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lupoDL
Bruxelles , 14 ott. (Apcom) - Graham Watson, presidente dell'Alleanza dei liberali e democratici (Alde) al Parlamento europeo, guarda con curiosità e simpatia alle primarie del Partito democratico, che a suo dire costituiscono una innovazione "americana" nella politica europea, e potrebbero anche rappresentare un esempio da seguire in altri paesi dell'Ue. L'eurodeputato scozzese, che ha una moglie fiorentina e parla benissimo l'italiano (oltre al francese e al tedesco), sembra non temere affatto la possibile emorragia dei parlamentari della Margherita dal suo gruppo a Strasburgo, e vede semmai nel Pd la conferma di un riposizionamento dei fronte socialista europeo sul terreno delle politiche liberali, che promette bene per un lavoro comune e nuove alleanze fra le due forze. Non si può giudicare il successo delle primarie in base al numero di persone che si recheranno a votare", osserva Watson. "Ciò che è importante è l'innovazione: è la prima volta, per quanto ne so, che un partito politico in Europa fa una cosa del genere. E poi, questo fatto che anche chi non voterà per il Pd possa contribuire a sceglierne il leader (come nelle primarie Usa, ndr), porta un elemento della politica americana nella vita politica europea".
Quest'innovazione, prosegue il leader euroliberale, "potrebbe diffondersi in un ambito molto più vasto. Per esempio in Francia, doce il Ps sta cercando disperatamente di riguadagnare capacità d'iniziativa politica. O in Polonia, dove, come in Italia, il centro liberale e la sinistra si stanno unendo a formare un solo partito, il Lid (Liberali e i Democratici)", fra i cui leader ci sono l'ex presidente Aleksander Kwasniewski e l'ex leader di solidarnosc Bronislaw Geremek. Il Lid è accreditato di circa il 17% dei consensi nel paese, in cui le prossime elezioni politiche si svolgeranno il 21 ottobre.
Watson spiega che "in Gran Bretagna, al contrario che negli Stati Uniti, per votare per il leader di un partito devi esserne membro. Con le primarie, invece, si apre la possibilità di scelta anche ai non membri, e diventa più probabile che il leader abbia 'appeal' pubblico, non solo nel partito, ma ben al di là. Alle primarie italiane - nota l'europarlamentare scozzese - potrebbe votare persino Veronica Berlusconi, anche se ha risposto 'per ora no' alle offerte di Veltroni".
Quanto alla collocazione europea del Pd, Watson sdrammatizza la questione: "Starà a loro decidere. Mi sembra che ci sia un dibattito aperto. Ovviamente Rutelli non vuole andare fra i socialisti e D'Alema e Fassino non vogliono ritrovarsi fra i liberali. Gli eletti del Pd a Strasburgo potrebbero anche sedere nei due gruppi distinti, come è già successo nella scorsa legislatura".
Ma c'è la possibilità, continua il leader lbieraldemocratico, "che ciò che sta accadendo in Italia e in Polonia possa accadere anche a livello europeo, anche se mi sembra improbabile prima del 2009", quando ci saranno le prossime elezioni dell'Europarlamento.
La situazione, comunque, si sta evolvendo: è significativo, per esempio, che il Pse abbia adottato a Porto (al congresso del dicembre 2006, ndr) un manifesto che definirei liberale, e che è stato redatto dal presidente Poul Nyrup Rasmussen e da Jacques Delors (l'ex presidente della Commissione europea, ndr). Economia competitiva, riforma dei costosi sistemi di welfare: i socialisti - sottolinea il leader dell'Alde - stanno venendo sul nostro terreno. Non mi aspetto che si chiamino anche liberali, ma se adottano delle politiche liberali si crea una grande opportunità di lavorare insieme e anche di dar vita ad alleanze. D'altra parte - conclude Watson - ciò che è chiaro è che, invece, la destra non sta adottando politiche liberali".