Tutti uguali, tutti esseri umani con gli stessi legitimi diritti naturali: vita, libertà, proprietà. L'uomo e la sua proprietà vengono prima delle miserie stataliste, utilitariste e socialiste.
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Tutti uguali, tutti esseri umani con gli stessi legitimi diritti naturali: vita, libertà, proprietà. L'uomo e la sua proprietà vengono prima delle miserie stataliste, utilitariste e socialiste.
io credo che la globalizzazione sia importantissima ma a volte e soprattutto nella mia città spesso gli immigrati fanno violenze e importunano giovani e anziani.io quindi ho messo decisamente altro.
Konrad Lorenz, Premio Nobel 1973
"Come pensatore e scienziato tedesco sono ovviamente sempre stato nazionalsocialista e nemico acerrimo del regime clericale per una profonda avversione alla sua concezione del mondo... L’intero lavoro scientifico della mia vita, in cui sono centrali le questioni legate all’origine della specie, alle suddivisioni razziali e alla psicologia sociale, è al servizio del pensiero nazionalsocialista. Mi sono opposto, sempre e con ogni mezzo, alle menzogne diffuse dalla stampa ebrea-internazionale in relazione alla supposta violenza che il nazionalsocialismo userebbe all’Austria".
Così Konrad Lorenz, il celebre etologo padre del movimento ambientalista, premio Nobel e autore di saggi divulgativi apprezzati in tutto il mondo come «L’anello di re Salomone» e «L’altra faccia dello specchio», nella primavera del 1938 chiedeva l’adesione al partito nazionalsocialista di Adolf Hitler. Le sue idee sulla degenerazione della razza e sulla necessità di «Rassenpleger», di allevatori della razza, capaci di svolgere «la funzione biologica che nella preistoria dell’umanità veniva svolta dagli elementi naturali ostili», lo avvicinavano alle posizioni hitleriane. Anzi facevano delle sue «elaborazioni scientifiche» un sostegno teorico alla concezione nazista dell’uomo. Quella di Konrad Lorenz fu un’adesione convinta al nazismo, come dimostrano recenti documenti da cui emerge che l’iscrizione al partito fu caldamente sollecitata dallo studioso dei comportamenti animali, e non costretta per non patire conseguenze nella carriera professionale.
Come Martin Heidegger, il filosofo dell’esistenzialismo, e Carl Schmitt, il politologo che disegnò le categorie della politica, anche Konrad Lorenz s’identificò pienamente nel nazismo (grazie a cui ottenne la cattedra di professore di psicologia umana all’università di Königsberg, inconsueta per un biologo). Eppure, a differenza di Heidegger e Schmitt, i suoi legami con i nazionalsocialisti e il suo apporto teorico alle idee del regime sono quasi scon osciuti. Poco se ne parla, ancora meno se n’è scritto. L’unico studio completo sui rapporti tra Lorenz e il nazismo è in tedesco: «Die andere Seite des Spiegels. Konrad Lorenz und der Nazionalsozialismus», di Benedikt Föger e Claus Taschwer, edito a Vienna nel 2001 per Czernin Verlag, e mai tradotto in Italia. Qualche riferimento vi è nel libro di Giorgio Celli «Konrad Lorenz: l’etologo e i suoi fantasmi», edito da Bruno Mondadori nel 2001. Per il resto, poco o nulla. Perché? Come mai questo silenzio sui trascorsi nazisti del papà dell’oca Martina, interrotto solo dalle obiezioni sollevate da Wiesenthal al momento del conferimento del Nobel, nel 1973? Eppure il sostegno fornito dall’etologo austriaco alla Weltanschauung nazionalsocialista non è di poco conto, come dimostra un interessante saggio, a cura di Carlo Brentari, uscito nell’ultimo numero della rivista «Il Margine» di Trento.
In una conferenza tenuta nel 1938 al 16° Congresso della società tedesca di psicologia, Lorenz estese agli uomini il rischio - emerso dalle sue ricerche - di degenerazione degli animali ridotti a domesticazione. «Le modificazioni ereditarie nel sistema delle modalità comportamentali istintive compaiono sia negli animali nel corso della domesticazione che nell’uomo nel corso del processo di civilizzazione», affermava. «Se non effettuassi costantemente una certa selezione tra le mie oche, gli esemplari di sangue puro di oca selvatica verrebbero sopraffatti dalla concorrenza numerica dell’oca domestica. Lo stesso vale per l’uomo della grande città. È statisticamente assodato che gli individui che presentano degenerazioni morali raggiungono in media un tasso di riproduzione enormemente più alto degli individui di pieno valore». Argomenti che i nazisti utilizzarono per motivare i provvedimenti di sterilizzazione forzata e in seguito di eliminazione dei malati psichici.
In un articolo uscito nel 1940 col titolo «Disfunzioni del comportamento istintivo causate dalla domestificazione», Lo renz va oltre non operando alcuna distinzione tra degenerazione fisica e degenerazione morale, entrambe visti come effetti dell’assenza di selezione naturale. «Il Rassenpleger deve occuparsi ancora più intensamente di quanto non faccia oggi dell’eliminazione degli individui moralmente inferiori», afferma. E a chi obiettava difficoltà nel riconoscere i portatori di fenomeni degenerativi del comportamento morale, lo studioso rispondeva: «Un uomo buono riconosce dal profondo del suo istinto quando si trova di fronte ad una canaglia. (Per questo) non dobbiamo fare altro che affidarci alle reazioni istintive dei nostri individui migliori, ... affidare a loro la selezione che determina la prosperità oppure la rovina del nostro popolo».
Al fondo del pensiero di Lorenz vi era la convinzione dell’esistenza di un’analogia tra animale e uomo, che lo portava a concludere che l’uomo moderno e l’animale domestico sono nella medesima situazione in assenza di selezione naturale, e che questa è necessaria per evitare la degenerazione dei loro comportamenti istintivi.
Eric
Ma sei tu Konrad?....dovresti aver un casino d'anni d'anni e vedo che te li porti bene, visto che hai appreso ad usare il pc ed il web ...a parte gli scherzi, io ho scelto l'opzione "gli uomini sono tutti uguali" poiché la reputo la più sensata tra le opzioni: oltretutto anche il "buon" Einstein non è che diede una risposta diversa al poliziotto che gli chiese di che razza fosse!
Ora, vedendo fra i votanti noto che manca il tuo voto.
Ti confesso di Konrad Lorenz ne era entusiasta circa 35 anni fa un mio amico che ora fa il capraio...ma non ho mai letto nulla di nulla e il tuo post forse un domani lo finirò di leggere!
Ma dimmi qualcosa di tuo, anche solo tramite il voto.
Cita:
Scritto in origine da Venom
Siete razzisti?
E' perfettamente ovvio..naturale..intelligente e razionale, essere razzisti. Nel senso di riconoscere l'evidenza: ovvero che esistono differenti razze pur nell'ambito di quella che viene definita specie.
Nessuno si scandalizza a sentir parlare di RAZZE CANINE...eppure si parla sempre di cani. per l'uomo è la stessa cosa...riconoscere l'esistenza delle razze non implica automaticamente il fare un discorso gerarchico al loro interno.
Un'altra cosa ovvia è il riconoscere le differenti qualita' delle differenti razze..
Qualcuna è piu' resistente nella corsa.. qualcuna è piu' potente nell'alzare i pesi.. qualcuna ha piu' cervello...e via dicendo...nulla di male
Eric.
Impara a leggere le discussioni, prima di fare l' arrogantello spocchioso...
Eric
Voi non avete ancora capito che l'esempio dei cani si ritorce contro la tesi delle razze esistenti naturalmente.... perché le cosiddette razze canine non esistono naturalmente. Sono dall'inizio alla fine una cosciente creazione umana che dopo aver fatto per generazioni e generazione incrociare i cani tra consanguinei ottiene degli animali che differiscono dalla specie base per dettagli insignificanti, ma hanno milioni di malattie dovute alla consanguineità.
Come tutti sanno i bastardini sono nettamente superiori alle "razze pure" per intelligenza, resistenza, speranza di vita, resistenza alle malattie (che per altro si curano per tutti nello stesso modo). Insomma le razze quando esistono sono una forzatura umana che si porta dietro più difetti che altro.
Poi dici che qualcuno va più veloce, qualcuno è più intelligente, qualcuno è più alto...e allora?
Io ho avuto dei compagni di scuola che erano degli atleti, altri dei buoni matematici, altri biondi, ecc. ma siamo tutti della specie umana.
Perché diciamocela chiaramente non esiste un criterio (a parte l'ideologia razziata) per distinguere tra di loro le "razze".