Dopo il successo e la conseguente indignazione scatenata nell’opinione pubblica dal libro “La Casta”; sono sempre di più i personaggi politici di primo e secondo piano, usi a parlare o a sparlare dei costi della politica e dei metodi più o meno efficaci per ridurli.
La terapia più in voga, sembra essere quella della riduzione del numero dei parlamentari che con i loro astronomici stipendi, indennità e privilegi più o meno onerosi, assorbirebbero una fetta considerevole delle disponibilità, delle già troppo dissestate finanze pubbliche.
Secondo una fin troppo semplice regola matematica, si deduce che riducendone il numero, si ridurrebbero automaticamente, le risorse necessarie al loro “sostentamento”. Il ragionamento, da un punto di vista teorico funziona e funziona, anche e soprattutto, come calmante e valvola di sfogo, per il montante astio dell’opinione pubblica verso il sistema.
Se ci fermassimo ad uno sguardo superficiale e non ci spingessimo e leggere gli “effetti collaterali”, sembrerebbe che questa proposta, abbia anche un senso compiuto. Purtroppo, nel nostro Paese, i teoremi con soluzioni troppo lampanti e le quadrature troppo semplici del cerchio, tendono a nascondere fra le loro pieghe, risvolti occulti e quasi mai positivi che sfuggono ai più.
Noi neoazionisti, non abbiamo aspettato i successi librari di nessuno, né tanto meno le esternazioni compunte di qualche politico in crisi di coscienza, ma abbiamo proposto fin dall’inizio, nel nostro programma – che risale ormai a circa due anni fa – delle proposte molto concrete e sostenibili per ridurre le spese politiche anche e soprattutto a beneficio del risanamento del debito pubblico.
Ridurre il numero dei parlamentari, non risolve assolutamente il problema dei costi - che nel migliore dei casi, verrebbe solo scalfito da queste proposte - ma servirebbe solamente a restringere ancora di più l’oligarchia. Se il numero dei parlamentari venisse ridotto, solo i grandi partiti, avrebbero la forza di eleggere deputati e senatori. I piccoli, verrebbero letteralmente cancellati dal panorama politico, lasciando senza rappresentanza alcuna, centinaia di migliaia di elettori. Questo non sarebbe solo un colpo ai partiti nuovi e piccoli, ma soprattutto alla democrazia!
La nostra proposta, come N.P.A. è quella di ridurre del 70% le indennità dei parlamentari (non solo deputati e senatori, ma anche dei consiglieri regionali e provinciali). Se questa proposta venisse attuata, non solo non sarebbe più necessario, ridurre i parlamentari, con le conseguenze nefaste sul sistema democratico, ma per assurdo, questi ultimi potrebbero essere addirittura raddoppiati, raggiungendo così anche lo scopo di ottenere una maggior rappresentatività territoriale ai vertici delle Istituzioni.
Perché nessuno dei partiti presenti in Parlamento, che a parole sembrano avere a cuore le sorti del Paese, non fa sua questa nostra ragionevole e risolutiva proposta?
Noi neoazionisti, non ci siamo fermati certo qui, ma abbiamo aggiunto nel programma, l’abolizione delle province; enti che reputiamo quasi inutili e dispendiosi. Quanto si potrebbe risparmiare se non vi fossero più le migliaia di consiglieri provinciali (altro che due o trecento parlamentari in meno) a cui dover versare mensilmente uno stipendio, simile a quello di un deputato? Perchè nessun'altro,a parte noi del Nuovo Partito d'Azione, avanza proposte in questo senso?
Qualcuno potrebbe obiettare che siamo contro la diminuzione dei parlamentari, solo per non veder chiuse per noi, tutte le possibilità di portare nostri rappresentanti in parlamento.
A questo posso rispondere dicendo tranquillamente che avere degli eletti, non è un nostro scopo prioritario e ciò è dimostrato dal fatto che siamo sempre stati molto critici con tutti a differenza di altri che invece hanno offerto i loro numeri (in alcuni casi di molto inferiori ai nostri) per ottenere qualche deputato o senatore ed esaurendo, con il raggiongimento di questo obiettivo, la loro funzione politica. Non ci sarebbe difficile attuare lo stesso stratagemma, in un Paese dove si vincono o perdono le elezioni per 24.000 voti e dove l’ N.P.A risulta essere a tutt’oggi, il primo dei partiti extraparlamentari del centrosinistra.
Essere moralmente ed eticamente incorruttibili, oggi non paga affatto in termini di rendite politiche. Noi vogliamo tenere alto non solo il nome del nostro Partito, ma anche e soprattutto la nostra dignità di persone oneste eredi di una storia unica nella politica italiana: quella dello storico Partito d’Azione.

Gabriele Oliviero