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  1. #11
    Skinhead Reggae
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    Più che dal simbolo del lavoro, dobbiamo ricominciare dai luoghi di lavoro.
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    Citazione Originariamente Scritto da trenta81 Visualizza Messaggio
    nn sembra che abbiano cambiato le cose per lo piu, poi nn sono abbastanza informato su questo piano
    Ma questo ragazzo è proprio astuto.

  2. #12
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    è sconcertante che questo governo di poveracci non abbia ne cancellato ne modificato l'infame legge giovanardi-fini

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Lev Davidovic Visualizza Messaggio
    Meno male che c'è il centrosinistra al governo...
    Credo dipenda anche molto dalla caserma in cui capiti.

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da LeoGanja Visualizza Messaggio
    Vedo che a voi comunisti non interessa. Tanto era un drogato!!
    Per interessare interessa, ma credo ci sian pochi commenti da fare oltre a quelli di sdegno.

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Lavrentij Visualizza Messaggio
    Per interessare interessa, ma credo ci sian pochi commenti da fare oltre a quelli di sdegno.
    questo è senza dubbio vero, non volevo fare demagogia di bassa lega...mi riferivo al fatto inconcepibile e ingiustificabile che anche sotto un governo progressista rimanga la custodia cautelare (che ti espone alle rappresaglie di questi criminali in divisa) per chi viene beccato a casa con un po' di erba per uso personale. Hanno fatto l'indulto, cazzo potevano almeno cancellare questa norma barbara che assimila un fumatore di marjuana ad un assassino stupratore!

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Lev Davidovic Visualizza Messaggio
    questo è senza dubbio vero, non volevo fare demagogia di bassa lega...mi riferivo al fatto inconcepibile e ingiustificabile che anche sotto un governo progressista rimanga la custodia cautelare (che ti espone alle rappresaglie di questi criminali in divisa) per chi viene beccato a casa con un po' di erba per uso personale. Hanno fatto l'indulto, cazzo potevano almeno cancellare questa norma barbara che assimila un fumatore di marjuana ad un assassino stupratore!
    Figurati, il tuo post l'avevo letto come "figurarsi se ci fosse un governo di centrodestra" :P

    Ne avrei qualcuna simpatica, anche se un po' più leggera di questa, da raccontarne a riguardo in materia repressiva e terrorismo psicologico, ma eviterei.

  7. #17
    Skinhead Reggae
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    Più che dal simbolo del lavoro, dobbiamo ricominciare dai luoghi di lavoro.
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    Anchè Encod si sta muovendo:

    La seguente lettera può essere firmata e spedita al sottostante indirizzo e-mail. Se volete spedire la lettera a persone diverse, per favore assicuratevi di aver cambiato l’intitolazione all’inizio della lettera.


    ALDO BIANZINO E’ MORTO - VOGLIAMO GIUSTIZIA - VOGLIAMO LA VERITA’ VOGLIAMO LA FINE DELLA GUERRA ALLE PERSONE E ALLE PIANTE


    All’attenzione dell’opinione pubblica italiana ed internazionale e del
    Ministro degli Interni, Giuliano Amato
    Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi (per favore copiate la lettera e inviatela sulla pagina web di Romano Prodi)
    Ministro della Giustizia, Clemente Mastella
    Ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero
    Presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti (per favore copiate la lettera e inviatela sulla pagina web di Fausto Bertinotti)
    CAMERA DEI DEPUTATI
    ROMA
    ITALIA
    Cari Signori ,
    Le notizie della misteriosa morte del signor Aldo Bianzino, nel carcere di Perugia dove è entrato in buona salute e morto due giorni dopo, ci ha spinti a scriverVi questa lettera.
    Come cittadini europei Vi ricordiamo le orribili immagini della violenza della polizia a Genova, in Italia, durante il G8 nel luglio del 2001. Durante l’attacco al centro stampa del Genova Social forum, molti giornalisti italiani e stranieri e manifestanti pacifici furono picchiati.
    Coloro che hanno la responsabilità di questi atti non sono stati ancora stati portati in giudizio. Alcuni capi di Pubblica Sicurezza e di altri uffici che furono responsabili dell’ordine pubblico durante questi eventi sono stati addirittura promossi a incarichi più alti. L’Italia non ha ancora adottato una legislazione adeguata che bandisca la tortura. C’è una storia di impunità rispetto agli abusi dei diritti umani nella Repubblica Italiana. Esempi di tortura hanno scioccato la società italiana sin dagli anni Cinquanta.
    Oltre a questo un ulteriore record negativo arriva dall’attuale messa in atto di una legislazione repressiva sulle droghe che è stata adottata dal precedente governo attraverso la legge Fini - Giovanardi. Prima delle elezioni la Vostra coalizione ha promesso di modificare questa legge, che ha portato ad una massiccia criminalizzazione dei consumatori di sostanze illegali.
    Colpendo principalmente consumatori ed attivisti che appartengono al movimento contro la proibizione, l’attuazione di questa legge ha portato ad arresti e a violazioni dei diritti umani che noi consideriamo indegni di uno stato di diritto.
    Noi Vi chiediamo urgentemente di porre fine a questa escalation, che rischia di danneggiare gravemente l’immagine democratica dell’Italia in Europa.
    Noi pensiamo che sia anche Vostra responsabilità adottare una giusta ed efficace legislazione sulle droghe.
    Un paese che criminalizza ed uccide la gente a causa del loro stile di vita, che tortura la gente perché coltiva una pianta, può difficilmente essere chiamato civile.
    Come cittadini europei vi chiediamo di condurre una rapida e completa inchiesta sulle circostanze che hanno portato alla morte di Aldo Bianzino e di assicurare alla giustizia i responsabili della sua morte.
    Inoltre vi chiediamo in quanto democratici, di lasciare che la conoscenza e l’umanità prevalgano sull’ignoranza: per favor mettete fine alla persecuzione dei consumatori, adottate un approccio di salute pubblica nelle Vostre politiche sulle droghe e mettete fine alla guerra alle droghe, che è essenzialmente una guerra alle persone e alla natura.
    Distinti saluti

  8. #18
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    Perugia, terra di droghe. In città e nel carcere
    Non è la prima morte a Capanne, il penitenziario della migliore piazza d'Italia per le sostanze stupefacenti

    Eleonora Martini

    Se tutte le strade della droga portano come sembra a Perugia, proseguono come sempre avviene dritto nelle mura del suo carcere, Capanne. Dove la quasi totalità della popolazione carceraria (240 persone circa) è tossicodipendente o incappata nelle maglie della legge Fini-Giovanardi. E dove Aldo Bianzino non è il primo morto: qualche mese fa un detenuto è deceduto per overdose e un altro salvato per un pelo. E un paio d'anni prima un altro è spirato in cella per un infarto.
    Ora, sarà per la posizione centrale a metà strada tra Roma e Firenze, o per la fama di eden della tranquillità - provincia pullulante di studenti universitari italiani e stranieri ma periferica rispetto al dispiegamento di forze dell'ordine - ma è indubbio che il grande traffico di stupefacenti ha scelto le città umbre come location privilegiata. In controtendenza con il trend nazionale, l'Umbria e il suo capoluogo sono da un decennio in vetta alle classifiche dei morti per overdose. Qui non diminuiscono, aumentano: 32 dall'inizio dell'anno nella regione, 24 solo a Perugia. Una piazza d'eccellenza per ogni tipo di sostanze, soprattutto eroina e cocaina, che qui vengono vendute a prezzi tanto stracciati da aver creato una nuova forma di pendolarismo giornaliero dalle vicinanze ma perfino dal Lazio, dalla Toscana e dall'Abruzzo. Al punto che il sabato sera le strade della vicina Fabriano sembrano spopolarsi di giovani sotto i 35 anni. Hashish e marijuana dopo la Fini-Giovanardi non si trovano più in strada, assicurano gli operatori. Chi le preferisce se le coltiva in casa. Ma la cocaina invece è tra le migliori: 50 euro al grammo pura al 50-60%. Ma è fiorentissimo anche il mercato di psicofarmaci come il Rivotril, da spararsi in vena. Dicono gli esperti che il grande traffico è in mano ai clan casertani, i Casalesi, che per la coca hanno stretto accordi con i cartelli colombiani. Al contrario la regione è agli ultimi posti per le quantità di stupefacenti sequestrate, stando ai dati della Relazione al parlamento. E la cosa non stupisce se si considera che il grosso dell'azione di contrasto locale si abbatte praticamente solo sui piccoli spacciatori, immigrati clandestini e tossicodipendenti. Dopo che l'anno scorso il sindaco Ds di Perugia, Renato Locchi, aveva chiesto aiuto al ministro Amato, il Viminale ha inviato un corpo di baschi verdi della Guardia di finanza ma senza grossi passi avanti.
    «Il microspaccio è così diffuso e capillare che contrastarlo solo con le forze dell'ordine è assurdo e improduttivo: hai voglia a inviare poliziotti!», dice Simonetta Bruschini che lavora da 10 anni in un centro a bassa soglia e nelle unità di strada ed è la referente regionale del Cnca. Bruschini racconta del senso di frustrazione, rabbia e impotenza di operatori, agenti e militari che «lavorano tanto e non risolvono nulla». «La soluzione c'è - aggiunge - ci vorrebbe un presidio del territorio sociale e non repressivo che invece andrebbe indirizzato verso il grande spaccio. Le unità di strada lavorano 4 ore al giorno e con poco personale. Aumentare i servizi significa anche più controllo del territorio mentre svuotando le strade si aiuta la criminalità».
    In questo contesto la tensione sociale sale e anche chi lavora nel comparto «sicurezza» ne risente. È anche per loro che l'assessore regionale alle politiche sociali Damiano Stufara chiede di «fare chiarezza su quanto avvenuto nel carcere di Perugia» e invita An a smettere di fare ostruzionismo contro l'elezione di un garante dei detenuti regionale.
    È Patrizia Costantini, fino a un mese fa responsabile carcere per l'Arci Umbria, a parlarci di Capanne, che conosce molto bene. «Quello è un carcere velenoso - dice - prima dell'estate abbiamo assistito a due casi di overdose, uno è morto. E un altro detenuto è deceduto per infarto due anni fa ma non si è mai capito se i soccorsi erano stati celeri. Gli agenti penitenziari sono in numero sufficiente rispetto ai detenuti, non è questo il punto. La cosa assurda è arrestare un personaggio come Bianzino che non faceva male a nessuno e coltivava marijuana per sé. Se non mettiamo mano alla legge sulle droghe queste cose potranno capitare sempre. Mentre devo ancora vedere a Perugia l'arresto di un grande narcotrafficante. È tempo ora per quel carcere di fare, come ha detto il suo direttore, completa chiarezza sulla morte di Bianzino».



    UN CONTO CORRENTE PER LA FAMIGLIA DI ALDO 30/10/07

    Un'iniziativa di alcuni amici di famiglia e dei radicali umbri dell’associazione antiproibizionista che fa capo a Tommaso Ciacca.
    Hanno provveduto ad attivare un conto Banco posta
    (cc n.27113620)
    su cui è possibile sottoscrivere donazioni per Roberta Radici e il figlioletto Rudra rimasti senza il sostegno del compagno e del padre. Ne diamo volentieri notizia

 

 
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