Non possiamo far finta di nulla.
Sabato scorso Alleanza Nazionale ha portato a Roma circa 500.000 persone (secondo gli organizzatori… forse meno, ma comunque una grande mobilitazione).
Non poche, anzi tantissime.
Questo dato non può non far riflettere chi fa politica, militanza e cerca voti e consensi.
E sono tante le valutazioni da fare…
La prima è la più certa e sicura, AN sta bene, è in ripresa ed ha dato una grandissima prova di forza e di mobilitazione. Forse lo stare all’opposizione ha rigenerato una certa classe dirigente, negli ultimi anni troppo impegnata a gestire il potere e poco a gestire il partito.
Questo vuol dire che, al di là dei soliti e sterili slogan, la destra (e per destra intendiamo tutta la destra, da quella reazionaria, a quella sociale e radicale…) in Italia è ancora saldamente rappresentata da AN.
Il partito di Fini non perde consensi alla sua destra e per il momento anche l’uscita di Storace non sembra aver fatto perdere molto. Considerando anche il ritorno della Mussolini i danni sembrano più che limitati.
Quindi lo spazio politico ed elettorale, nonostante i pazzi sondaggi che danno partiti a destra di An all’8%, rimane tra l’1,5 ed 3% massimo, se il soggetto si presentasse unito ed unico.
Seconda valutazione: AN ha di fatto ridimensionato il fenomeno Grillo. I più davano morta la Politica in favore dell’antipolitica. Sembrava tramontata l’era dei partiti e delle idee forti. Fini ha dimostrato il contrario. 500.000 persone hanno invaso le vie di Roma sotto la bandiera di un Partito (forse l’unico, dopo la morte dei DS, di vecchio stampo) e per due battaglie forti e chiare, sicurezza e tasse.
Anche questa è stata un’altra scommessa vinta dalla banda Fini.
Premetto che sto cercando di dare giudizi asettici ed oggettivi.
Queste mie personali riflessioni non sono né un apologia ad An, né altro, ma solo un’analisi, speriamo, il più attenta possibile.
Dopo questa manifestazione tutto il Polo dovrà fare i conti con An e Fini.
Terzo punto: Come si deve porre tutta l’area che dal 95 si muove a destra di An? Innanzi tutto non deve più farsi prendere per i fondelli dai cosiddetti “terzisti duri e puri”. La partita, se giocata, va giocata tutta dentro al centrodestra, fuori non esistono possibilità. Fuori c’è solo folclore, esibizionismo e colore. La politica è altro.
Poi credo sia giunto il momento di smetterla di fare la guerra ad AN.
Il cittadino, l’elettore, l’uomo della strada non la capiscono. Ormai è chiaro, l’Italia è divisa in due blocchi, gli anticomunisti e i filo comunisti (post, neo o vetero…). Questi due fronti all’interno hanno due anime, quella centrista e quella di destra (da una parte) e quella di sinistra (dall’altra).
Quindi fin tanto Berlusconi sarà in campo gli assetti non cambieranno ed anche la rifondazione di un grande centro democristiano è scongiurato. Così come sembra improbabile che il Polo segua l’esempio del centrosinistra, soprattutto dopo la dimostrazione di forza, di orgoglio e di appartenenza dimostrata dal popolo di AN. Quindi, per il momento sembra anche rinviato il progetto del Partito unico di centrodestra.
Quindi è chiaro che la cosiddetta destra radicale (NON SAREBBE MEGLIO DEFINIRSI DESTRA IDENTITARIA? Destra sociale è stata usata e sputtanata, destra radicale non è comprensibile al popolo, estrema destra dà di criminalizzazione giornalistica e poi la lotta per l’identità sarà la lotta del terzo millennio…) deve fare i conti con questa realtà e decidere una volta per tutte cosa vuole fare da grande. Stare ancora a guardare? O incidere sulla realtà?
Oggi esistono tutte le potenzialità per essere protagonisti, ma bisogna avere grande capacità di analisi, freddezza e maturità politica, altrimenti si rischia una nuova sconfitta, questa volta davvero fatale.
Oggi esistono Comunità, strutture, circuiti metapolitici e politici all’avanguardia, avamposti di libertà, pubblicazioni, giornali, capacità militanti ed organizzative, insomma di carne al fuoco ce n’è, ma bisogna fare attenzione a non bruciarla.
Come? Questa è la parte più difficile.
La prima cosa da fare è scendere dalla torre d’avorio e cominciare a vivere la realtà.
Prendere coscienza dei mezzi, degli obiettivi e come raggiungerli e soprattutto capire cosa vuole e cosa percepisce la gente normale. E mettersi in discussione.
Partendo dal fatto che la gente di destra, missini e fascisti (non parlo di quelli impegnati o militanti, ma di quelli che si definiscono tali…) votano, purtroppo, Alleanza nazionale.
Analizzato questo si possono trovare delle alternative o delle soluzioni.
Il primo passo sarebbe quello di essere davvero parte integrante del Polo e del fronte anticomunista, iniziando ad aprire un dialogo vero e costruttivo con tutte le forze politiche del centrodestra (cosa che abbiamo sempre cercato di fare e finalmente cominciamo a farlo sul serio!)
Anche perché se abbiamo iniziato un dialogo con Storace perché non dovremmo farlo con Berlusconi, Bossi e Fini?
Certo, senza mai perdere la nostra IDENTITA’ (ecco che ritorna questa parola…), senza fare mai un passo indietro su diritto alla proprietà della casa, Mutuo sociale, identità nazionale, difesa dello Stato sociale e difesa della nostra memoria storica.
Oggi la Fiamma ha davanti a sé varie possibilità. Può allearsi con Storace, può allearsi con la Mussolini. Può farlo con entrambe, può bussare alla porta dei leader del Polo, può essere collante per tutta la destra radicale ecc… l’unica cosa che non deve fare è quella di non far scappare anche questo treno e fare molta attenzione a tutti gli sviluppi e cambiamenti di scenari.
Nel mentre noi continuiamo a crescere, a qualificarci e a radicarci nel territorio, con la voglia e la forza di farci trovare pronti…
Essere avanguardia, essere protagonisti.
Giuliano Castellino