Mastella indagato: "Sono estraneo"
La notizia riportata da Libero.
Bocche cucite dei pm a Catanzaro
CATANZARO
Il ministro della Giustizia Clemente Mastella si dice tranquillo e sereno, nonchè estraneo ai fatti per i quali sarebbe stato iscritto sul registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta Why Not a Catanzaro. «Apprendo da notizie giornalistiche - rileva il ministro - che sono stato iscritto nel registro degli indagati della procura della Repubblica di Catanzaro. Se così è, e non dubito perchè spesso alla stampa sono fornite notizie che dovrebbero essere riservate in quanto coperte dal segreto d’indagine, dichiaro di attendere serenamente gli sviluppi di questa situazione». Questa «tranquillità», aggiunge Mastella, «deriva dal fatto di essere completamente estraneo alle vicende per le quali mi si muoverebbe addebito».
Per questo, continua il Guardasigilli, «ribadisco, come ho avuto modo di ripetere a più riprese, di non essere mai stato iscritto a nessuna loggia massonica, nè in Italia nè all’estero, e di non aver mai partecipato a comitati d’affari o a singoli affari, come testimonia la mia trentennale vita pubblica e parlamentare nella prima, nella seconda e spero anche nella terza Repubblica». Intanto, la Procura della Repubblica di Catanzaro non conferma la notizia, riportata stamani dal quotidiano Libero: «No comment» è la risposta data ai giornalisti da fonti del palazzo di giustizia, le quali si appellano al segreto istruttorio. Avvicinato dall’Agi, il procuratore aggiunto Salvatore Murone, non ha confermato nè smentito la notizia. «Non posso nè confermare nè smentire - ha detto - perchè in entrambi i casi svelerei un segreto istruttorio». Dell’iscrizione di Mastella nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta Why Not, condotta dal sostituto procuratore Luigi de Magistris, si era già parlato nel giugno scorso ma la Procura aveva smentito con un comunicato ufficiale l’emissione di un avviso di garanzia nei confronti del Guardasigilli.
Il coinvolgimento di Mastella dell’inchiesta, sarebbe legato all’esistenza di numerosi contatti telefonici con due dei principali indagati: l’imprenditore Antonio Saladino e l’ex giornalista Luigi Bisignani. Per la cronaca, la telefonata cui si fa riferimento sarebbe quella fra il ministro Mastella e uno degli indagati, l’imprenditore Saladino che sollecitava un appuntamento al ministero per un costruttore suo amico. Viceversa per quanto riguarda la posizione del giornalista Bisignani va precisato che il tribunale del riesame aveva già da tempo, su istanza degli avvocati della difesa, annullato gli atti della Procura della repubblica che lo aveva coinvolto nell’inchiesta. Il tribunale aveva contestualmente ordinato il dissequestro di documenti dall’ufficio di Bisignani su disposizione della procura catanzarese.
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