la tenacia rivoluzionaria - sia riuscito a sconfiggere il regime sionista e provocare la sua disfatta nel territorio meridionale del paese dei cedri. Il Ministro degli Esteri iraniano , dr. Mohammad Kharrazi, in visita a Beirut nei giorni delle celebrazioni del quinto anniversario della liberazione del sud aveva incontrato i massimi dirigenti del paese (il presidente della Repubblica Emile Lahoud, il premier Miqati, il presidente del Parlamento Nabil Berry e il Patriarca maronita mons. Nasrallah Sfeir) dichiarando loro "il sostegno totale della Repubblica Islamica alla Resistenza libanese" e sottolineando come "l'Iran non intenda interferire negli affari interni libanesi" augurando infine "una normalizzazione della situazione politica interna e lo svolgimento di elezioni regolari e libere da qualsiasi interferenza straniera." Incontrando il segretario generale di Hezballah , sheick Nasrallah, il ministro degli esteri iraniano ha rilanciato l'asse Teheran-Hezballah facendo il punto della situazione con la Guida del movimento sciita libanese. Dopo i "fatti" di Guantanamo l'America avra' sicuramente qualche problema in piu' per "esportare" nel mondo islamico la "sua" democrazia

  6. #16
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    SHEICK NASRALLAH: "LAVORIAMO PER COSTRUIRE UN NUOVO LIBANO"

    di Dagoberto Husayn Bellucci, dir resp agenzia stampa "Islam Italia da Beirut,

    Dopo la netta vittoria di domenica 5 giugno nel secondo turno delle legislative, che ha assicurato allalleanza sciita tra Hezballah e Haraqat Amal il pieno dei voti e tutti i 23 seggi disponibili nelle due circoscrizioni meridionali, il Segretario Generale del Partito di Dio e tornato a parlare delle elezioni e del futuro del Libano. Mercoledi 8 giugno per celebrare la vittoria elettorale nel sud Hezballah ha organizzato un meeting presso la Mughammad (Houselmija= scuola coranica) "Seyeed Shuhada" (Il Signore dei Martiri) Imam al-Hossein (a.s.) nel cuore del quartiere sciita di Haret Hreik, periferia meridionale della capitale Beirut. In questa occasione Sheick Hassan Nasrallah ha ribadito alcuni dei concetti chiave del nuovo corso del movimento sciita e soprattutto ha puntualizzato le linee direttive di Hezballah per la costruzione di un nuovo Libano indipendente da qualsiasi intromissione straniera. Parlando davanti ad una folta platea di iscritti, militanti e simpatizzanti il segretario generale ha dichiarato necessaria "aprire una nuova pagina nella storia libanese." Citando le parole dell'ex premier cristiano-maronita, Bashir Gemayel, ucciso in un attentato il 15 settembre 1982 (che diede il via libera agli israeliani e ai loro alleati falangisti per l'ignobile rappresaglia di Sabra e Chatila) , il Leader di Hezballah ha dichiarato: Riprendiamo oggi le parole di un uomo , Bashir Gemayel, che ventanni e piu or sono dichiarava che il Libano aveva una superficie quadrata di 10452 km2 comprendenti le Fattorie di Sheeba, Tillal Kafar Shouba e gli altri sette villaggi meridionali occupati dal nemico sionista.. Da Mazaar al Sheeba e fino alla vetta della montagna di Khor Assaba questo e territorio libanese. Insistendo su questo punto sheick Nasrallah ha proseguito sottolineando come il vero problema dei libanesi e il dialogo. I libanesi devono parlarsi , trovare una soluzione insieme per i loro problemi. Il dialogo tra tutte le forze libanesi e necessario per il benessere del paese e per la costruzione di un nuovo Libano , di una nuova generazione di libanesi." In occasione della presentazione della Lista Unita per la Montagna (che domenica 12 giugno concorrera' per le elezioni legislative nella circoscrizione del Monte Libano) Sheick Nasrallah ha puntualizzato i motivi della nuova alleanza che vede Hezballah e Haraqat Amal assieme al Partito Socialista Progressista del druso Walid Jumblatt, al partito cristiano-maronita Hezb'Kataeb di Karim Pakradoumi e alle Forze Libanesi di Edmond Naim. "Per noi Hezballah questa alleanza elettorale apre una pagina completamente nuova che servira' a costruire il Libano del futuro. Questa lista "Unita' per la Montagna" e conferma di un corso nuovo nella politica delle relazioni tra i partiti politici libanesi." Erano stati i dirigenti delle Forze Libanesi , partito di estrema destra il cui leader, Samir Geagea, e' ancora in carcere per i reati commessi durante il conflitto civile, a richiedere a Hezballah di poter aderire alla Lista Unita' per la Montagna. Il segretario delle Forze Libanesi , Edmond Naim, aveva dichiarato la settimana scorsa: "Spero che sheick Hassan valuti positivamente la ns. richiesta di aderire allo schieramento di Hezballah." Richiesta accolta non senza che molti, specie nel fronte cristiano, abbiano avuto qualche perplessita' rispetto alla nuova alleanza. In proposito era stato estremamente chiaro sheick Naim Qassem , vice-segretario aggiunto di Hezballah, che alla tv "al-Manar' aveva dichiarato : "Per noi non e' una questione di seggi. Questa alleanza vale molto piu di qualsiasi seggio conquistato in parlamento perche' apre le porte ad una cooperazione necessaria alla costruzione di un nuovo Libano.". Venerdi 10 giugno in occasione della presentazione delle liste a Baalbak , nella seconda circoscrizione dove Hezballah raccogliera sicuramente il pieno dei voti bissando il successo di domenica 5 nel sud , sheick Nasrallah ha parlato davanti ad una folla di almeno centomila simpatizzanti ricordando come "Il nuovo Libano deve nascere dalla partecipazione di tutti i partiti politici libanesi. Noi non siamo contro le altre liste, siamo per il dialogo con tutte le forze politiche. Questa nuova alleanza elettorale servira' a costruire il Libano del futuro.". Sheick Nasrallah ha anche ricordato ai nemici esterni e ai loro simpatizzanti all'interno del paese che non c'e' spazio per i loro complotti. "Sionisti e americani vogliono fomentare la divisione in qualsiasi paese essi vadano. Questa e' la loro attitudine, questa e' la loro strategia. Nei paesi dove sono andati essi hanno sempre posto ostacoli alla pace e hanno cercato di dividere in fazioni opposte le diverse etnie e religioni. Tali strategie , applicate in passato anche in Libano, servono agli americani e ai sionisti per indebolire i paesi dove essi mirano a costruire i loro piani. I paesi arabi hanno subito per decenni questi piani destabilizzanti e queste politiche imperialistiche. L'America vuole dividere il mondo arabo per erigere la sua "democrazia". Sono secoli che l'imperialismo continua a dividere e occupare i territori dell'Islam. Americani e sionisti erano pronti da decenni per queste strategie: arabi contro arabi, cristiani contro musulmani, sciiti contro sunniti, arabi contro curdi (in Iraq). In qualsiasi regione essi sono andati hanno solo provocato guerre e conflitti tra i popoli. Ora voglio dire agli americani: lasciate che siano i libanesi a parlare dei propri problemi, lasciate che i libanesi decidano sul futuro del loro paese. Chi vincera queste elezioni decidera' , insieme agli altri partiti politici, il futuro del Libano. Noi , Hezballah, siamo persone responsabili e serie. Abbiamo la risposta per dare soluzione a molti dei problemi che affliggono questo paese. Noi siamo per l'unita' nazionale di tutti i libanesi, per la difesa dell'identita' nazionale, per la difesa del Libano. Vogliamo lavorare con la partecipazione di tutti i libanesi alla nascita di un nuovo Libano indipendente. Lasciate decidere ai libanesi del loro futuro." Parlando ancora a Baalbak sheick Nasrallah ha sottolineato , una volta di piu', come sia necessario "tagliare le mani, meglio ancora la testa, a chiunque pensi di disarmare la Resistenza Islamica." Hezballah prepara il nuovo Libano. Questo messaggio di speranza giunge a quarantotto ore dal voto di domenica 12 nella Bekaa. La nuova alleanza con i maroniti delle Forze Libanesi e dei Kataeb , ieri nemici giurati di Hezballah, e con i drusi di Walid Jumblatt e' sinonimo di una nuova pagina che si sta aprendo per il paese dei cedri e garanzia di unita' nazionale. Quell'unita' per la quale Sheick Hassan Nasrallah e Hezballah hanno lanciato appelli da oltre tre mesi. Nessuno , ripetiamo, ne' l'America, ne' "Israele" potra' distruggere questo sogno di indipendenza nazionale e di unita'.

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  8. #18
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    Per amore di Sion, non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finchè non sorga come il sole la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come una fiaccola ardente. Isaia 62.1
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    Il bello è che gli articoli nazistoidi di questo italiano antisemita convertito al fondamentalismo islamico khomeinista ed apologeta dello sterminio degli Ebrei hanno trovato spazio perfino sui siti della sinistra comunista e comunitarista , il che la dice molto lunga , perfino su Indymedia è andato a propagandare l'idea di un fronte unito nazi-islamo-comunista , quelche tempo fa ho anche letto un articolo da brividi dove parlava della diffusione dei Protocolli di Sion nel mondo islamico .

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da IloveISRAEL Visualizza Messaggio
    Il bello è che gli articoli nazistoidi di questo italiano antisemita convertito al fondamentalismo islamico khomeinista ed apologeta dello sterminio degli Ebrei hanno trovato spazio perfino sui siti della sinistra comunista e comunitarista , il che la dice molto lunga , perfino su Indymedia è andato a propagandare l'idea di un fronte unito nazi-islamo-comunista , quelche tempo fa ho anche letto un articolo da brividi dove parlava della diffusione dei Protocolli di Sion nel mondo islamico .
    Non scrivere cazzate per cortesia, oppure posta la fonte.

  10. #20
    Sionista
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    Per amore di Sion, non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finchè non sorga come il sole la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come una fiaccola ardente. Isaia 62.1
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    Citazione Originariamente Scritto da Outis Visualizza Messaggio
    Non scrivere cazzate per cortesia, oppure posta la fonte.
    Allora , il signor Dagoberto "Husayn" Bellucci , grazie soprattutto ad Amina Salina dell'Ucoii , un altra italiana convertita all'Islam con un passato nella sinistra totzkjista , che gli ha aperto la strada su tutti i siti "no global" , ha scritto articoli antisemiti pubblicati su Il Dialogo , il Pane e le Rose , AmbienteWeb , InfoPal , Assadakah , Aljazira.it ecc.

    Avete pubblicato qualche suo articolo anche voi sul thread del Libano e della morte di Saddam .

    Voi comunitaristi siete i primi a strizzare l'occhio ai fondamentalisti islamici . Non fate i santarellini .

 

 
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