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Discussione: Persino nelle Fiction la Disinformazione del PCI
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01-11-07, 18:53 #1
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Persino nelle Fiction la Disinformazione del PCI
Sulle reti di Berlusconi lo spot per il Pci
Canale 5, cioè Mediaset, cioè le reti di Silvio Berlusconi. Lo sceneggiato a puntate (ora li chiamano fiction, fa più fino) è "Il capo dei capi", va in onda il giovedì in prima serata e racconta l'ascesa e la caduta di Totò Riina. Succede quello che non ti aspetti solo se credi davvero alla favoletta di Berlusconi che usa le sue televisioni per farsi i cavoli propri. Se invece sai come funziona quel mondo, e sai che Mediaset e le sue produzioni, come la Rai, sono imbottite di reduci sessantottini, che usano le reti di Berlusconi per farsi i cavoli loro, succede proprio quello che ti aspetti. E cioè che l'eroico sindacalista Placido Rizzotto, ucciso dalla mafia nel 1948, sia rappresentato come un compagnuccio del Pci, «con tanto di bandiere comuniste e di ritratto di Gramsci appeso in sezione». E invece Rizzotto era socialista, iscritto al Psi di Pietro Nenni e Rodolfo Morandi. Ma vuoi mettere la statura epica ed etica di un gramsciano con quella di un precursore di Bettino Craxi? Lo scippo è stato scoperto da Paolo Pillitteri, che ne scrive sull'Opinione. Qui il ritratto di Rizzotto su Wikipedia.
http://aconservativemind.blogspot.com/
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01-11-07, 18:55 #2
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Tv, recidivi nella manipolazione
di Paolo Pillitteri
La pretesa de “Il capo dei capi“ (Canale 5), storia tragica e sanguinaria di Totò Riina, è quella di raccontare la genesi e lo sviluppo della “corrente“ corleonese della mafia, da Liggio a Riina e seguenti, secondo lo schema della veridicità. Peraltro, la realizzazione di Canale 5 è, qualitativamente, di tutto rispetto, e, non a caso, ha battuto Raifiction col suo “Guerra e Pace“, anche perchè si giova dell’attualità, della contemporaneità e della specificità della vicenda rispetto cui il polpettone Rai bene illustrato, tratto dal romanzo di Tolstoi, non riesce a competere proprio a causa della perdita di profondità storica e, dunque, di attualizzazione che sono invece gli atout della fiction della Taodue. La quale, tuttavia, ha un tallone d’Achille, un dettaglio non insignificante e rivelatore. Di che cosa? Della manipolazione, più o meno voluta e comunque colpevole, di una vicenda nella vicenda complessiva di Totò U Curtu e del suo predecessore Liggio. Parliamo della tragica storia Placido Rizzotto, il sindacalista di Corleone, ucciso da Liggio perchè contestatore degli agrari e difensore dei contadini che anelavano alla terra. Già da questo episodio non irrilevante si capisce il cotée squisitamente politico della fiction, di fronte al quale gli autori, e sono davvero tanti dal libro alla sceneggiatura e cioè D’Avanzo e Bolzoni e quindi Bises, Fava, Starnone e Rulli, non possono essere neutrali, dovendo rispettare la realtà di ciò che si racconta.
Così non è stato. Ed è la seconda volta. Placido Rizzotto viene di nuovo fatto passare come un sindacalista iscritto al Pci, con tanto di bandiere comuniste e di ritratto di Gramsci appeso in sezione. In realtà Placido Rizzotto era militante e iscritto al Psi di Nenni e Morandi, tant’è vero che non poche sezioni socialiste in Sicilia erano intitolate a questo coraggioso sindacalista, che fu anche partigiano. Cadde vittima della mafia agraria siciliana, come altri: Epifanio Li Puma, Calogero Cangelosi, Salvatore Carnevale, tutti socialisti. La manipolazione risponde ad un tentativo in atto da almeno tre lustri di rimuovere tutto quanto sa di socialista. Semmai, questa fiction Mediaset ha una colpa “storica“ in più, quella di avere replicato la stessa manipolazione/omissione compiuta nell’omonimo “Placido Rizzotto“ (2000) di Pasquale Scimeca, film peraltro realizzato con un cospicuo contributo governativo (Ministro Melandri). Proprio in occasione della proiezione ufficiale di “Placido Rizzotto“, presente l’allora Presidente Ciampi e il ministro (allora) Ottaviano Del Turco, costui si accorse della epurazione filmica subita dal sindacalista socialista Rizzotto, fatto passare come un eroe “comunista“. Ebbene, Del Turco fece notare l’errore al regista Scimeca il quale con una faccia di bronzo da premio Oscar gli rispose che non gli sembrava per nulla importante l’appartenenza di Rizzotto ad una sigla partitica. Purtroppo, però, non sappiamo cosa sarebbe successo se il regista si fosse sbagliato in senso contrario. Se cioè avesse descritto come socialista un militate comunista vittima del piombo mafioso. La recidiva, in storia, com’è considerata?
http://www.opinione.it/pages.php?dir...t=7378&aa=2007
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01-11-07, 18:59 #3
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Sentivo 'sta cosa ieri mattina presto a radio radicale. Devo dire che non è solo la crassa ignoranza di molti che lavorano in Mediaset, ma anche e soprattutto la storiografia marxista di regime che ha sempre presentato (almeno per ciò che ricordo io da parecchi anni) Placido Rizzotto come un aderente al PCI quando era invece socialista. Su Mediaset stendiamo un velo pietoso...Berlusconi aveva ragione a dire che il covo di comunisti più grosso si annida lì e non altrove
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01-11-07, 20:31 #4
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mediaset fa schifo
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02-11-07, 02:30 #5
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02-11-07, 11:00 #6
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Sono vere due cose: all'epoca il PSI era alleato del PCI, ed era, almeno nella sua direzione, politicamente poco distinguibile dal PCI. Quello di confondere persone impegnate nel campo sociale da una prospettiva anticapitalista con i "comunisti" (perché, al di là che di Rizzotto e Morando ne parlino "A conservative Mind" e "Legnostorto", essi erano della corrente di sinistra, quella che darà vita o alla corrente lombardiana, o al Psiup) è in secondo luogo abbastanza comune alla gente di destra, che per fare un esempio, magari pensa che io appartenga all'area politica della sinistra radicale, quando ciò non è affatto vero.
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02-11-07, 15:56 #7
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