Attacco alla sede Onu. È crisi a Mogadiscio, capitale della Somalia dove mercoledì mattina un gruppo di uomini armati ha devastato gli uffici della sede delle Nazioni Unite e sequestrato un funzionario dell'ufficio del Programma Alimentare Mondiale dell'Onu. Il gruppo armato sarebbe composto da uomini delle truppe governative somale, così come riferito da alcune fonti diplomatiche e di intelligence a Nairobi.

L’episodio sarebbe legato alla mozione di fiducia al premier Ali Mohammad Gedi, che martedì il Parlamento somalo ha votato: il premier del Governo Federale di Transizione somalo, infatti, non ha più la maggioranza, dopo che 22 su 33 tra ministri e sottosegretari lo hanno sfiduciato. Gedi nelle scorse settimane si è scontrato con il presidente Abdullah Yusuf, che lo aveva accusato di non essere riuscito a controllare il paese.

A niente è servito l’intervento dell’inviato speciale dell'Onu per la Somalia, Ahmedou Ould Abdallah, che aveva parlato a entrambi «chiedendo loro di rimanere uniti per il bene della missione di pace in Somalia. Ma se questo è impossibile – aveva dichiarato – dovrebbero separare le proprie strade in maniera pacifica».

Il Pam, intanto, ha chiesto l'immediata liberazione dell'ostaggio. Il precipitoso corso degli eventi peggiora la drammatica situazione della Somalia, dove tra agguati, uccisioni a sangue freddo, ed esodo della popolazione (500 mila persone dall’inizio dell’anno) si registrano ormai condizioni umanitarie spaventose.
Il programma alimentare mondiale dell'Onu ha deciso di sospendere con effetto immediato gli aiuti alla popolazione di Mogadiscio , di cui beneficiavano oltre 70mila persone. Lo riferiscono fonti delle nazioni Unite. La decisione giunge dopo l'incursione effettuata stamane da una trentina di uomini delle forze di sicurezza somale negli uffici dell'Onu della capitale somala, coperti da immunità diplomatica.