Strage, uccise 100 milioni di bambine

[NAZIONALITALICO]

Mancano all'appello ben cento milioni di femmine. Lo denuncia un'inchiesta dell'inglese Economist (rilanciata dall'agenzia Zenit il 15 marzo). Il titolo dell'inchiesta britannica, tradotto, suona così: «La guerra contro le bambine; genericidio (Gendercide); uccise, abortite o abbandonate, almeno cento milioni di bambine sono scomparse. E il numero sta aumentando». Il perché è presto detto. Se l'Occidente coccola le sue femmine, crea appositi ministeri perché abbiano pari opportunità e riserva loro «quote rosa» nei posti di comando o in quelli tradizionalmente maschili come le forze armate e la boxe, nel resto del mondo la nascita di una femmina è un dramma.
Per i poveri le figlie femmine sono un peso, perché bisogna trovar loro marito e fornirle di dote. Era così nel mondo precristiano e così è nel mondo che fuori dall'area cristiana è rimasto. In India, per esempio, nelle zone più arretrate ancora oggi non poche donne sono assassinate perché la loro dote è giudicata insufficiente. In Cina è lo stato comunista a provocare l'ecatombe. La politica del figlio unico obbligatorio, per contenere l'espansione demografica, fa sì che i genitori vogliano che tale figlio sia maschio. Ciò, sia per l'antica abitudine (anche da noi si usava augurare «salute e figli maschi») che per un motivo più concreto: è un'assicurazione per la vecchiaia in posti dove il welfare praticamente non esiste.

Prima, per ovviare all'indesiderata nascita femminile, si ricorreva a metodi brutali. Oggi c'è l'ecografia, che è alla portata di tutti, e si ricorre all'aborto. L'Economist calcola che in Cina e nell'India settentrionale le nascite maschili superino quelle femminili di almeno il 20 per cento. Chi ha studiato demografia all'università sa che, a lasciarla fare, la natura sforna alla nascita più maschi che femmine; ma i maschi hanno una mortalità maggiore e le due curve pareggiano solo nelle età fertili, per poi divergere in quelle successive fino a far sì che le femmine superino i maschi. Se si interviene, per così dire, artificialmente sugli equilibri naturali si provocano gli sconquassi ai quali stiamo assistendo. La Cina, per esempio, chiama «rami spogli» i suoi maschi non sposati (e che non possono trovare moglie perché le femmine occorrenti non sono mai nate), il cui numero è uguale a quello di tutti gli americani maschi in età fertile. Ciò provoca traffico di donne, violenze sessuali, suicidi.

Quante sono le donne «mancanti»? Il famoso economista indiano Amartya Sen nel 1990 calcolava sui cento milioni. Ma è sicuro che oggi siano molte di più, anche se le statistiche provenienti dai posti incriminati non sono mai sufficientemente attendibili. Insomma, c'è uno squilibrio innaturale tra maschi e femmine, cosa che nel mondo globalizzato non può non avere preoccupanti conseguenze. Il problema è, comunque, culturale più che economico. Infatti, lo si riscontra in Paesi niente affatto «poveri», come Taiwan e Singapore, nonché in nazioni balcaniche e caucasiche ex comuniste. Il governo indiano ha cercato di contenere il fenomeno vietando per legge l'ecografia ma pare che il divieto abbia avuto scarsa efficacia. Meglio è andata alla Corea del Sud, che si sta avviando alla normalità (ma va detto che il Paese è a maggioranza cristiana). Il problema vero è in Cina, dove il Partito non ha alcuna intenzione di cambiare politica demografica. Alla faccia di Mao, per il quale le donne sostenevano «la metà del cielo». La selezione sessuale fa sì che in certe province cinesi i maschi superino le femmine anche del trenta per cento e a farne le spese sono le nordcoreane, non di rado vendute ai contadini cinesi. Aveva ragione Montanelli, quando affermava che al terzomondo non servono tanto aiuti quanto missionari. Cristiani, naturalmente, perché solo col cristianesimo l'uomo ha smesso di considerare la donna «inferiore». Ma vallo a dire a Hu Jintao o ai fondamentalisti indù.

il giornale.it

[Lord Kitchener]

Cos'è, l'umanità rischia di estinguersi?

[amerigodumini]

Scommetto che questo tipo di aborto non gode del sostegno politico delle femmine europoidi.

[Orco Bisorco]

L'aborto in Italia lascia la coscienza più pulita, suona molto più democraticamente civile. L'orrore penetra scandalosamente nelle pulite coscienze occidentali quando si paragona un aborto legale all'omicio violento del proprio figlio. Eppure la differenza è che il secondo tipo di omicidio è privo di squallide giustificazioni e vili ipocrisie.

Tra abortire e massacrare il figlio a martellate la differenza è che nel primo caso si spegne la coscienza, si chiude gli occhi, si fa finta che non sia successo nulla, si fa finta di assistere alla vicenda da spettatori anzichè da protagonisti. Si uccide con la coscienza pulita, si compie il delitto evitando il castigo (interiore ed esteriore). In questo l'aborto è forse più vile di un massacro.

[Malaparte]

L'aborto in Italia lascia la coscienza più pulita, suona molto più democraticamente civile. L'orrore penetra scandalosamente nelle pulite coscienze occidentali quando si paragona un aborto legale all'omicio violento del proprio figlio. Eppure la differenza è che il secondo tipo di omicidio è privo di squallide giustificazioni e vili ipocrisie.

Tra abortire e massacrare il figlio a martellate la differenza è che nel primo caso si spegne la coscienza, si chiude gli occhi, si fa finta che non sia successo nulla, si fa finta di assistere alla vicenda da spettatori anzichè da protagonisti. Si uccide con la coscienza pulita, si compie il delitto evitando il castigo (interiore ed esteriore). In questo l'aborto è forse più vile di un massacro.

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[Giò]

L'aborto in Italia lascia la coscienza più pulita, suona molto più democraticamente civile. L'orrore penetra scandalosamente nelle pulite coscienze occidentali quando si paragona un aborto legale all'omicio violento del proprio figlio. Eppure la differenza è che il secondo tipo di omicidio è privo di squallide giustificazioni e vili ipocrisie.

Tra abortire e massacrare il figlio a martellate la differenza è che nel primo caso si spegne la coscienza, si chiude gli occhi, si fa finta che non sia successo nulla, si fa finta di assistere alla vicenda da spettatori anzichè da protagonisti. Si uccide con la coscienza pulita, si compie il delitto evitando il castigo (interiore ed esteriore). In questo l'aborto è forse più vile di un massacro.

Quoto.

[amerigodumini]

L'aborto in Italia lascia la coscienza più pulita, suona molto più democraticamente civile. L'orrore penetra scandalosamente nelle pulite coscienze occidentali quando si paragona un aborto legale all'omicio violento del proprio figlio. Eppure la differenza è che il secondo tipo di omicidio è privo di squallide giustificazioni e vili ipocrisie.

Tra abortire e massacrare il figlio a martellate la differenza è che nel primo caso si spegne la coscienza, si chiude gli occhi, si fa finta che non sia successo nulla, si fa finta di assistere alla vicenda da spettatori anzichè da protagonisti. Si uccide con la coscienza pulita, si compie il delitto evitando il castigo (interiore ed esteriore). In questo l'aborto è forse più vile di un massacro.

Ma anche quando uccidono i figli a martellate le donne colpevoli di infanticidio sono spesso oggetto di attenzioni e giustificazioni psicologiche esasperate.
La tesi dominante è che una donna che secca il figlioletto è una persona che soffre moltissimo ed è obnubilata e che non sa quello che ha fatto e che quindi il giorno in cui la sua psiche comprenderà razionalmente il gesto sarà pronta per la redenzione.
Tutte queste infiocchettature non sussistono per i maschi che uccidono.
La vertità è che sulla criminalità femminile c'è una grande omertà e gli stessi criminologi hanno paura di affrontare certi temi.
Chiedo scusa per l'OT.

[_crazy diamond_]

Visto che qui si parla di bambini all'atto stesso del concepimento, indipendentemente dalle fasi di sviluppo, ritenere identica cosa e identico dolore per chi ne riceve il prendere a coltellate un ovulo appena fecondato, se fosse possibile estrapolarlo, e un bambino di un mese come di un anno, è delirare. Fortemente anche.



Questo, questo che fate voi, è arrampicarsi sui vetri, per delegittimare l'aborto. Non le motivazioni che possono portarvi.

[_crazy diamond_]

Ma anche quando uccidono i figli a martellate le donne colpevoli di infanticidio sono spesso oggetto di attenzioni e giustificazioni psicologiche esasperate.
La tesi dominante è che una donna che secca il figlioletto è una persona che soffre moltissimo ed è obnubilata e che non sa quello che ha fatto e che quindi il giorno in cui la sua psiche comprenderà razionalmente il gesto sarà pronta per la redenzione.
Tutte queste infiocchettature non sussistono per i maschi che uccidono.
La vertità è che sulla criminalità femminile c'è una grande omertà e gli stessi criminologi hanno paura di affrontare certi temi.
Chiedo scusa per l'OT.

A parte che sono reazioni che intorno a me non ho mai visto, di fronte a qualsivoglia caso di infanticidio. E se ne vedessi mi darebbero la nausea.


Ma, sono infiocchettature che per gli uomini non ci sono?
Quindi non hai mai sentito parlare di uno stupratore o di un pedofilo nei termini di 'sono persone malate, vanno curate, sono da aiutare non da condannare...' e bla bla bla?

Mai?

[Malaparte]

Ma, sono infiocchettature che per gli uomini non ci sono?
Quindi non hai mai sentito parlare di uno stupratore o di un pedofilo nei termini di 'sono persone malate, vanno curate, sono da aiutare non da condannare...' e bla bla bla?

Mai?

Di solito sono gli elettori del Pd che dicono queste cazzate.