Originariamente Scritto da
trotsky.net
Gli eroi del cento-contro-uno, i fascisti di Forza Nuova, hanno aggiunto alla lunga lista delle proprie coraggiose imprese un altro atto che per gli strani criteri morali dell’estrema destra è veramente encomiabile.
No, non ci riferiamo a quanto avvenuto a Rimini, dove l’intero gruppo di Forza Nuova è stato tratto in arresto perché stava organizzando un incendio doloso ad un centro sociale pianificando anche il rapimento (ovviamente, almeno in dieci contro uno e di notte) di una persona che è solita dormirvi all’interno. No, non ci riferiamo ai fascisti di Forza Nuova Rimini, uno dei quali nel corso dell’arresto si è rivelato essere uno spacciatore di cocaina visto che aveva a casa ampi quantitativi di quella droga e la strumentazione per “tagliarla”.
Ci riferiamo invece ai loro colleghi di Pavia, che più modestamente si limitano a fare i bulli in 150 contro 2 famiglie di poveracci (colpevoli di essere di etnia rom) ai Casoni di Pieve Porto Morone. Nel corso della fiaccolata di bifolchi razzisti organizzata dai suddetti a Pieve, con la partecipazione del sindaco del Ku Klux Klan Angelo Cobianchi (che ha la tessera di Forza Italia), pare che questi prepotenti da cortile abbiano sfogato la loro rabbia impotente contro Irene Campari e Giovanni Giovannetti, del Circolo Pasolini, colpevoli di star cercando da mesi di contribuire a risolvere in modo umano il problema dei rom che un tempo stavano alla SNIA (rom che Forza Nuova stessa ha chiesto che venissero spostati da Pavia, salvo poi organizzare manifestazioni di protesta contro il risultato del soddisfacimento della loro stessa richiesta…).
Prima gli insulti in corteo, poi, al termine della “manifestazione” (che sarebbe meglio chiamare pagliacciata di gruppo), la violenza fisica. Mentre Irene si allontanava dalla cascina, dove si era rifugiata per portare conforto umano ai poveri sotto assedio, un gruppetto di fascisti in divisa o di bifolchi generici, vedendo una donna sola ed indifesa non ha potuto resistere al richiamo della foresta: “Perché non attaccarla, camerati? Mi sembra un atto degno del nostro alto senso dell’Onore e della Patria!” deve aver detto uno di loro. L’automobile di Irene Campari, consigliera comunale a Pavia facente parte dell’opposizione di sinistra alla giunta Capitelli, è stata dunque attaccata a pugni, calci e lanci di petardi.
La polizia presente era impegnata a grattar via un terribile prurito che ha colto gli agenti proprio in quel momento, quindi nessuno degli aggressori è stato tratto in arresto.
Questa è la terza volta che fascisti pavesi di due diverse osservanze (due volte lo fecero in passato quelli della Fiamma Tricolore) attaccano autovetture che trasportano donne. Dev’essere una forma di lotta politica che viene insegnata loro, tra lo smercio di una partita di cocaina e l’organizzazione di un sequestro, agli incontri nazionali di Forza Nuova e degli altri gruppi neofascisti.