Visto che fiorsice in questo spazio l'area delle rivalutazioni, vi propongo una serie di confronti tra personaggi storici riguardo alle loro inclinazioni politiche, partendo dai tempi antichi sino ad oggi.
Iniziamo conn il confronto tra Cesae e i suoi oppositori.
Ossia tra la volontà di cambiare lo stato romano adeguando una città stato ai suoi nuovi impegni di impero egemonico.
Cesare con il suo impasto di personalismo geniale e multiforme, propnto ad adattarsi a tutti i cambiamenti e incentrato sulla valorizzazione di tutti i talenti, guidato da un outisder che pur appartenendo alla più alta nobiltà patrizia sapeva essere e mostrarsi populista.......
Oppure
Pompeo, il generale fortunato e ricchissimo, di recente nobiltà macchiata dalle ascendenze celtiche che veniva visto con sospetto dai nobiles e dai boni in particolare, ma che seppe piegarli sostanzialmente alla sua egemonia, accordandosi talvolta con i populares e altre con i cavalieri più in vista, sempre basandosi sulle sue vittorie come motivazione e sostegno, sinchè sorse un condottiero e un politico mogliore di lui?
o ancora
Bruto, l'ultimo dei boni, il più tentennnante e debole della loro parte ma quello che finì per essere il capofila dei cosidetti restauratori della libertà di Roma, non per suoi meriti, ma per i suoi antenati (Il primo Bruto e Servilio Ahala)..........e scoprire che la sua repubblica non interessava al popolo romano?