L’incanto della conferenza, però, si rompe di lì a poco, quando Hajj Saeed Qassemi, il coordinatore dell’Associazione dei Volontari per il Martirio (sic!), prende la parola e brandendo una traduzione in farsì di uno dei libri di Che Guevara, afferma che il Che era stato in realtà un uomo profondamente religioso, che odiava il comunismo e l’Unione Sovietica, ma era stato costretto ad accettare l’appoggio dei comunisti in funzione antiamericana. Qassemi prosegue sostenendo che il comunismo è ormai stato consegnato alla pattumiera della storia, come aveva predetto Khomeini, e che quindi le forze progressiste nel mondo devono accettare la leadership del movimento religioso della Repubblica islamica, unico fautore di giustizia universale.


È vero che a sinistra si è abituati ad una continua reinterpretazione della storia, specie quando eventi storici a distanza di tempo rivelano tratti non proprio limpidi dell’ideologia comunista, ma quanto dichiarato da Qassemi non poteva proprio essere accettato dai guevaristi presenti. Una stizzita Aleida Guevara, infatti, chiede di prendere la parola. Dal palco, Aleida precisa che quanto appena detto da Qassemi doveva senza dubbio essere il frutto di una cattiva traduzione dell’opera del mitico Che, perché “mio padre non ha menzionato Dio neppure una volta. In realtà non ha mai conosciuto Dio, perché è vissuto ed è morto da ateo”. Apriti cielo! La sessione inaugurale della conferenza finisce in un pandemonio, tra urla, fischi, tafferugli ed i fratelli Guevara trascinati via a forza dalle guardie rivoluzionarie e scortati alla chetichella in albergo, salvati in extremis da un possibile linciaggio da parte dei conferenzieri islamisti.


Ristabilito l’ordine nei locali della conferenza, Qassemi riprende la parola, ribadendo il concetto già espresso, e cioè che “Che” Guevara e il leader maximo Fidel Castro avevano deciso di nascondere i loro profondi sentimenti religiosi per assicurarsi l’appoggio dell’Unione Sovietica. Qassemi conclude il suo intervento con un monito alle forze rivoluzionarie mondiali: “La leadership delle forze progressiste appartiene ora alla nostra Repubblica islamica. Coloro che vogliono distruggere l’America devono fare i conti con la realtà, piuttosto che giocare con le parole per stravolgere questo concetto”.
Ma allora la figlia del Che è scema...
Doveva stare zitta!
In Iran sono religiosissimi...è logico che quando elogiano qualcuno lo fanno anche in chiave religiosa.