La seconda che hai detto, ecco perchè dare soldi alle private è doppiamente immorale (io lo considero immorale di suo, ma questo mi conferma nella mia opinione).
La seconda che ho detto, solo se corrisponde al vero....
Io non sono sicuro che chi viene dalle private ha un livello inferiore a chi viene dalla pubblica.
Basta un meccanismo di valutazione serio, e il problema è eliminato.
Ragazzi, mettetevelo in testa, il welfare tutto pubblico è finito. Chiuso. Out.
Per questo l'UE insiste così tanto sull'integrazione far un sistema di educazione pubblico e uno privato. Ed è l'unica nostra chance, se vogliamo far arrivare il nostro benchmark ai livelli di lisbona. Il resto è utopia. Bella, affascinante, degna di discussione. Ma utopia.
Basta guardare i dati, Lupo: a parte chi nasce in famiglia molto devota e viene mandato dalle suore (e lì il discorso è diverso, è sbagliato finanziare quelle scuole non perchè siano diplomifici, ma perchè sono benissimo in grado di sostentarsi da sole, e dovrebbero farlo, giacchè assicurano una educazione "di parte", con precisi requisiti che non garantiscono il più delle volte parità d'accesso), chi si iscrive a scuole private, specie quelle "laiche" (che sono in questo caso molto più perniciose di quelle clericali) lo fa per il classico "due anni in uno", non certo per ottenere una educazione migliore.
Quanto al welfare non tutto pubblico, la sussidiarietà può essere una strada...ma il concetto di sussidiarietà è incentrato sulla "ritirata" dello Stato dove i privati possono fare meglio, o viceversa in un suo intervento laddove il mercato sia carente. Ambedue i casi mi sembra però non si possano applicare a tale situazione: le scule private non vengono lasciate fiorire dallo Stato per coprire le sue carenze, vengono finanziate dallo Stato per educare un numero ristrettissimo di studenti con metodi lasciati largamente all'arbitrio del singolo istituto. Se veramente si vuole arrivare al voucher (che, ripeto, considero cosa molto sbagliata, l'educazione di base dovrebbe essere eguale per tutti), prima bisogna stabilire regole rigorose e chiare su parità d'accesso, costi, funzionamenti interni, qualità dei curricula, selettività delle prove. Altrimenti si darebbero solamente soldi a fondo perduto al CEPU e alle scuole d'elitè.
8.3. Nonostante i vincoli che gravano attualmente sui bilanci nazionali, gli Stati del SEE dovrebbero creare le condizioni per un maggiore investimento pubblico e privato nei settori dell'educazione, della ricerca e dell'economia fondata sulla conoscenza, elementi essenziali per una crescita a medio e lungo termine. Occorrono quindi incentivi fiscali e regolamentari ed un ambiente competitivo per assicurare che la spesa privata segua dette priorità. Gettare dei ponti tra conoscenza e mercato e creare un contesto propizio all'innovazione: questa è la nuova sfida per la competitività. Affinché le imprese dell'Unione possano trarre profitto dalle nuove opportunità, creare posti di lavoro e stimolare la crescita, è necessario un approccio più coordinato e coerente.
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/...18(02):IT:HTML
Non capisco proprio come s facciano ad interpretare simili frasi scritte dai comitati in ambito Ue come un invito aperto a concedere aiuti alle scuole private!!
Io la leggo e la interpreto in maniera molto differente.........Non di certo non la interpreto come "diamo soldi alle scuole elementari private"