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  1. #21
    Dio e Po***o
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    Citazione Originariamente Scritto da Arjuna Visualizza Messaggio
    Oihbò la storigrafia quindi non è una scienza? Penso che centinaia di storici avrebbero qualcosa da obiettare in proposito!

    La libertà d'espressione non fu, giustamente, un cardine dello Stato fascista, nè di quello nazionalsocialista, nè dell'Impero Romano-germanico, nè lo fu dell'Impero romano (i giudeo-cristiani ne seppero qualcosa), ma lo è delle democrazie liberali, quindi....
    Certo che invece la politicizzazione delle tesi revisioniste è stata molto utile, ha prodotto processi, condanne, leggi speciali e di fatto il totale screditamento della storiografia revisionista. Ricordo sempre che una quindicina di anni fa assistetti con la scuola e con altre scuole della mia città alla conferenza di uno storico revisionista tedesco, oggi sarebbe possibile una cosa del genere?
    D'altra parte invece negli odiati USA, leggi come quelle italiane contro la libertà d'opinione sarebbero impensabili, quindi mi sembra che sia estremamente più produttivo mirare all'abolizione delle norme costituzionali e del codice penale "liberticide" (anche sulla socrta dell'esperienza della più grande democrazia del mondo).
    scusami tanto..
    ma non credo proprio che si possa parlare dela storiografia..come di una scienza esatta..
    1° per il fatto che la storiografia stessa e' sempre opera dei vincitori....
    2° ammessa e non concessa la buonafede dei vincitori...possono commettersi grossi errori di ricostruzione dei fatti..mancando documenti o valutando male certe "testimonianze"...
    comunque ribadisco che l'uso politico della storia, e' fatto da chi impone una visione ,ormai dogmatica ....di eventi storici tutt'altro che dimostrati,
    e' poi utopico il ritenere la Storia una questione per soli accademici..poiche' si sa che Essa e' Magistra Vitae...
    per cui chi detiene i mezzi di informazione..: cinema..giornali..tende a cristallizzare la visione e la versione degli eventi al di la' del mero fatto storico stesso ..cioe' senza badare troppo alla verita'..
    cio' che conta e' che la gente la pensi in un certo modo , attraverso una ricostruzione che permetta e permette speculazioni di ogni sorta.

  2. #22
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    A me sembra che Faye sia un esempio di come certi poteri internazionalisti abbiano capito che ci sono in atto tendenze identitarie a livello mondiale e vogliano infiltrarle.
    Faye è uno che cerca di veicolare in senso filo-giudeo (e per conseguenza filo-anglosassone, filoamericano) le posizioni identitarie e nazionaliste in Europa.
    Io credo che la posizione rispetto alla questione ebraica, nell'eterogeneità (e spesso ambiguità) dell'ambiente dell'estrema destra rimanga il discrimine decisivo.
    Se uno è a favore dei circoncisi e gioca a fare l'uomo di destra o è un deficiente integrale, che non ha capito nulla o, più probabilmente, almeno a certi livelli, è in cattiva fede e la sua influenza nell'area può essere esiziale.

  3. #23
    Berija
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    Faye è parte di un meccanismo di strumentalizzazione delle pulsioni identitarie in Europa. Vicino ad ambienti del suprematismo bianco americano, partecipa a convegni sul destino della razza bianca assieme a movimenti xenofobi utilizzati dagli Usa in funzione anti islamica e contro il governo di Putin.

  4. #24
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    Vedo che la dietrologia su Faye e sugli identitari russi si spreca...Faye ha l'unico "torto" di aver osato mettere in discussione i dogmi della Destra Radicale, e con l'ultimo testo ha ribadito quelle che sono le sue posizioni sulla "questione ebraica". Faye ha avuto l'ardire di far notare come dal dopoguerra i termini della questione siano cambiati, e di come gli ebrei a seguito della nascita dello stato di Israele si trovino oggi nella stessa trincea dei popoli europei ad affrontare l'assalto dei popoli del Sud. Nell'Algeria della guerra civile la comunità ebraica collaborò con l'OAS, negli Stati Uniti la Jewish Defence League fu fondata per difendersi dagli assalti dei neri, in Francia gruppi di autodifesa ebraica si sono scontrati con gruppi neri. In particolare la Destra Radicale israeliana, duramente osteggiata sia dal governo israeliano sia da quello americano, col suo nazionalismo etnico è molto vicina alle nostre posizioni. Per chiarirci insomma ciò che Faye propone non è l'attuale sudditanza nei confronti della lobby sionista, ma un'alleanza paritaria con interlocutori validi sul modello di quella siglata dai gruppi nazionalisti hindu con i movimenti sionisti in funzione antiislamica. La politica proposta Faye è già in corso d'attuazione in Europa da movimenti identitari come il Front National, il Vlaams Belang, il British National Party e Romania Mare e negli Stati Uniti dal think tank conservatore ed identitario American Renaissance.

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da Gemini Visualizza Messaggio
    Vedo che la dietrologia su Faye e sugli identitari russi si spreca...Faye ha l'unico "torto" di aver osato mettere in discussione i dogmi della Destra Radicale, e con l'ultimo testo ha ribadito quelle che sono le sue posizioni sulla "questione ebraica". Faye ha avuto l'ardire di far notare come dal dopoguerra i termini della questione siano cambiati, e di come gli ebrei a seguito della nascita dello stato di Israele si trovino oggi nella stessa trincea dei popoli europei ad affrontare l'assalto dei popoli del Sud. Nell'Algeria della guerra civile la comunità ebraica collaborò con l'OAS, negli Stati Uniti la Jewish Defence League fu fondata per difendersi dagli assalti dei neri, in Francia gruppi di autodifesa ebraica si sono scontrati con gruppi neri. In particolare la Destra Radicale israeliana, duramente osteggiata sia dal governo israeliano sia da quello americano, col suo nazionalismo etnico è molto vicina alle nostre posizioni. Per chiarirci insomma ciò che Faye propone non è l'attuale sudditanza nei confronti della lobby sionista, ma un'alleanza paritaria con interlocutori validi sul modello di quella siglata dai gruppi nazionalisti hindu con i movimenti sionisti in funzione antiislamica. La politica proposta Faye è già in corso d'attuazione in Europa da movimenti identitari come il Front National, il Vlaams Belang, il British National Party e Romania Mare e negli Stati Uniti dal think tank conservatore ed identitario American Renaissance.

    Si tratta della solita ingenuità dei gentili (non parlo di Faye, che secondo me è in cattiva fede, ma dei suoi seguaci) rispetto al giudeo, il quale è astuto e da millenni sa dissimulare e stravolgere la percezione della realtà agli occhi degli sprovveduti, cambiare le carte in tavola e rendere inefficace quindi ogni azione volta a difendersi da lui.
    Fino a quando la diaspora annovererà ancora più del 50% degli ebrei del mondo e gli altri, formalmente residenti in Israele, continueranno ad avere una doppia residenza di fatto e a infiltrare tutti i gangli della vita delle nazioni gentili, il discorso sionista sul nazionalismo ebraico farà solo ridere.
    Il fatto è che l'ebreo non ha una patria, né vuole averla, perché non gli conviene, perché è nomade fin dall'alba della storia (con parentesi di parziale stanzialità) e perché da solo, producendo di suo, senza sfruttare le società gentili, non sa vivere.
    Che a destra, dopo che queste cose sono state studiate, approfondite e confermate da tempo, a scapito del conformismo dominante e dei luoghi comuni, ancora qualcuno non l'abbia capito non è credibile. Quindi vuol dire che ci fa, che fa finta di non aver capito.
    A me poi le frasi come "superamento dei dogmi" mi fanno venire l'orticaria. "Superare i dogmi" quasi sempre significa inficiare l'originalità di pensiero di una corrente dissenziente rispetto ai veri dogmi, quelli dominanti oggi nel mondo, per normalizzarla, omologarla al pensiero unico.
    Sulla collaborazione con l'OAS e coi bianchi americani stendiamo un velo pietoso: il colonialismo europeo e l'espatrio forzato di milioni di negri nell''800 sono fra le espressioni del mondialismo (d'altronde furono gli ebrei a gestire, con gli arabi, il traffico degli schiavi).
    In Francia gli intellettuali ebrei si sono sempre espresi a favore dell'immigrazione, dell'integrazione, della società multietnica. Poi è naturale che un po', quando se li trovano in casa, si spaventino: l'ebreo è così, provoca i disastri a scapito degli altri, poi, quando le conseguenze ricadono su di lui si lamenta e dà pure la colpa alle vere vittime dei suoi maneggi, così ottiene un doppio scopo: destabilizza la società gentile in cui vive, grazie all'immissione di allogeni e si procura anche uno strumento di ricatto verso la stessa, perché non lo protegge abbastanza dalle conseguenze di questa stessa immissione, che lui per primo ha provocato. Tutta la storia ebraica è piena di trucchetti di questo genere.
    Chi ha un minimo di sale i zucca e spirito critico lo sa bene (non parlo di te, che immagino sia in buona fede, ma figure di intellettuali, di maítres à penser dell'area, cone Faye appunto, che non possono non aver letto diecimila volte e conoscere a memoria certe cose, quindi con me nella parte dei finti tonti cascano male). Chi vuol fare finta di non saperlo, peggio per lui: sceglie di stare con l'ebreo? Non si troverà certo solo nel mondo di oggi, in cui, nella professione di filo-ebraismo tutti fanno a gara. Dovrà forse tapparsi il naso. Fatica da poco.
    Io però sono allergico alla puzza di conformismo e di servilismo, quindi mi chiamo volentieri fuori.

  6. #26
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    Citazione Originariamente Scritto da Peucezio Visualizza Messaggio
    Si tratta della solita ingenuità dei gentili (non parlo di Faye, che secondo me è in cattiva fede, ma dei suoi seguaci) rispetto al giudeo, il quale è astuto e da millenni sa dissimulare e stravolgere la percezione della realtà agli occhi degli sprovveduti, cambiare le carte in tavola e rendere inefficace quindi ogni azione volta a difendersi da lui.
    Fino a quando la diaspora annovererà ancora più del 50% degli ebrei del mondo e gli altri, formalmente residenti in Israele, continueranno ad avere una doppia residenza di fatto e a infiltrare tutti i gangli della vita delle nazioni gentili, il discorso sionista sul nazionalismo ebraico farà solo ridere.
    Il fatto è che l'ebreo non ha una patria, né vuole averla, perché non gli conviene, perché è nomade fin dall'alba della storia (con parentesi di parziale stanzialità) e perché da solo, producendo di suo, senza sfruttare le società gentili, non sa vivere.
    Che a destra, dopo che queste cose sono state studiate, approfondite e confermate da tempo, a scapito del conformismo dominante e dei luoghi comuni, ancora qualcuno non l'abbia capito non è credibile. Quindi vuol dire che ci fa, che fa finta di non aver capito.
    A me poi le frasi come "superamento dei dogmi" mi fanno venire l'orticaria. "Superare i dogmi" quasi sempre significa inficiare l'originalità di pensiero di una corrente dissenziente rispetto ai veri dogmi, quelli dominanti oggi nel mondo, per normalizzarla, omologarla al pensiero unico.
    Sulla collaborazione con l'OAS e coi bianchi americani stendiamo un velo pietoso: il colonialismo europeo e l'espatrio forzato di milioni di negri nell''800 sono fra le espressioni del mondialismo (d'altronde furono gli ebrei a gestire, con gli arabi, il traffico degli schiavi).
    In Francia gli intellettuali ebrei si sono sempre espresi a favore dell'immigrazione, dell'integrazione, della società multietnica. Poi è naturale che un po', quando se li trovano in casa, si spaventino: l'ebreo è così, provoca i disastri a scapito degli altri, poi, quando le conseguenze ricadono su di lui si lamenta e dà pure la colpa alle vere vittime dei suoi maneggi, così ottiene un doppio scopo: destabilizza la società gentile in cui vive, grazie all'immissione di allogeni e si procura anche uno strumento di ricatto verso la stessa, perché non lo protegge abbastanza dalle conseguenze di questa stessa immissione, che lui per primo ha provocato. Tutta la storia ebraica è piena di trucchetti di questo genere.
    Chi ha un minimo di sale i zucca e spirito critico lo sa bene (non parlo di te, che immagino sia in buona fede, ma figure di intellettuali, di maítres à penser dell'area, cone Faye appunto, che non possono non aver letto diecimila volte e conoscere a memoria certe cose, quindi con me nella parte dei finti tonti cascano male). Chi vuol fare finta di non saperlo, peggio per lui: sceglie di stare con l'ebreo? Non si troverà certo solo nel mondo di oggi, in cui, nella professione di filo-ebraismo tutti fanno a gara. Dovrà forse tapparsi il naso. Fatica da poco.
    Io però sono allergico alla puzza di conformismo e di servilismo, quindi mi chiamo volentieri fuori.
    Analisi come la tua a mio avviso peccano dei soliti luoghi comuni. Il sionismo mirava e mira tutt'oggi proprio a dare una patria ad un popolo apolide ed a riscattare gli ebrei dal ruolo che avevano assunto in Europa trasformandoli in un popolo di coloni e guerrieri. Che gli ebrei non siano incapaci di produrre è falso, perchè altrimenti non avrebbero fatto di Israele una nazione sviluppata. Il colonialismo europeo non può essere liquidato con un giudizio sintetico, esso è stato espressione della volontà di potenza dei popoli europei, inoltre la guerra d'Algeria è stata una battaglia per l'Europa, perchè la sua caduta ha aperto le porte alla colonizzazione allogena della Francia. Che l'influenza della cultura ebraica secolarizzata sull'Europa sia stata negativa non lo metto in dubbio, ma l'ebraismo ha più anime, e l'ebraismo religioso ortodosso prende le distanze dalla cultura ebraica secolare. Prendendo ad esempio la Francia esistono associazioni come la LICRA che favoriscono l'immigrazione ed associazioni di autodifesa ebraica. Ribadisco inoltre che l'alleanza strategica paritaria andrebbe ricercata non con il sionismo tout court, cosa impossibile perchè il sionismo ha più anime, ma con quei settori del sionismo ideologicamente a noi più affini, ed ho citato esempi di questa collaborazione, come quello tra i nazionalisti hindu e la destra radicale israeliana.

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da Gemini Visualizza Messaggio
    Analisi come la tua a mio avviso peccano dei soliti luoghi comuni. Il sionismo mirava e mira tutt'oggi proprio a dare una patria ad un popolo apolide ed a riscattare gli ebrei dal ruolo che avevano assunto in Europa trasformandoli in un popolo di coloni e guerrieri. Che gli ebrei non siano incapaci di produrre è falso, perchè altrimenti non avrebbero fatto di Israele una nazione sviluppata. Il colonialismo europeo non può essere liquidato con un giudizio sintetico, esso è stato espressione della volontà di potenza dei popoli europei, inoltre la guerra d'Algeria è stata una battaglia per l'Europa, perchè la sua caduta ha aperto le porte alla colonizzazione allogena della Francia. Che l'influenza della cultura ebraica secolarizzata sull'Europa sia stata negativa non lo metto in dubbio, ma l'ebraismo ha più anime, e l'ebraismo religioso ortodosso prende le distanze dalla cultura ebraica secolare. Prendendo ad esempio la Francia esistono associazioni come la LICRA che favoriscono l'immigrazione ed associazioni di autodifesa ebraica. Ribadisco inoltre che l'alleanza strategica paritaria andrebbe ricercata non con il sionismo tout court, cosa impossibile perchè il sionismo ha più anime, ma con quei settori del sionismo ideologicamente a noi più affini, ed ho citato esempi di questa collaborazione, come quello tra i nazionalisti hindu e la destra radicale israeliana.
    Quoto
    D'altra parte la cosa peggiore che hanno fatto gli ebrei all'Europa è stato portarvi il cristianesimo.

  8. #28
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    Citazione Originariamente Scritto da Arjuna Visualizza Messaggio
    Quoto
    D'altra parte la cosa peggiore che hanno fatto gli ebrei all'Europa è stato portarvi il cristianesimo.
    strano pero' che questa " strategia" non abbia portato i frutti desiderati ...
    da loro.....
    la Verita' e' che il Cristianesimo in Europa lo hanno portato alcuni Apostoli braccati dai giudei....

  9. #29
    ulfenor
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    Citazione Originariamente Scritto da Peucezio Visualizza Messaggio
    Si tratta della solita ingenuità dei gentili (non parlo di Faye, che secondo me è in cattiva fede, ma dei suoi seguaci) rispetto al giudeo, il quale è astuto e da millenni sa dissimulare e stravolgere la percezione della realtà agli occhi degli sprovveduti, cambiare le carte in tavola e rendere inefficace quindi ogni azione volta a difendersi da lui.
    Fino a quando la diaspora annovererà ancora più del 50% degli ebrei del mondo e gli altri, formalmente residenti in Israele, continueranno ad avere una doppia residenza di fatto e a infiltrare tutti i gangli della vita delle nazioni gentili, il discorso sionista sul nazionalismo ebraico farà solo ridere.
    Il fatto è che l'ebreo non ha una patria, né vuole averla, perché non gli conviene, perché è nomade fin dall'alba della storia (con parentesi di parziale stanzialità) e perché da solo, producendo di suo, senza sfruttare le società gentili, non sa vivere.
    Che a destra, dopo che queste cose sono state studiate, approfondite e confermate da tempo, a scapito del conformismo dominante e dei luoghi comuni, ancora qualcuno non l'abbia capito non è credibile. Quindi vuol dire che ci fa, che fa finta di non aver capito.
    A me poi le frasi come "superamento dei dogmi" mi fanno venire l'orticaria. "Superare i dogmi" quasi sempre significa inficiare l'originalità di pensiero di una corrente dissenziente rispetto ai veri dogmi, quelli dominanti oggi nel mondo, per normalizzarla, omologarla al pensiero unico.
    Sulla collaborazione con l'OAS e coi bianchi americani stendiamo un velo pietoso: il colonialismo europeo e l'espatrio forzato di milioni di negri nell''800 sono fra le espressioni del mondialismo (d'altronde furono gli ebrei a gestire, con gli arabi, il traffico degli schiavi).
    In Francia gli intellettuali ebrei si sono sempre espresi a favore dell'immigrazione, dell'integrazione, della società multietnica. Poi è naturale che un po', quando se li trovano in casa, si spaventino: l'ebreo è così, provoca i disastri a scapito degli altri, poi, quando le conseguenze ricadono su di lui si lamenta e dà pure la colpa alle vere vittime dei suoi maneggi, così ottiene un doppio scopo: destabilizza la società gentile in cui vive, grazie all'immissione di allogeni e si procura anche uno strumento di ricatto verso la stessa, perché non lo protegge abbastanza dalle conseguenze di questa stessa immissione, che lui per primo ha provocato. Tutta la storia ebraica è piena di trucchetti di questo genere.
    Chi ha un minimo di sale i zucca e spirito critico lo sa bene (non parlo di te, che immagino sia in buona fede, ma figure di intellettuali, di maítres à penser dell'area, cone Faye appunto, che non possono non aver letto diecimila volte e conoscere a memoria certe cose, quindi con me nella parte dei finti tonti cascano male). Chi vuol fare finta di non saperlo, peggio per lui: sceglie di stare con l'ebreo? Non si troverà certo solo nel mondo di oggi, in cui, nella professione di filo-ebraismo tutti fanno a gara. Dovrà forse tapparsi il naso. Fatica da poco.
    Io però sono allergico alla puzza di conformismo e di servilismo, quindi mi chiamo volentieri fuori.
    Quoto peucezio!

    posso capire che gemini sia in buona fede ma sinceramente parlare di alleanze strategiche con il nemico mi sembra da stolti riferendomi a faye,come giustamente fa notare peucezio il giudeo e sempre campato con questi trucchetti facendo danni all'interno delle società gentili quando poi il patatrac e compiuto danno la colpa alle vere vittime cioè i gentili.

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da Daltanius Visualizza Messaggio
    strano pero' che questa " strategia" non abbia portato i frutti desiderati ...
    da loro.....
    la Verita' e' che il Cristianesimo in Europa lo hanno portato alcuni Apostoli braccati dai giudei....
    Beh, questa strategia ha portato l'Illuminismo, il Giacobinismo, poi il Comunismo e tutto ciò che si può definire sovversione.....
    Apostoli che erano ebrei, che si sono infiltrati nella società romana e sono riusciti a sfuggire ai giusti tentativi di eliminarli da parte delle autorità, rifugiandosi sotto terra come i topi...

    D'altra parte:
    Citazione Originariamente Scritto da Pucezio
    Si tratta della solita ingenuità dei gentili (non parlo di Faye, che secondo me è in cattiva fede, ma dei suoi seguaci) rispetto al giudeo, il quale è astuto e da millenni sa dissimulare e stravolgere la percezione della realtà agli occhi degli sprovveduti, cambiare le carte in tavola e rendere inefficace quindi ogni azione volta a difendersi da lui.
    Fino a quando la diaspora annovererà ancora più del 50% degli ebrei del mondo e gli altri, formalmente residenti in Israele, continueranno ad avere una doppia residenza di fatto e a infiltrare tutti i gangli della vita delle nazioni gentili, il discorso sionista sul nazionalismo ebraico farà solo ridere.
    Il fatto è che l'ebreo non ha una patria, né vuole averla, perché non gli conviene, perché è nomade fin dall'alba della storia (con parentesi di parziale stanzialità) e perché da solo, producendo di suo, senza sfruttare le società gentili, non sa vivere
    .
    Questo valeva anche 2000 anni fa!

 

 
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