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  1. #1
    Heimat
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    Predefinito Causa di Patria, causa di Libertà. F. Corridoni

    Date al popolo la libertà ed esso difenderà vittoriosamente contro il mondo intero coalizzato ai suoi danni. Perchè per il popolo il problema di patria è essenzialmente un problema di libertà . Toglietegliela e gli toglierete la patria: non la sentirà più, si disinteresserà delle sue sorti.
    Quando si è incatenati non si bada a chi ci ribadisce le catene. Quando si è schiavi, non interessa il cambiamento del padrone. Pretendere dal popolo che esso difenda la patria per motivi ideologici, trascendentali, è assurdo.
    La tradizione, le glorie patrie, l'antica Roma, le repubbliche marinare, il rinascimento, son tutte cose ch'ei non conosce e che non lo commuovo affatto. "La terra dove riposano i nostri padri!" è un'altra frase ad effetto che non scuote chi non va più in là del nonno nei propri ricordi e pensa che ai vecchi morti poco dia fastidio se i lor figli vengano mandati in galere in nome dei Savoia o degli Asburgo, o se il bastone che cala sulla testa degli inermi sia maneggiato da un croato o da un calabrese. [..] Per esso [il popolo] la patria è un fantasma, la libertà invece è una cosa reale che vede e sente; se si vuole che s'interessi delle sorti della patria non vi è che un mezzo: affezionarla ad essa mediante la libertà.

    Filippo Corridoni, Sindacalismo e Repubblica

    §§§§§

    Non c'è retorica nelle parole del Corridoni, ma la semplice verità. Spesso molti di noi lamentano della disaffezione della nostra gente nei confronti della Patria. Ma non si può pretendere da un manovale o da un impiegato, incatenato alla propria condizione sociale di sfruttato di immolarsi o solamente sacrificare il proprio tempo libero (quel che rimane, visto che gli usurpatori del nostro stipendio hanno la pretesa di appropriarsi delle nostre sfere più intime) per la Patria. Per ridestare l'amor patrio nell'animo di ogni singolo lavoratore è farne una questione di libertà, di emancipazione dallo sfruttamento capitalistico, dall'oppressione della cosiddetta "cultura dell'Occidente".

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da Heimat Visualizza Messaggio
    Date al popolo la libertà ed esso difenderà vittoriosamente contro il mondo intero coalizzato ai suoi danni. Perchè per il popolo il problema di patria è essenzialmente un problema di libertà . Toglietegliela e gli toglierete la patria: non la sentirà più, si disinteresserà delle sue sorti.
    Quando si è incatenati non si bada a chi ci ribadisce le catene. Quando si è schiavi, non interessa il cambiamento del padrone. Pretendere dal popolo che esso difenda la patria per motivi ideologici, trascendentali, è assurdo.
    La tradizione, le glorie patrie, l'antica Roma, le repubbliche marinare, il rinascimento, son tutte cose ch'ei non conosce e che non lo commuovo affatto. "La terra dove riposano i nostri padri!" è un'altra frase ad effetto che non scuote chi non va più in là del nonno nei propri ricordi e pensa che ai vecchi morti poco dia fastidio se i lor figli vengano mandati in galere in nome dei Savoia o degli Asburgo, o se il bastone che cala sulla testa degli inermi sia maneggiato da un croato o da un calabrese. [..] Per esso [il popolo] la patria è un fantasma, la libertà invece è una cosa reale che vede e sente; se si vuole che s'interessi delle sorti della patria non vi è che un mezzo: affezionarla ad essa mediante la libertà.

    Filippo Corridoni, Sindacalismo e Repubblica

    §§§§§

    Non c'è retorica nelle parole del Corridoni, ma la semplice verità. Spesso molti di noi lamentano della disaffezione della nostra gente nei confronti della Patria. Ma non si può pretendere da un manovale o da un impiegato, incatenato alla propria condizione sociale di sfruttato di immolarsi o solamente sacrificare il proprio tempo libero (quel che rimane, visto che gli usurpatori del nostro stipendio hanno la pretesa di appropriarsi delle nostre sfere più intime) per la Patria. Per ridestare l'amor patrio nell'animo di ogni singolo lavoratore è farne una questione di libertà, di emancipazione dallo sfruttamento capitalistico, dall'oppressione della cosiddetta "cultura dell'Occidente".
    Aggiungerei che come diceva lo stesso Corridoni: "L'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi". All'orizzonte non si intravede nessun fenomeno che possa far prevedere uno sviluppo della situazione in tal senso.
    Giampaolo Cufino

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da cornelio Visualizza Messaggio
    Aggiungerei che come diceva lo stesso Corridoni: "L'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi". All'orizzonte non si intravede nessun fenomeno che possa far prevedere uno sviluppo della situazione in tal senso.
    Per quanto mi riguarda il socialismo è questione di volontà, non determinismo economico. E' nella volontà che risiede la forza di cambiare se stessi e la società.

  4. #4
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    Per quanto mi riguarda il socialismo è questione di volontà, non determinismo economico. E' nella volontà che risiede la forza di cambiare se stessi e la società.
    Ma questa volontà, se sopita, come si può rinvigorirla?
    Giampaolo Cufino

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da cornelio Visualizza Messaggio
    Ma questa volontà, se sopita, come si può rinvigorirla?
    Il perfezionamento di se stessi nell'azione rivolta al beneficio degli altri.
    Tradotto politicamente significa innestare la propria presenza nelle realtà locali, laddove semplici battaglie rinvigoriscono il senso di comunità e diminuiscono l'individualismo. Tav, Nato, precariato, elettrosmog ed altri temi stanno coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone. Nell'Azione si determinano le forme politiche da cui potrà scaturire un nuovo movimento.
    Da Micro- al Macro-, non viceversa.

  6. #6
    CON LA RESISTENZA!
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    23 ottobre 1915 - 23 ottobre 2007.

    Filippo Corridoni, l'Arcangelo dei Sindacalisti Rivoluzionari.

    Novantadue anni fa, il 23 ottobre 1915, alla Trincea delle Frasche, sul Carso, cadeva eroicamente Filippo Corrdioni, grande figura del sindacalismo rivoluzionario che insieme a De Ambris e a Mussolini aveva scelto l'interventismo e si era recato volontario al fronte mettendosi sempre in evidenza per lo slancio e l'entusiasmo.



    "Io rimarrò sempre il Don Chisciotte del sovversismo; ma un Hidalgo senza ingegno, pieno soltanto di fede. Morirò in una buca, contro una roccia, o nella corsa di un assalto, ma – se potrò – cadrò con la fronte verso il nemico, come per andare più avanti ancora!"

    Filippo Corridoni



    http://controventopg.splinder.com/

  7. #7
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    "Filippo Corridoni appartiene alla schiera esigua ed elettissima degli uomini che morendo ricominciano a vivere. Quanti Italiani non hanno pianto di dolore all'annuncio della sua fine eroica? Quanti Italiani non serbano nel profondo dei cuori la memoria di Lui? Ho visto un umile gasista milanese, soldato con me, scoppiare in lacrime non appena gli ebbi annunciato la morte di Pippo. Egli aveva conquistato l'anima delle folle, le aveva trascinate in piazza e nelle trincee, alla rivoluzione e alla guerra, alla rinuncia degli egoismi miserabili, all'accettazione cosciente dei sacrifici supremi. Opera meravigliosa. Doveva conchiudersi così. Ma quale monito per i vigliacchi e quale esempio per noi! "

    Benito Mussolini

  8. #8
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    Ebbi a maggio la mia prima condanna e da allora ne ho dovuto registrare ben trenta. Per otto anni consecutivi la mia vita è stata asprissima, terribile. Ho fatto ininterrottamente la spola tra una prigione e l'altra, con qualche puntata in esilio.
    Ho sofferto, e tanto, ma ho il supremo orgoglio di poter attestare dinanzi all'universo e senza tema di smentita che le giornate del dolore sono state sono state da me sopportate con coraggio e fermezza d'animo senza che nessuno possa buttarmi in faccia un istante di debolezza o di viltà.
    Ho patitto fame, freddo, dileggi, vituperi, mortificazioni, senza mostrare a nessuno i miei patimenti.
    Ho fatto tutti i mestieri nell'esilio doloroso, dal manovale di muratore al veditore di castagne.
    Ho vissuto dei mesi con semplice pane e ricotta ovvero con un piatto di spaghetti da quattro soldi, mangiato una volta al giorno. Ebbene, maltrado ciò, eccomi qua colla mia fede intatta pronto ad infilare ancora una volta la via Crucis per il trionfo delle mi idee immortali.
    In questi otto anni ho portato la mia parola da un canto all'altro d'Italia. Dapperttutto mi sn fatto degli amici, forse anche degli avversarei; nemici no. Nemici no, perchè (e non è un avirtù) la mia anima è incapace di odiare. Ovvero io odio il male in se stesso e non nelle persone che lo compiono. E se combatto un avversario, anche con asprezza e durezza, lo faccio per guarirlo dal suo male morale e non per il gusto di vederlo abbattuto e vinto. Al di là della mia penna affilata quanto una spada, vi son sempre le mie braccia aperte, pronte a stringere l'avversaio che si pente e si ricrede.

    Filippo Corridoni

    (continua)

  9. #9
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    Le mie idee non mi procurarono che prigione e povertà: ma se la prigione mi tempra per le battaglie dell'avvenire, se la prigione mi nutrisce l'animo e l'intelletto, la povertà mi riempie di superbia e di orgoglio.
    Se avessi avuto animo da speculatore, o se avessi per un solo attimo transatto colla mia coscenza ora avrei una posizione economica formidabile; ma siccome io sento che un sol soldo illecitamente guadagnato costituirebbe per me un rimorso mortale e mi abbasserebbe talmente dinanzi a me stesso da uccidermi spiritualmente, così posso tranquillamente prevedere che la povertà, così santamente praticata da Fra Jacopone da Todi e San Francesco d'Assisi, sarà sempre la compagna indivisibile della mia lunga vita.

    (continua)

  10. #10
    Heimat
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    Ma io sono pagato ad usura dall'affetto veramente commovente che nutrono per me tutti i miei operai che hanno imparato ad apprezzarmi e conoscermi nelle numerose difficili battaglie in cui sono per loro condottiero e, soprattutto fratello d'armi.

 

 
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