Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
(brunik - 25/09/2011)
Fini è IL PRESIDENTE DELLA CAMERA non partecipa a manifestazioni politiche, avendo un ruolo istituzionale. Il senso delle istituzioni non vi appartiene, come fate a definirvi di destra lo sa solo il cielo. Poi come fate ad interpretare la volontà di tutti i partecipanti alla manifestazione? C'ero anche io, figuratevi, se avessi saputoche la mia partecipazione ,come le altre, sarebbe stata strumentalizzata contro Fini non ci sarei andato.
Ed anche ammesso che fossero un milione gli intervenuti alla manifestazione (ostridicolo sai quanti sono rimasti a casa? Svariati milioni.
La vostra propaganda di bassa "Lega" ci farà perdere una marea di voti al sud.
Fare per Fermare il Declino
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in effetti vale anche la cosa opposta i presidenti della camera presenziano anche alle manifestazioni di stato che non gradiscono... pensate a Bertinotti alle parate militari della festa della repubblica...
Matsudaira Izu no Kami disse al Maestro Mizuno Kenmotsu: "Voi siete un uomo di grande valore, peccato siate così basso".
Kenmotsu gli rispose: "E' vero. A volte in questo mondo non tutto va come si desidera. Ora, se io vi tagliassi la testa e l'attaccassi sotto i miei piedi, sarei più alto. Ma è qualcosa che non si potrebbe fare".
Vedi apibroker Fini è il Presidente della Camera. Questo è un fatto.
Berlusconi è Presidente del Consiglio. Anche questo è un fatto.
Fini possiede un ruolo istituzionale.
Berlusconi possiede un ruolo istituzionale.
Tu dici che non ci appartiene il senso delle istituzioni.
Io dico che noi possediamo il senso delle istituzioni nella stessa misura in cui lo possiedono il Presidente della Camera ed il Presidente del Consiglio.
Fini si dichiara uomo di centro destra.
Berlusconi è il Presidente del PDL, conosciuto come movimento di centro destra che rappresenta il partito più votato dagli Italiani.
Cosa ha impedito alla istituzione Presidente della Camera di partecipare alla manifestazione del movimento a cui dichiara di fare parte?
Forse il Presidente della Camera è il Presidente della Repubblica in capo al quale sorge l'obbligo (formale) di essere "super partes"?
Trovo singolare e, francamente, risibile, il fatto che il Presidente della Camera si trinceri dietro una presunta quanto provvidenziale "giustificazione" istituzionale per evitare la manifestazione per poi, il giorno dopo, dichiarare sulla stampa nazionale di "lavorare per cambiare il PDL".
Non siamo forse in quella campagna elettorale che ha formato oggetto pregnante della sua spiegazione nella quale egli ha reperito valida ragione per chiamarsi lontano dal raduno di sabato scorso?
Dunque, la motivazione risiede altrove.
Ti dico ove risiede la "giustificazione".
Nel timore, fondato, di essere preso a secchiate uova marce da quel Popolo della Libertà che egli ha tentato di insozzare in molte, moltissime occasioni. Non mi sento obbligato a ricordare quali.
Non è il PDL che deve cambiare. E' Fini che deve dimostrare un cambiamento credibile.
Non può.
"Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" (Immanuel Kant)
... e non c'è bisogno di ricordargliele perchè se le ricordano ancora meglio di noi... ncav:
Allora ti dico la verità:
NON VOLEVA FARE LA FIGURA BARBINA DI STARE IN MEZZO A 4 GATTI.
Maroni e la guerra delle cifre: dal Viminale dati certi - Corriere della Sera
Dietro le quinte - Il conteggio tra 120 e 140 mila presenze arriva alle 20
Maroni e la guerra delle cifre:
dal Viminale dati certi
Il ministro dell'Interno ai suoi: diciamo la verità, come al solito. Qui ci sono persone serie
Roberto Maroni
ROMA—L’amarezza si trasforma in rabbia quando il ministro dell’Interno capisce che a far montare la polemica contro la Questura di Roma sono soltanto gli attacchi che arrivano dagli esponenti del Pdl. E ieri pomeriggio — mentre Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto mostrano di non aver alcuna intenzione di chiudere il caso — Roberto Maroni sbotta: «Si sta alimentando uno scontro che non esiste. Questo è un autogol clamoroso, soprattutto in materia di comunicazione. Al Viminale ci sono persone serie, i dati forniti sono sempre reali».
Per ricostruire quanto è accaduto, bisogna dunque tornare a sabato pomeriggio e a quell’annuncio di Denis Verdini — «siamo un milione» — che aveva lasciato tutti stupefatti. Il dato ufficiale sui partecipanti viene generalmente fornito al termine delle manifestazioni. Sono gli addetti al gabinetto della Questura ad esaminare i filmati ripresi dagli elicotteri, il numero dei pullman arrivati in città, quello dei treni speciali organizzati per l’evento e ad incrociare queste risultanze con l’ampiezza degli spazi che si calcola tenendo conto della superficie del palco, dei gazebo montati ai lati della piazza, delle transenne posizionate per orientare i flussi di chi sfila. Ed è proprio questa la procedura seguita anche due giorni fa. Sono circa le 20 quando arriva il conteggio finale che oscilla tra le 120.000 e le 140.000 persone. Il numero viene comunicato ai vertici della polizia.
Del resto al raduno di San Giovanni c’era il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi circondato dai componenti del governo, prima di smentire la cifra fornita di fronte alle telecamere dal coordinatore del Pdl si preferisce consultarsi direttamente con il Viminale. Pochi minuti dopo viene informato il ministro dell’Interno. La differenza tra questo dato e quello di Verdini appare evidente, ma Maroni decide di non far effettuare alcuna correzione. «Procediamo come al solito—dice ai collaboratori più stretti — e diciamo la verità». Due sabati fa, quando il centrosinistra aveva organizzato a piazza del Popolo la protesta contro il decreto del governo per l’ammissione delle liste alla Regionali e aveva affermato di aver portato in piazza almeno 200 mila persone, la Questura aveva smentito questo numero parlando di 25 mila partecipanti. E in quell’occasione non c’era stata alcuna polemica, tanto meno accuse ai responsabili dell’ordine pubblico.
Nessuno immagina dunque una reazione violenta come quella di Gasparri, che arriva a parlare di «crisi etilica» del questore Giuseppe Caruso. Anche perché nel luglio 2008 la sua nomina aveva avuto il gradimento esplicito degli esponenti di Alleanza nazionale e dunque l’attacco arriva del tutto inaspettato. Ma soprattutto nessuno può prevedere che anche altri esponenti del Pdl scelgano di cavalcare la polemica e che lo stesso Gasparri decida di tornare sull’argomento per rincarare la dose. E allora sono i sindacati a schierarsi, con il segretario dell’Associazione funzionari di polizia Enzo Letizia che sottolinea come «il calcolo dei partecipanti è problema di quinta elementare, tenuto conto che il numero massimo per metro quadro è di 4 persone, che i funzionari hanno visto le riprese effettuate dagli elicotteri per l’intera durata della manifestazione e che è nota la superficie della piazza e delle vie adiacenti».
Interviene anche Nicola Tanzi del Sap per sottolineare come «ognuno deve fare il proprio mestiere, la Questura fa bene il proprio lavoro e il dato sui manifestanti di piazza San Giovanni rappresenta la realtà dei fatti. Anzi sicuramente erano qualcosa in meno e non in più di 150 mila». Duro il commento di Claudio Giardullo del Silp Cgil, secondo il quale «il rispetto delle regole è condizione fondamentale per la democrazia e questo vale soprattutto per chi ha l’onore di governare il Paese, che non può invocare questo principio solo per gli altri e non per se stesso. Anche in questa occasione è stato utilizzato il metodo usato da anni nella Capitale, dimostrando ancora una volta che le forze di polizia sono al servizio della legge e del cittadino e non di un qualunque schieramento politico. A loro esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno».
Ultima modifica di apibroker; 22-03-10 alle 14:44
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