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24/10/2007 (7:1) - LA ROTTURA CON IL PORTOGHESE
Linea dura Juve: "Tredici
milioni per lasciare Tiago"
I bianconeri sospettano
il "metodo Moggi": dietro
lo sfogo l’accordo con
un altro club. Il procuratore
si vedrà con il ds Secco.
MASSIMILIANO NEROZZI
TORINO
Fai casino con la tua squadra, racconta che vuoi andartene perché l’allenatore non ti considera, poi ci penserà il procuratore», suggerì Moggi a Fabio Cannavaro, per poi soffiarlo all’Inter. Quello stesso metodo che Lucianone affinò a tattica mercantile (anche nell’affare Ibrahimovic) - è il sospetto della Juve - ora avrebbe innescato lo sfogo pubblico della scorsa settimana di Tiago Cardoso Mendes: l’ipotesi, insomma, è che dietro al giocatore, si sia già accodato un club, magari, sfruttandone il deludente inizio con i bianconeri, con la speranza di acquistarlo a prezzo di saldo.
Certezza, su intrecci del genere, non v’è quasi mai, ovviamente, ma nel dubbio, in una settimana che lo vedrà in giro per l’Europa a dare un’occhiata a un paio di partite di Champions (e, forse, pure a qualche giocatore), il direttore sportivo Alessio Secco farà due chiacchiere con Jorge Mendes, agente del centrocampista portoghese. L’idea di fondo, già esplicitata dall’ad Jean-Claude Blanc, è quella di tenersi il giocatore («un patrimonio della società»), nella convinzione che le qualità già mostrate altrove emergeranno anche a Torino. In caso contrario, però, la Juve ha già piantato un paletto: se proprio l’agente vuol traslocare Tiago altrove, dopo aver firmato un quinquennale nel giugno scorso, deve far recapitare al club lo stesso investimento, cioè, 13 milioni di euro. Da qui, la Juve non si schioderà. Che la sparata sul quotidiano portoghese «O Jogo» da parte del centrocampista («Se continuo a non giocare a gennaio vado via») possa far parte di una manovra studiata, lo suggerisce un particolare: del suo disagio, Tiago ne aveva già parlato in sede con i dirigenti due settimane fa discutendone anche, quasi contemporaneamente, con Ranieri. La scelta di affidarsi all’articolo, stampando in pubblico la vicenda, è stato interpretato come l’esplicita volontà di far scoppiare il caso. Inevitabile che in famiglia la prendessero male: «L’uscita di Tiago mi ha infastidito moltissimo e sono rimasto deluso - è stata la dura risposta di Ranieri - ora spero che reagisca. I campioni sono tali perché nei momenti difficili sanno tirarsi su. È un acquisto che ho voluto io e me ne assumo la responsabilità, ma con me gioca chi fa girare meglio la squadra, non guardo né età, né il costo del cartellino, né lo stipendio». Anche se, inevitabilmente, i 13 milioni di euro spesi dalla Juve per prenderselo, ne fanno un sorvegliato speciale, soprattutto se resta a sedere. Ranieri, comunque, giura che non per questo attacco lo imbullonerà alla panchina: dovrà convincerlo, sul campo. E già guardando gli ultimi allenamenti, l’impressione è che Tiago non abbia mollato, anzi stia sudando per conquistarsi un posto: ieri, per esempio, ha infilato nella partitella un paio di entrate in scivolata che, almeno, lasciavano trasparire una positiva foga agonistica. Di certo, in un centrocampo a quattro, i suoi piedi farebbero comodo a fianco di un mediano e, prima o poi, Ranieri lo proverà.
Una mazzata era arrivata pure da Secco, con il timbro della nota ufficiale: «Prendiamo atto delle dichiarazioni del giocatore - aveva detto il ds - e siamo dispiaciuti del suo sfogo. Continui a lavorare, evitando di pensare al mercato». Adesso, la Juve, aspetta: che Tiago torni quello già visto nel Chelsea e nell’Olympique Lione, o che il procuratore le porti tredici milioni di euro.
mi piacerebbe tanto sapere in quale intercettazione risulti quanto riportato dalla stampa...qualcuno lo sa?