Vivono banchettando sui mortiSul caso Reggiani e sulla sua nauseabonda gestioneSe Sartre fosse vivo straccerebbe “La nausea” perché superata dallo schifo. Non esiste un fondo del precipizio, e questo lo sapevamo, ma ogni giorno che passa l'indecoroso spettacolo dei saltimbanchi nostrani oltre a farci torcere le budella ci lascia attoniti; ci viene da chiederci, pizzicandoci: “ma davvero?”. La tragedia di Giovanna Reggiani, la donna che a Roma è stata aggredita, scippata, forse violentata e comunque uccisa da un romeno è stata lordata da un vergognoso intrecciarsi di patetiche farse.
Il governo?
Non sappiamo chi sia stato più osceno. Il governo? Quello che con la legge Ferrero si appresta a trasformare le nostre città in un'immensa bidonville eppure si scandalizza per quest'anteprima e“risolve” il problema con il decreto per la possibilità di espulsione dei cittadini comunitari. E via di gran cassa quasi fosse stato deciso qualcosa di rivoluzionario quando, invece, l'espulsione per i cittadini comunitari è sempre esistita (io, ad esempio, sono sotto espulsione dall'Austria). Buffoni!
L'opposizione?
Ma l'opposizione? S'indigna Fini, che ha firmato la precedente legge pro-immigrazione; alza la voce invece di starsene zitto. E con lui tutti quelli che “l'avevo detto io” e invece non avevano detto e fatto un fico secco. O, quando avevano combinato qualcosa, avevano solo procurato danni.
La Chiesa?
Il cardinale Ruini suona il campanello d'allarme. Pochi mesi orsono parlava però con toni trionfali del ruolo svolto dalla Cei nel favorire l'ingresso degli stranieri e ci spiegava orgoglioso che quasi la metà dell'otto per mille devoluto alla Chiesa cattolica viene utilizzato allo scopo e ciò con la principale beneficiaria, l'associazione Migrantes della Caritas che si vanta di propugnare la “reciproca contaminazione” tra etnie e culture.
I giornalisti?
I giornalisti che mestiere fanno? Ieri sono andati a intervistare zingari, romeni, albanesi, macedoni; questi, tutti, nessuno escluso, hanno espresso ostilità per gli altri gruppi etnici. Vivono in rigorosa apartheid; il paradiso universale che i profeti religiosi o laici del Mondialismo continuano a esaltare è una miserrima ghettizzazione multirazzista contrassegnata da odi etnici e da guerre tra poveri. Benché questo sia il quadro universalmente offerto dai protagonisti, nessuno degli intervistatori o dei commentatori se n'è accorto. Distrazione, mala fede o idiozia? Le tragedie si moltiplicheranno e loro, i giornalisti, che potrebbero dare subito l'allarme, si accontenteranno invece di fare puntualmente gli avvoltoi lacrimosi di ogni dramma futuro anziché impegnarsi per scongiurarlo per tempo.
Le destre estreme (e la Lega)?
Gli oppositori radicali cosa dicono? Luoghi comuni, sensazionalismo, ricerca di capitalizzazione dell'indignazione ma ben poco di concreto. Proposte e soluzioni? Qualcuno le offre ma i più preferiscono partecipare alla commedia, al gioco delle parti, proporre quel sensazionalismo trinariciuto che serve a fare da contrappeso all'indignazione popolare per consentire ai “decisori” di non far nulla. Tra due mali in genere si alzano le braccia... Certa destra estrema (o muscolare) ha una funzione cardine nell'impedire qualsiasi soluzione e, quindi, nel consolidare il fenomeno che critica. Di fatto sembra che si compiaccia dell'esistenza di questa forte frizione sociale che punta più a sfruttare elettoralmente che non a risolvere.
L'estrema sinistra?Dov'è finita la retorica sociale in favore dell'immigrato, buono in quanto tale perché proletario internazionale? Si tratta di un'immagine a metà tra il bucolico e il grottesco, di una delle dogmatiche concezioni demenziali di cui sovrabbonda la retorica pseudomarxista; ma il coraggio di difenderla l'hanno persa? Dov'è finita la grinta della sinistra radicale? Ma quale grinta? Ma quale sinistra? Assente e silente. Aspettando che smetta di piovere
Il sindaco di Roma?
L'oscar, nello specifico, spetta comunque al sindaco Veltroni. Innanzitutto la gaffe di pessimo gusto e di cattivissimo augurio di far giocare Roma e Lazio con il lutto al braccio quando la Reggiani era ancor viva; una vergognosa e ignobile messinscena decisa per dare un “segnale” mediatico. Tanto per un sindaco che sta lasciando dissestare completamente la città, dai palazzi ai marciapiedi, ma intanto spende milioni di euro per i “circenses” quel che conta è solo l'immagine. Il cinismo paga e Veltroni lo sa. Così l'operazione di polizia nella trashville tra Tevere e Aniene, la baraccopoli che era stata da tempo denunciata dal Messaggero (vuoi vedere che il Palazzinaro ci ha messo gli occhi sopra?) ha preteso che fosse compiuta puntualmente ieri, mentre la Reggiani ancora lottava per la vita. Prima non ci aveva pensato l'uomo “nuovo” della politica italiana. Al suo posto qualsiasi persona con un briciolo di pudore starebbe ancora vergognandosi. Ma Veltroni no; lui non sa cosa sia la vergogna e già ce ne eravamo accorti con l'obbrobrio sacrilego commesso sull'Ara Pacis Di certo il sindaco della capitale nella gestione della tragedia Reggiani è andato più in là, più in basso di chiunque altro. Davvero un record!
Domani gli avvoltoi
Fra qualche giorno i riflettori si spegneranno e si riaccenderanno solo alla prossima tragedia che sarebbe sì evitabile ma che tutti si stanno invece operando per rendere inevitabile. E, come ieri, tutti, nessuno escluso, svolazzeranno sul prossimo cadavere da puntuali avvoltoi. A noi resterà solo nel palato questa sensazione di schifo generale, totale, verso tutto e verso tutti, questo schifo che nessun Sartre metterà in prosa ma che avvolge ogni cosa che si esprime in questo Paese oramai da Quinto Mondo, perlomeno nel fattore decoro e dignità.
Gabriele Adinolfi