http://liberoblog.libero.it/web_tempolibero/bl7491.phtml
19 ottobre 2007 - 12:00
Italia.it, sito della vergogna
Il fiore all'occhiello del turismo "made in Italy" online fa acqua da tutte le parti: errori, strafalcioni, scarsa navigabilità e, dulcis in fundo, costi esorbitanti. Ma per fortuna ora chiude
di Michel Paganini
"Bravo Rutelli" ha detto in sostanza il vicepresidente della giunta regionale del Veneto Luca Zaia "per il tempismo" dimostrato in occasione del Comitato nazionale per le politiche turistiche dove avrebbe manifestato l'intenzione di interrompere l'esperienza del portale turistico nazionale Italia.it. «Dopo avere presentato in pompa magna il sito all'ultima Bit di Milano - ha continuato Zaia - con l'intenzione di farne un biglietto da visita internazionale, tradotto in 4 lingue, e dopo che, nella realtà, esso invece si era subito rivelato un ricettacolo di svarioni a danno anche della nostra regione, eccolo finalmente prendere l'unica decisione possibile e sensata: la sua chiusura».
I pareri sul portale delle meraviglie sono a dir poco unanimi. Antonio Sofi su questo punto era lapidario quando scriveva recentemente che "i 15 quotidiani del gruppo EPolis hanno dedicato le tre pagine del 'Fatto del giorno' al caso del portale nazionale del turismo che ha debuttato online poco più di un mese fa. Italia.it era un progetto ormai spettro fantasmatico che il nuovo governo ha scelto di rievocare - con un mix di coraggio, ingenuità e furberia. Che il precedente ministro Lucio Stanca annunciò nel 2005 come 'imminente' e non è andato online né quell'anno né l'anno dopo, criticato fin dai suoi primi vagiti di carta per i faraonici stanziamenti e le storture progettuali. Che, una volta andato on line il 22 febbraio scorso, è stato subito criticato per tecnologie, contenuti, usabilità".
Perché bisogna dirlo, quel portale tanto desiderato ha avuto una storia travagliata, come ben spiega Pietrodigiorgio: «Finalmente è online, dopo anni di gestazione, Italia.it, il portale istituzionale più costoso e discusso della storia. Molti esperti da mesi criticano questo portale, costato la bellezza di 45 milioni (milioni non mila, sono 90 miliardi di lire), ma le critiche fino ad ora sono state solo ed esclusivamente rivolte ai costi e non al portale in quanto tale. Eppure basta navigarci per vederne le pecche». Che sono tante.
«Non si sono ancora spente - si può leggere su Libero.it le polemiche legate al logo del sito Italia.it oggetto di numerose petizioni, e paragonato dai più gentili a un cetriolo, che il portalone del turismo italiano fa ancora scandalo. La rete si indigna per i soldi spesi per un portale che rappresenta l'ennesima vetrina. Italia.it infatti non è minimamente orientato al web 2.0, non è cioè dotato in alcun modo di strumenti di interazione con la Rete. Ed è proprio la Rete a insorgere, a partire dal blog Scandaloitaliano che denuncia pubblicamente la cifra finale destinata al sito. Si è partiti con un già ampio budget di 45 milioni di euro e, dopo il lancio del 22 febbraio 2007, si è già arrivati a oltre 58 milioni. Vale a dire più di un euro per ogni cittadino italiano».
A questo punto diventa quasi normale che si parli di chiusura. «Tra le altre magagne - si può leggere su Zeus.it - spicca in particolare la presenza di informazioni errate su Molise, Marche, Liguria e Abruzzo, stando a quanto rilevato da Gian Franco Fisanotti, presidente dell'Unionturismo. Le colpe sarebbero anche delle regioni: secondo Umberto Paolucci, presidente dell'Enit, le redazioni regionali che avrebbero dovuto occuparsi dei contenuti non sono ancora tutte attive. La conclusione del Ministro dei Beni Culturali è quindi quasi scontata: se il portale non interessa a nessuno, è meglio che chiuda subito».
E adesso qualcuno pagherà per questo salasso? Ma certo che no, come sempre... f@nc^l*.