Che bordello sta combinando?
L'IdV sta votando con la CDL.....
Che bordello sta combinando?
L'IdV sta votando con la CDL.....
stanno giocando a Monopoli...
14:18 Giordano: "Di Pietro non era l'uomo nuovo?"
"Meno male che Di Pietro era l'uomo nuovo proposto da Grillo". Il segretario del Prc Franco Giordano commenta il voto sulla Ponte sullo stretto spa, e la scelta dei senatori dell'Idv di esprimersi con l'opposizione per mantenere in vita la società. "Nel giro di pochi giorni Di Pietro ha votato con Udeur e destre contro il cda Rai, riproposto lo stesso piano infrastrutturale di Berlusconi, rimesso in piedi un carrozzone come quello del Ponte, servito a drenare risorse che potrebbero essere usate per i trasporti in tutta Italia".
14:47 Franca rame potrebbe lasciare l'Idv
La senatrice Franca Rama sarebbe orientata a lasciare l'Italia dei Valori per protesta contro la decisione del partito di Di Pietro di bocciare al Senato, insieme alla Cdl, l'emendamento della maggioranza che prevede lo scioglimento della società Stretto di Messina SpA. Al momento del voto su quell'emendamento, infatti, la senatrice si è alzata per protesta dai banchi dell'Idv.
25-10-2007??? VAFFANCULO DI PIETRO DAY!!!
e poi la colpa è della SINISTRA RADICALE.
che vergogna!!
schifo...sempre detto che di pietro è un fascista antiberlusconiano
riscrivo quello che ho scritto un paio di giorni fa sul forum unione
di pietro era un pm che faceva il suo mestiere, l'ha fatto anche senza farsi mettere i piedi intesta in inchieste contro potenti ed è apprezzabile. poi gli italiani l'hann oscambiato per l'uomo della provvidenza e si è montato la testa. il problema è che in italia gli uomini della provvidenza o durano 20 anni e finiscono a testa in giù oppure durano un anno e si ritrovano a dover fare politica come "il solito vecchio stronzo". Ritrovandosi nell'agone politico il buona Di Pietro prende a far politica con metodi molto peggiori di Mastella.
Aggiungo che la rame ha fatto una boiata a candidarsi con l'idv
quest'articolo mi sembra interessante
Prodi chiama Di Pietro a Palazzo Chigi
"Perché hai mandato sotto la maggioranza?"
ROMA - "Perché diamine hai votato contro la soppressione della società del Ponte sullo stretto? Avevamo deciso di chiuderla, tanto quel ponte non si farà mai...". Palazzo Chigi, le quattro e mezzo del pomeriggio. Circa 4 ore prima il governo è stato battuto al Senato - che discute i 47 articoli del decreto fiscale collegato alla manovra finanziaria - per "colpa" del partito di Di Pietro su un emendamento della maggioranza che proponeva la soppressione della società "Ponte dello stretto di Messina spa". Siccome il ponte sullo stretto di Messina non è più all'ordine del giorno del governo, quella società è una scatola vuota, presidente Pietro Ciucci, che costa alle casse dello stato circa 34 milioni l'anno.
Uno spreco. Per questo la sua soppressione è stata infilata in fretta e furia - sull'onda di una trasmissione tv - tra gli emendamenti della maggioranza al decreto fiscale.
Il fatto è che per Di Pietro e per l'Italia dei Valori chiudere quella società costerebbe ancora di più allo Stato in termini di penali e ricorsi. Tanto vale, quindi, tenerla aperta e farla confluire in altre società. "Se la cancelliamo - avrebbe spiegato Di Pietro nel pomeriggio al premier - ci becchiamo come minimo i ricorsi delle società e tutto ciò ci verrebbe a costare in termini di penali qualche centinaia di milioni di euro". Una botta di conti fisserebbe sul foglio un conto di circa 600 milioni di euro.
In realtà questo conto Di Pietro lo ha già fatto nei giorni scorsi quando al Senato il relatore del decreto, il verde Natale Ripamonti, lo ha inserito e la Commissione lo ha fatto suo. La proposta del relatore puntava alla cancellazione della società trasferendo il personale in una neo-agenzia col compito di promuovere le infrastrutture in Calabria e Sicilia.
Il ministro delle Infrastrutture è stato da subito contrario definendo "talebani animati da puro furore antagonista" i proponenti perchè chiudere la società significa mettere in conto una penale di almeno 500 milioni di euro a cui vanno sommati i 130 milioni che già devono essere pagati alle imprese (Impregilo). Di Pietro aveva proposto, invece, di far confluire la "Stretto di Messina spa" nell'Anas, che tra l'altro è guidata dallo stesso Pietro Ciucci.
L'Unione ha bocciato questa ipotesi perché Ciucci è già "sospettato" di aver fatto lievitare costi e prezzi. In un'interrogazione parlamentare i senatori Sd, Verdi, Ulivo spiegavano che "le spese di propaganda e pubblicità della Ponte sullo Stretto spa sono passate da 110.000 euro nel 2002 a 1.480.000 euro nel 2004" e che "particolarmente rilevante è stato l'aumento della voce 'emolumenti e gettoni di presenza ad amministratori', stabilita in 526.000 euro nel 2002 con un picco di 1.616.000 euro nel 2006".
Un Ciucci spendaccione, quindi, a cui come minimo fa difetto la morigeratezza. Se è comprensibile, allora, perché Di Pietro volesse tenere in piedi la "Stretto di Messina spa", non si comprende invece perché abbia voluto a tutto i costi tutelare il doppio incarico del dottor Ciucci.
Quali che che siano state le ulteriori e più approfondite spiegazioni che Di Pietro ha saputo dare durante il faccia-a-faccia a Palazzo Chigi, il premier non è stato certo soddisfatto. Finito l'incontro è sceso in sala stampa per dire pubblicamente e in diretta tv basta "a divisioni su questioni di parte" che mettono in forse il fatto principale: la manovra finanziaria del governo studiata a tavolino e concordata con tutte le parti sociali per risarcire chi economicamente ha dato tanto nei mesi passati e risanare il paese.
"Non abbiamo votato con la destra. Il nostro è stato un voto di coerenza" spiega in serata il ministro Di Pietro, "ci siamo espressi per ripristinare il testo originario del decreto, come era uscito dal Consiglio dei ministri. Per questa coerenza Prodi dovrebbe ringraziarci perchè dà credibilità all'azione del governo". Il ministro se la prende con "la politica dei veti spinta da furore ideologico che la sinistra vuole imporre". Non è vero, aggiunge, che "voglio tenere in piedi un inutile carrozzone. Al contrario, io ho disposto la riduzione del personale della società per lo stretto da 100 a 5-10 dipendenti. Il vero carrozzone sarebbe stato la fantomatica agenzia che l'emendamento mirava a istituire, quello si' uno spreco di risorse, buono per coltivare clientele e svolgere attività che possono essere tranquillamente portate avanti dai ministeri competenti e dalle Regioni''.
Intanto l'Italia dei Valori rischia di perdere una senatrice: Franca Rame non ha votato con l'Idv e ha annunciato di voler uscire dal partito. "Non sono d'accordo sulla scelta fatta questa mattina sul ponte sullo Stretto - ha spiegato la Rame - e non ho capito la posizione di Di Pietro. Avrebbero dovuto informarmi, discuterne e invece non lo hanno fatto''.
http://finanza.repubblica.it/scripts...codnews=150783
Idv e Udeur votano con la Cdl
Salta la commissione d'inchiesta sul G8
ROMA - La proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta sul G8 di Genova non è stata approvata in prima commissione della Camera. Con 22 voti contrari e 22 voti favorevoli la commissione non è riuscita ad affidare il mandato al relatore a riferire in aula. La Cdl, accorsa in massa a votare, ha salutato il risultato con un lungo applauso. Con la Cdl hanno votato anche Idv e Udeur.
(30-10-2007)
http://www.repubblica.it/2007/06/sez...mmissione.html