Originariamente Scritto da
Peucezio
Si tratta della solita ingenuità dei gentili (non parlo di Faye, che secondo me è in cattiva fede, ma dei suoi seguaci) rispetto al giudeo, il quale è astuto e da millenni sa dissimulare e stravolgere la percezione della realtà agli occhi degli sprovveduti, cambiare le carte in tavola e rendere inefficace quindi ogni azione volta a difendersi da lui.
Fino a quando la diaspora annovererà ancora più del 50% degli ebrei del mondo e gli altri, formalmente residenti in Israele, continueranno ad avere una doppia residenza di fatto e a infiltrare tutti i gangli della vita delle nazioni gentili, il discorso sionista sul nazionalismo ebraico farà solo ridere.
Il fatto è che l'ebreo non ha una patria, né vuole averla, perché non gli conviene, perché è nomade fin dall'alba della storia (con parentesi di parziale stanzialità) e perché da solo, producendo di suo, senza sfruttare le società gentili, non sa vivere.
Che a destra, dopo che queste cose sono state studiate, approfondite e confermate da tempo, a scapito del conformismo dominante e dei luoghi comuni, ancora qualcuno non l'abbia capito non è credibile. Quindi vuol dire che ci fa, che fa finta di non aver capito.
A me poi le frasi come "superamento dei dogmi" mi fanno venire l'orticaria. "Superare i dogmi" quasi sempre significa inficiare l'originalità di pensiero di una corrente dissenziente rispetto ai veri dogmi, quelli dominanti oggi nel mondo, per normalizzarla, omologarla al pensiero unico.
Sulla collaborazione con l'OAS e coi bianchi americani stendiamo un velo pietoso: il colonialismo europeo e l'espatrio forzato di milioni di negri nell''800 sono fra le espressioni del mondialismo (d'altronde furono gli ebrei a gestire, con gli arabi, il traffico degli schiavi).
In Francia gli intellettuali ebrei si sono sempre espresi a favore dell'immigrazione, dell'integrazione, della società multietnica. Poi è naturale che un po', quando se li trovano in casa, si spaventino: l'ebreo è così, provoca i disastri a scapito degli altri, poi, quando le conseguenze ricadono su di lui si lamenta e dà pure la colpa alle vere vittime dei suoi maneggi, così ottiene un doppio scopo: destabilizza la società gentile in cui vive, grazie all'immissione di allogeni e si procura anche uno strumento di ricatto verso la stessa, perché non lo protegge abbastanza dalle conseguenze di questa stessa immissione, che lui per primo ha provocato. Tutta la storia ebraica è piena di trucchetti di questo genere.
Chi ha un minimo di sale i zucca e spirito critico lo sa bene (non parlo di te, che immagino sia in buona fede, ma figure di intellettuali, di maítres à penser dell'area, cone Faye appunto, che non possono non aver letto diecimila volte e conoscere a memoria certe cose, quindi con me nella parte dei finti tonti cascano male). Chi vuol fare finta di non saperlo, peggio per lui: sceglie di stare con l'ebreo? Non si troverà certo solo nel mondo di oggi, in cui, nella professione di filo-ebraismo tutti fanno a gara. Dovrà forse tapparsi il naso. Fatica da poco.
Io però sono allergico alla puzza di conformismo e di servilismo, quindi mi chiamo volentieri fuori.