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  1. #81
    Super Troll
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    Citazione Originariamente Scritto da il Pasquino Visualizza Messaggio
    Da tutto ciò potete tutti capire che dietro la volontà di cancellare l'art18 c'è solo la volontà di cancellare qualsiasi forma di rappresentanza sindacale, protesta o sciopero e, di conseguenza QUALSIASI CONTRATTO NAZIONALE e QUALSIASI TUTELA!

    Senza art18 scordatevi scioperi, diritto a malattia, sicurezza sul lavoro, maternità, ecc.

    E' QUESTO quello che volete????

    Saluti
    a parte che io da precario non li ho comunque....

    ad ogni modo ammesso che logicamente la tutela ex art 18 è buona, che mi dici delle aziende sotto i 15 dipendenti al quale nn si applica?

    quei dipendenti son precari?

    direi di no.

  2. #82
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    Citazione Originariamente Scritto da durrutibus Visualizza Messaggio
    a parte che io da precario non li ho comunque....

    ad ogni modo ammesso che logicamente la tutela ex art 18 è buona, che mi dici delle aziende sotto i 15 dipendenti al quale nn si applica?

    quei dipendenti son precari?

    direi di no.
    Appunto! Come precario non ha i diritti sanciti dall'art18 ed è per questo che il ricorso al precariato deve essere disincentivato e ridotto.

    La questione è che vorrebbero estendere questa condizione a TUTTI!

    Per quanto riguarda le aziende al di sotto dei 15 dipendenti questa norma (che è pure stata sottoposta a referendum ma anche in quel caso gli oppositori ricorsero al trucco di non andare a votare inficiando il test elettorale ed impedendo di fatto al popolo di esprimersi) era dettata da una logica.

    Secondo il legislatore per aziende di quelle dimensioni valeva il rapporto diretto con il datore di lavoro per cui non c'era bisogno di rappresentanza sindacale, spesso si trattava di imprese a conduzione famigliare in cui spesso vi era un singolo dipendente non parente od in ogni caso si trattava di imprese in cui il rapporto diretto era addirittura migliore delle pastoie burocratiche delle intermediazioni.

    Questa era una visione del mondo imprenditoriale artigiano o simile.
    Oggi però la realtà molte volte è diversa e quelle imprese di 15 o meno dipendenti possono essere anche imprese appartenenti a multinazionali con fatturati da capogiro che con la divisione dei rami d'azienda e con le "esternalizzazioni", creando una marea di pillole imprese satelliti si creano le condizioni di massima libertà di manovra, chiudendole, riaprendole, convertendole, spostandovi il personale (e con lo spostamento modificare la tipologia di contratto, benefit, accordi contrattuali, ecc.), che non hanno assolutamente più nulla a che vedere con le vecchie imprese artigianali ove il rapporto tra datore di lavoro e dipendente era diretto con il titolare che spesso lavorava affianco al dipendente!

    Oggi ci sono multinazionali, aziende SpA che hanno solo il marchio e che possiedono attraverso pacchetti societari incrociati una marea di piccole imprese ognuna specializzata in qualcosa: la distribuzione, la commercializzazione, più produzioni di parte del prodotto (chi produce solo un componente e chi effettua solo il montaggio), la logistica, il magazzino, ecc.

    In questo modo i costi alla fine sono sono simili ma non si ha un sindacato, si può cancellare una delle imprese perché improduttiva o solo scarsamente improduttiva facendo ricadere su di essa parte delle difficoltà della grande impresa ed alla fine sul lavoratore diretto.

    Il tutto mantenendo inalterato il core-business della impresa che così viaggia indipendente da tutti i comparti!

    Insomma le imprese hanno adottato politiche di tutti i tipi per infrangere ed aggirare le leggi e gli intenti del legislatore.

    Solo che mentre un tempo quel legislatore era accorto alla tutela del lavoratore, dell'elettore, delle condizioni sociali ed economiche della popolazione oggi aprono le braccia ed invitano tutti ad adattarsi allo strapotere economico delle imprese!

    Ovvio che la motivazione di simili comportamenti non sono da ricercare nella effettiva incapacità a fronteggiare i nuovi cambiamenti comportamentali delle imprese ma nella VOLONTÀ a non intervenire!

    Una volontà che si può capire solo vedendo i fatturati dei nostri partiti politici e negli enormi guadagni della nostra classe politica.

    Mentre un tempo si racconta di come i nostri rappresentanti si arrangiavano per non gravare sulle casse dello stato oggi si constata come ogni loro scelta politica sia motivata da interessi economici personali o di partito!

    Saluti

  3. #83
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    Citazione Originariamente Scritto da il Pasquino Visualizza Messaggio


    Insomma le imprese hanno adottato politiche di tutti i tipi per infrangere ed aggirare le leggi e gli intenti del legislatore.

    Solo che mentre un tempo quel legislatore era accorto alla tutela del lavoratore, dell'elettore, delle condizioni sociali ed economiche della popolazione oggi aprono le braccia ed invitano tutti ad adattarsi allo strapotere economico delle imprese!

    Ovvio che la motivazione di simili comportamenti non sono da ricercare nella effettiva incapacità a fronteggiare i nuovi cambiamenti comportamentali delle imprese ma nella VOLONTÀ a non intervenire!
    No, una volta che tu mi ammetti un concorrente che paga gli operai 100 euro al mese, non paga ferie, sicurezza e previdenza, l'impresa è destinata a soccombere.
    E allora ecco che l'impresa o chiude o delocalizza, o trova il modo di pagare anche lei i 100 euro al mese.

    I paesi che soffrono di meno questa situazione sono quelli che producono ed esportano sistemi e prodotti ad alta tecnologia, che "ancora" non soffrono della concorrenza internazionale basata sul dumping sociale e che fanno "sistema economico" nei confronti della concorrenza.
    Le imprese che riescno ad eludere questa situazione sono quelle che riescono a lavorare in mercati protetti (ad esempio e commesse statali pubbliche), e che BCE, Fondo Monetario e WTO cercano di distruggere in ogni modo (ad esempio per mezzo della direttiva Bolkestain)

    Le imprese vivono in un contesto economico, politico e legislativo.
    Una volta che il mio concorrente è autorizzato ad importare o utilizzare schiavi, io o uso schiavi o devo accettare di soccombere.
    La responsabilità è di chi autorizza l'uso degli schiavi, non delle imprese.
    La responsabilità è della "politica", sovranazionale e che poi discende a livello nazionale.

  4. #84
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    Quoto grifo in toto..si dovrebbero mettere dazi di importazione inversamente proporzionali ai diritti del lavoratore nel paese di PRODUZIONE di un bene....e lo si dovrebbe fare a livello MONDIALE....allora si che precarieta', articolo 18 e simili smetterebbero di essere problemi...
    Devo candidarmi a imperatore del mondo, le idee buone lo ho

  5. #85
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    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    No, una volta che tu mi ammetti un concorrente che paga gli operai 100 euro al mese, non paga ferie, sicurezza e previdenza, l'impresa è destinata a soccombere.
    E allora ecco che l'impresa o chiude o delocalizza, o trova il modo di pagare anche lei i 100 euro al mese.

    I paesi che soffrono di meno questa situazione sono quelli che producono ed esportano sistemi e prodotti ad alta tecnologia, che "ancora" non soffrono della concorrenza internazionale basata sul dumping sociale e che fanno "sistema economico" nei confronti della concorrenza.
    Le imprese che riescno ad eludere questa situazione sono quelle che riescono a lavorare in mercati protetti (ad esempio e commesse statali pubbliche), e che BCE, Fondo Monetario e WTO cercano di distruggere in ogni modo (ad esempio per mezzo della direttiva Bolkestain)

    Le imprese vivono in un contesto economico, politico e legislativo.
    Una volta che il mio concorrente è autorizzato ad importare o utilizzare schiavi, io o uso schiavi o devo accettare di soccombere.
    La responsabilità è di chi autorizza l'uso degli schiavi, non delle imprese.
    La responsabilità è della "politica", sovranazionale e che poi discende a livello nazionale.
    CONCORDO!!!

    Non si possono fare legge di tutela ai lavoratori e poi permettere di commercializzare articoli prodotti schiavizzando la gente poco fuori i propri, magari realizzati dalla stessa azienda!!!

    Da anni infatti sostengo che se per commercializzare un prodotto si chiede la certificazione ISO si dovrebbe imporre che in norme simili siano previste anche le condizioni di lavoro con cui è stato realizzato il prodotto!

    Se anche solo il lavavetri del grattacielo dell'impresa che lo ha prodotto è stato pagato con una ciotola di riso e calato con una corda intorno alla vita (cosa consueta in "certi paesi"!) QUELLA IMPRESA NON DEVE AVERE IL DIRITTO DI COMMERCIALIZZARE DA NOI!

    Non può mettersi in competizione con le imprese occidentali che rispettano dei giusti diritti di chi vi lavora!!!

    Si tratta di concorrenza sleale!!!

    Saluti

  6. #86
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    Citazione Originariamente Scritto da Futhwo Visualizza Messaggio
    Quoto grifo in toto..si dovrebbero mettere dazi di importazione inversamente proporzionali ai diritti del lavoratore nel paese di PRODUZIONE di un bene....e lo si dovrebbe fare a livello MONDIALE....allora si che precarieta', articolo 18 e simili smetterebbero di essere problemi...
    Devo candidarmi a imperatore del mondo, le idee buone lo ho
    Peccato che non siano una novità....

    Comunque quei dazi dovrebbero essere altissimi altrimenti i margini sono così alti che converrebbe sempre pagare quei dazi piuttosto che impiegare personale con diritti civili!

    Se anche fossero elevati, poiché poi alla fine il prezzo reale lo fa chi commercializza il prodotto, questi costi verrebbero scaricati sull'azienda produttrice e quindi sui lavoratori che verrebbero pagati ancora meno di adesso e costretti a lavorare in condizioni ancora peggiori!

    Per questo non sono molto favorevole ai dazi che alla fine non portano alcun beneficio per nessuno, se non per le casse dello stato. Molto meglio proprio IMPEDIRE il commercio in mancanza di precise regole nei confronti dei dipendenti: Orari di lavoro simili a quelli occidentali, stipendi adeguati, sicurezza del lavoro a standard occidentali, rappresentanza sindacale, tutele sulla maternità e malattia, ....insomma in condizioni simili alle nostre in modo da creare una vera competitività tra imprese di paesi diversi!

    Non si possono avere trattamenti tanto diversi, come avviene ora, e pretendere di mantenere un corretto equilibrio commerciale!

    Tra l'altro così quei paesi potrebbero prima e più facilmente aprirsi al commercio occidentale e la nostra produzione essere più appetibile e raggiungibile da molti lavoratori di questi paesi emergenti.

    Saluti

  7. #87
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    Citazione Originariamente Scritto da il Pasquino Visualizza Messaggio
    Peccato che non siano una novità....

    Comunque quei dazi dovrebbero essere altissimi altrimenti i margini sono così alti che converrebbe sempre pagare quei dazi piuttosto che impiegare personale con diritti civili!

    Se anche fossero elevati, poiché poi alla fine il prezzo reale lo fa chi commercializza il prodotto, questi costi verrebbero scaricati sull'azienda produttrice e quindi sui lavoratori che verrebbero pagati ancora meno di adesso e costretti a lavorare in condizioni ancora peggiori!

    Per questo non sono molto favorevole ai dazi che alla fine non portano alcun beneficio per nessuno, se non per le casse dello stato. Molto meglio proprio IMPEDIRE il commercio in mancanza di precise regole nei confronti dei dipendenti: Orari di lavoro simili a quelli occidentali, stipendi adeguati, sicurezza del lavoro a standard occidentali, rappresentanza sindacale, tutele sulla maternità e malattia, ....insomma in condizioni simili alle nostre in modo da creare una vera competitività tra imprese di paesi diversi!

    Non si possono avere trattamenti tanto diversi, come avviene ora, e pretendere di mantenere un corretto equilibrio commerciale!

    Tra l'altro così quei paesi potrebbero prima e più facilmente aprirsi al commercio occidentale e la nostra produzione essere più appetibile e raggiungibile da molti lavoratori di questi paesi emergenti.

    Saluti
    se tutte le produzioni delocalizzate fossero impedite per legge, il sistema salterebbe.
    Il costo di produzione maggiore( produzione in occidente con diritti) si ripercueterebbe sul prezzo. Adesso di fatto importiamo deflazione grazie alla delocalizzazione. Ergo le nike le pagheresti 600 euro anziche 100

  8. #88
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    Non compreresti piu' Nike a quel punto. Sarebbe piu' probabile che tu comprassi scarpe prodotte in Italia e vendute in Italia. Le multinazionali si atrofizzerebbero e rinascerebbe il lavoro semi-artigianale. Una vera manna insomma, per tutti tranne per i pochi che ora fanno il bello e cattivo tempo. Si, la proposta mi piace

  9. #89
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    Citazione Originariamente Scritto da DaleCooper Visualizza Messaggio
    se tutte le produzioni delocalizzate fossero impedite per legge, il sistema salterebbe.
    Il costo di produzione maggiore( produzione in occidente con diritti) si ripercueterebbe sul prezzo. Adesso di fatto importiamo deflazione grazie alla delocalizzazione. Ergo le nike le pagheresti 600 euro anziche 100
    Questo è quello che vogliono farvi credere quelle imprese che hanno "delocalizzato" in effetti i prezzi poi li fa poi il mercato. Se tornasse la produzione in occidente il mercato del lavoro avrebbe una impennata e di conseguenza gli stipendi e quindi
    si rimetterebbe in circolo denaro ridistribuiti tra i lavoratori.

    Il mercato interno occidentale in generale riprenderebbe vigore. Aumenti di investimenti locali e ripresa di tutto il mercato.

    Il costo del lavoro incide solo in parte sul costo dei prodotto infatti se dovessero essere prodotti in occidente tanti prodotti costerebbero solo poco di più

    Saluti

 

 
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