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    ItaliaQuattro milioni di stranieri in Italia: superato il limite di guardia
    Mercoledì 31 Ottobre 2007 – 170 – Paolo Emiliani
    La presenza di cittadini stranieri sul territorio italiano ha raggiunto i limiti di guardia. Ormai si può parlare di vera e propria invasione ed il fenomeno sta causando gravi ripercussioni sociali non più solo nelle grandi metropoli, dove da tempo questa realtà è evidente, ma anche nelle cittadine di provincia e nei paesi più piccoli, sconvolgendo antichi equilibri fondati sulla rispettiva fiducia tra i componenti di piccole comunità. Fino a poco tempo fa nei paesi si usava tenere le chiavi di casa nella toppa essendo praticamente inesistenti furti e rapine: adesso ci si barrica con porte blindate, inferriate alle finestre e antifurti. Sarebbe certo sbagliato incolpare di questa ondata di microcriminalità solo gli stranieri, ma la frequente responsabilità di clandestini (ma anche di “regolari”) in questo genere di reati è un fatto comprovato sia dai dati periodicamente diffusi dalle forze dell’ordine sia dai processi che li riguardano.
    E’ stato ieri diffuso il dossier statistico sull’immigrazione realizzato da Caritas-migrantes nel quale si afferma che gli immigrati presenti in Italia sono quasi quattro milioni. Probabilmente sono molti di più. Certo la Caritas è una vera e propria industria dell’accoglienza che prospera su questi copiosi flussi di “materia prima” e forse potrebbe essere stata tentata di non allarmare troppo l’opinione pubblica divulgando cifre devastanti; prendiamo però per buoni questi dati, bastano ed avanzano per individuare il pericolo sociale.
    Gli immigrati residenti nel nostro paese sarebbero 3.690.000. Un numero aumentato in un anno addirittura del 21,6% ed ormai pari al 6,2% della popolazione complessiva, contro una media dei paesi Ue del 5,6%.
    Tutti gli studi sociologici sull’argomento hanno individuato nella soglia del 5% il limite oltre il quale si sviluppano fatalmente tensioni sociali e sis sviluppano anche diffusi sentimenti xenofobo tra la popolazione indigena: quella soglia è ormai superata, anche per la Caritas.
    Sempre con questi dati l’Italia salirebbe al terzo posto in Europa sia per tasso di crescita, sia per presenze in assoluto, alle spalle solo di Germania e Spagna, che ospitano rispettivamente 7.287.900 e 4.002.500 immigrati e davanti a nazioni come la Francia o la Gran Bretagna che hanno una lunga storia coloniale e che quindi dovrebbero rappresentare un punto di riferimento per molte popolazioni.
    Il fenomeno non è però solo italiano, visto che estendendo l’analisi all’intera Europa, si raggiunge la mastodontica cifra di 50 milioni di immigrati, ovvero poco meno di un terzo di quelli presenti in tutto il mondo. In pratica gli immigrati in Europa contano numericamente quasi quanto l’Italia e più della Spagna.
    Gli immigrati presenti in Italia parlano 150 lingue diverse, sognano tutti la cittadinanza italiana, soprattutto da quando c’è questo governo, infatti nel 2006 ne sono arrivati più di 500 mila, con un aumento che non era mai stato raggiunto neppure con le regolarizzazioni degli anni passati. Per quanto riguarda la dislocazione geografica, la loro presenza è distribuita abbastanza uniformemente su tutto il territorio, con dei picchi nelle grandi città. La concentrazione più alta si registra infatti nelle aree metropolitane di Milano e Roma.
    Un flusso consistente sta arrivando dai paesi dell’Est europeo, Romania in testa, di gran lunga il Paese che detiene il record di immigrati in Italia. Solo i romeni, sempre secondo le stime della Caritas, sarebbero quasi 600 mila, in pratica quasi un sesto del totale di tutta l’immigrazione. Al secondo posto nella classifica degli arrivi c’è il Marocco (387.000 presenze) e al terzo l’Albania (381.000).
    Un discorso a parte dovrebbe essere riservato ai clandestini.
    Nel 2006, su 124.383 stranieri individuati dalle forze dell’ordine senza permesso di soggiorno, solo il 36,5% (45.449) è stato rimpatriato. Un dato insignificante sia in assoluto sia rispetto al ‘99 quando fu rimpatriato il 64,1%. Bisogna però tenere conto che il numero degli intercettati in posizione irregolare è sceso per la prima volta dopo tanti anni sotto quota 100 mila (per l’esattezza, 84.245). Questo potrebbe dipendere dal fatto che con l’ingresso nell’Unione Europea di Romania e Bulgaria la condizione di queste persone in Italia non è più quella di clandestino, ma potrebbe anche dipendere dal fatto che si è fatto meno per intercettare i clandestini, e non certo per decisione autonoma delle forze dell’ordine.
    Un altro problema legato all’immigrazione che sta diventando grave è quello della scuola. Su scala nazionale ci sono più di mezzo milione di bambini stranieri (5,6% della popolazione scolastica), una quantità imponente ma forse ancora gestibile; in diversi contesti provinciali i minori immigrati rappresentano però più di un quarto di tutti gli alunni, creando enormi difficoltà di gestione e situazioni paradossali in molte classi dove gli italiani sono ormai diventati minoranza.
    La Caritas nel suo rapporto si è anche spinta nell’analisi sulla conflittualità sociale scatenata dagli immigrati, citando a tale proposito i risultati di un sondaggio di Eurobarometro. Secondo questo studio, sulla cui attendibilità non facciamo commenti, un europeo su due ritiene che la presenza degli immigrati sia ormai indispensabile, ma quasi la stessa percentuale (48% del totale) pensa che gli immigrati siano la principale fonte di insicurezza e non solo dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma anche da quello della sicurezza sociale, facendo aumentare i tassi di disoccupazione.
    Secondo noi, nonostante tutti gli sforzi mediatici di una comunicazione a senso unico che cerca di imporre in tutti i modi la società multietnica, esiste già una maggioranza in crescita che considera l’immigrazione selvaggia come una iattura e questa, purtroppo, potrebbe diventare l’anticamera del razzismo.
    Non bisogna infatti mai dimenticare che gli immigrati sono spesso disperati costretti a fuggire la povertà delle loro nazioni di origine, una povertà causata dalle predazioni del sistema capitalistico mondiale. Una guerra tra poveri va scongiurata, ma questo si può fare solo garantendo a tutti i popoli una vita decorosa in casa loro. Questo, però, significherebbe interrompere un enorme flusso di ricchezza per tutti coloro che speculano sulla disperazione: chi sfrutta i lavoratori deboli, chi vuole distruggere le conquiste sociali e sindacali degli italiani e degli europei e su chi guadagna sull’industria dell’accoglienza. C’è poi un problema tutto italiano: in casa nostra una parte politica vorrebbe sostituire i voti persi degli italiani con quelli degli immigrati, magari concedendo accoglienza facile ed una ancor più facile cittadinanza. Questi sciagurati non capiscono però che questo loro vantaggio di bottega sarebbe comunque effimero, ma resterebbe un conto salato da pagare per le prossime generazioni.

  2. #12
    mormilla
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