Prendendo spunto da un invito di areazione apro il dibattito pubblico: qual'è stata l'eredità di Hegel nel pensiero marxista?
Prendendo spunto da un invito di areazione apro il dibattito pubblico: qual'è stata l'eredità di Hegel nel pensiero marxista?
Questa discussione non me la lascio scappare....
oddio...tomi e tomi e tomi interi di filosofia...
Innanzitutto Marx si laureò con una tesi su Hegel e poi penso che possa essere considerato uno dei più autorevoli rappresentanti della sinistra hegeliana, anche se poi negò un po' tutto.
Per me Marx è la prosecuzione "naturale" di Hegel nel senso che Marx trova nella teoria hegeliana il suo metodo di lavoro e pensiero, soprattutto nell'idealismo (grossolanamente il concetto per cui la realtà è realizzazione di un "principio" ideale e, in quanto "realtà", è cosa eterogenea rispetto al principio) ma anche nel "modus operandi" di tesi-antitesi-sintesi...
beh, devo uscire dall'ufficio, leggerò quanto prima le successive dissertazioni!
Auf wiedersehen!
Personalmente ritengo che la dialettica hegeliana sia il principale lascito a Marx, inoltre credo che abbia anche influito al dicotomia servo-padrone
Sono un convinto assertore della teoria secondo cui Marx è stato l'allievo migliore ed il più fedele - nei risultati - di Hegel. Ci sono vari libri che discutono l'argomento, ma credo che l'ultimo di Costanzo Preve per l'editrice Il Prato sia il migliore ed il più specifico: Una approssimazione al pensiero di Karl Marx.
Lo trovi anche presso la nostra distribuzione libraria: http://www.politicaonline.net/forum/...d.php?t=311085
Grazie per i link. Aspetto di leggere cosa scrive in proposito are(a)zione.
Hegel, Georg Wilhelm Friedrich (1770-1831). Nato a Stoccarda, il figlio di un finanziere. Dal 1818 fino alla sua morte Hegel fu Professore di Filosofia all’Università di Berlino. Hegel fu un liberale che approvava la monarchia costituzionale e non fu l’adoratore dello stato che spesso era accusato di essere, però effettivamente alcuni dei suoi seguaci interpretarono la sua filosofia come una giustificazione per la monarchia autocratica prussiana. I suoi lavori scritti, come per esempio il suo principale lavoro sulla politica, La Filosofia del Diritto (1821), sono notoriamente oscuri. La filosofia di Hegel è una forma di idealismo, secondo cui tutto quello che realmente esiste sono idee. Egli interpretò la politica, la storia, la legge, la moralità, la religione e così via, in termini di sviluppo di idee; cercò l’idea originale di un particolare soggetto e poi esaminò come si era sviluppata logicamente (vale a dire, in modo dialettico) nel corso della storia.
Come studente a Berlino dopo la morte di Hegel, Marx fece parte della sua influenza, specialmente quando fu coinvolto per un breve periodo con i Giovani Hegeliani, un gruppo di filosofi di sinistra che usavano una versione modificata della filosofia di Hegel come una critica radicale della politica e della religione. Marx ruppe pubblicamente con la filosofia hegeliana nella sua introduzione a Per la Critica della Filosofia del Diritto di Hegel, pubblicata nel 1844. Marx poi continuò a sostenere che la spiegazione dello sviluppo sociale si trova non nello sviluppo delle idee ma nello sviluppo delle condizioni materiali di vita. Nel 1845 Marx ed Engels collaborarono per produrre L’Ideologia Tedesca, che stabilì i principi di base di questa concezione materialista della storia.
Ma nonostante il criticismo di Marx nei confronti della filosofia di Hegel molti commentatori di Marx insistono nell’enfatizzare il suo debito intellettuale con Hegel, al punto quasi da sostenere che la filosofia “capovolta” di Hegel sia una condizione necessaria e sufficiente per spiegare il metodo di Marx. Questa assurdità raggiunse il suo culmine nel reclamo di Lenin che non si può capire correttamente Il Capitale di Marx senza aver prima pienamente compreso gli argomenti della Scienza della Logica di Hegel. Inoltre, vi è una questione controversa della dialettica che è associata, troppo esaurientemente, a Hegel e Marx. Certamente Hegel ebbe dell’influenza su Marx, e una versione modificata della dialettica effettivamente svolse un ruolo nel metodo di Marx per investigare sullo sviluppo sociale (vedi l’Epilogo a Il Capitale del 1873). Visto nel contesto dell’intero corpo degli scritti di Marx, però, ciò può essere visto nell’opportuna prospettiva con tutte le altre influenze su Marx. È il caso per esempio di Aristotele che ebbe almeno altrettanta influenza su Marx, perché l’eredità di Aristotele a quei tempi dominava notevolmente la filosofia (compresa quella di Hegel). Complessivamente, quindi, può essere detto che molti commentatori sopravvalutano il debito intellettuale che Marx aveva con Hegel, e che il lavoro di Marx può essere capito e valutato preso da solo. Lo stesso può essere detto per Engels, anche se fu molto più influenzato da Hegel, dai suoi giorni come Giovane Hegeliano in poi.
Preso da qui: http://worldsocialism.blog.excite.it/permalink/488025
Bisogna urgentemente dichiarare le risorse naturali e artificiali del pianeta l’eredità comune di tutta l’Umanità per poterle impiegare democraticamente nell’interesse di tutti.
http://socialismo-mondiale.blogspot.com/
In modo molto veloce e sintetico, parto con questa prima considerazione di fondo, su cui credo chiunque possa convenire.
Hegel propone una distinzione tra etica e morale: l'aspetto assoluto della condotta e l'aspetto soggettivo.
L'introduzione di una suddivisione chiara tra sfera privata e sfera comunitaria rende la distinzione tra etica e morale ancora più netta.
Mentre nel moralismo agostiniano questa distinzione non esiste, e quindi la morale coincide con l'etica, in Hegel questo non avviene.
Bene.
Tuttavia in Hegel esiste questa sorta di inversione logica degli eventi storici-politici: rende le realtà empiriche delle manifestazioni necessarie dello spirito.
E questo si rispecchia su il suo concetto di etica.
In Marx questo non avviene, perchè il misticismo logico di Hegel viene ribaltato in chiave dialettica-materialistica. Marx ri-capovolge quello che l'idealismo aveva capovolto, cioè l'oggetto con il soggetto.
In Hegel si trova un giustificazionismo logico e politico, in Marx no. In Marx anche l'etica, che è oggetto sociale, diventa soggette alle stesse regole dinamiche della società, sia nella sfera priva che quella comunitaria (pubblica).
L'etica quindi risulta non più fissa e delineata a priori, ma risulta inficiata a posteriori da ciò che gli eventi storici creano.