"Come negli anni '90, per garantire l'entrata dell'Italia nell'euro, anche oggi Cgil Cisl Uil funzionano come strumento di governo allargato per costruire il consenso dei lavoratori alle politiche liberiste. Questo è il significato della loro firma sul protocollo e della gestione pilotata del referendum" commentano così i parlamentari di Sinistra Critica Franco Turigliatto e Salvatore Cannavò i primi risultati della consultazione sindacale sul welfare. "Conforta però il risultato di molte fabbriche e importanti concentrazioni del pubblico impiego che hanno manifestato ancora una volta un No consapevole ad un accordo come quello del 23 luglio, che conferma in toto le leggi del governo Berlusconi sulle pensioni e sulla precarietà".


"Siamo convinti che questi No alle politiche liberiste - continuano i parlamentari di Sinistra Critica - si esprimeranno nei prossimi mesi anche nelle lotte e negli scioperi, a partire da quello dei metalmeccanici del prossimo 30 ottobre e da quello dei sindacati di base del 9 novembre".
"I parlamentari di Sinistra Critica saranno fedeli al mandato ricevuto e, in sintonia con la parte più attiva dei lavoratori e delle lavoratrici, sia alla Camera che al Senato voteranno contro le misure che precarizzano il lavoro e che colpiscono il sistema previdenziale" concludono Turigliatto e Cannavò.

Dato nazionale Fiom
su 484.507 voti scrutinati il no è al 53%,
nelle grandi fabbriche il no è al 65%


altri risultati che confermano buon andamento del NO (da rete28aprile)

Università di Siena: 132 no - 96 sì
Università di Torino: 268 no - 182 sì
Ferrari di Maranello: 685 no - 528 sì
Piaggio di Pontedera: 1.241 no - 771 sì
Telecom Italia Sparkle di Roma: 279 no - 194 si
Telecom di Firenze 463 no - 302 sì
Vodafone di Bologna 234 no - 14 sì
Atesia/Almaviva di Roma 353 no - 103 sì
Maserati di Modena 282 no - 118 sì
Aziende artigiane di Lucca (tutti i settori) 177 no - 83 sì
Unilever di Casal Pusterlengo 230 no - 64 sì
Banca del Fucino 230 no - 30 sì
Sammontana di Empoli 261 no - 19 sì
Camera di Commercio di Padova 48 no - 40 sì
Roma, 10 ottobre 2007


dal corriere.it
ROMA – Le grandi fabbriche del Nord – a partire dalle ex officine meccaniche di Mirafiori – bocciano l’accordo sul welfare. Ma la grande maggioranza dei lavoratori, chiamati dai sindacati alla consultazione sull’accordo del 23 luglio scorso. hanno votato sì. Dai primi dati diffusi dai sindacati, la prevalenza del sì al referendum sul welfare sarebbe netta: addirittura supera l’82% dei suffragi. I i primi risultati disponibili riguardano un gruppo di 115 aziende di diversi settori produttivi, dislocati in differenti aree del paese, per un totale di 96.400 lavoratori attivi. Il dato di affluenza è di circa il 60%.

LE CRITICHE DELLA FIOM - Un responso apertamente contestato dal segretario della Fiom e leader della Rete 28 aprile, Giorgio Cremaschi, che ha parlato di «dato privo di qualsiasi credibilità reale», a causa di irregolarità nel voto. Per fare un esempio, ha detto Cremaschi, il dato sui sì alla consultazione è stato ottenuto «sommando i voti unicamente di aziende dove ha vinto il sì. Mancano tutte le aziende dove già si sa che ha vinto il no». Per questo, ha concluso Cremaschi, «inviterei la politica e i commentatori ad aspettare prima di dare giudizi e di non correre dietro all'eccesso di solerzia di alcuni funzionari».
METALMECCANICI - Tra i metalmeccanici l’esito del referendum sull’accordo tra governo e parti sociali sembra rovesciato. Come avevano fatto capire le assemblee calde e le contestazioni delle settimane passate, in molte grandi fabbriche il protocollo sul welfare è stato respinto: gli operai della Fiat di Mirafiori, dallo spoglio dei primi voti, sono in maggioranza contrari. Secondo fonti sindacali negli stabilimenti delle ex Meccaniche i voti contrari sarebbero 821, i sì appena 162. Anche alla Fiat di Cassino i lavoratori hanno bocciato il protocollo sul welfare. Secondo le prime indiscrezioni, i no sarebbero l'84%. Alla Iveco, su 2.790 aventi diritto, hanno votato in 2.164: i «no» sarebbero 1.427, i sì 708. I lavoratori della Fiat di Melfi (Potenza) hanno votato per il no: 2.475 contrari, pari all’85%; i sì hanno raccolto 415 voti. Alla Fiat di Pomigliano d’Arco (Napoli) protocollo respinto in maniera ancora più netta: su 2.119 votanti (erano 5.055 gli aventi diritto) i no sono stati 1.874 pari a circa il 92%, mentre i sì appena 199 (bianche e nulle 46). Anche alla Zanussi di Pordenone avrebbero prevalso i no. Nello stabilimento friulano lavorano circa duemila persone. Curiosamente invece alla sede di Fiom, Fim e Uilm su 82 votanti aventi diritto, di cui 80 hanno espresso il voto, 48 si sono espressi a favore del protocollo, e 32, condividendo le critiche espresse dalla Fiom, hanno votato «no». Due non hanno votato.