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Malik
Morto in TSO dopo insulti a Prodi. 8 medici indagati per omicidio colposo
BERGAMO — Si riapre clamorosamente, dopo più di tre anni, il caso di Luigi Salvi, l'uomo di 66 anni che per aver inveito contro la folla a un comizio di Prodi fu portato agli Ospedali Riuniti e rinchiuso per un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) nel reparto psichiatrico, dove morì 24 ore dopo.
La battaglia condotta dalla famiglia per avere giustizia tra tanti muri di gomma, ieri ha così avuto un'inaspettata vittoria: il Procuratore generale di Brescia, dopo un'archiviazione e una seconda richiesta di archiviazione presentata dal Pm al Gip di Bergamo, ha avocato a sé l'inchiesta in cui otto medici dei Riuniti sono indagati per l'ipotesi di omicidio colposo.
«Eccitamento maniacale grave », era scritto nella diagnosi di ricovero. Dopo la somministrazione di vari farmaci, Salvi (che era riuscito a telefonare alla famiglia implorando: «Portatemi via perché qui si mette male») morì all'improvviso.
L'autopsia accertò che le cause del decesso erano da ascrivere a una miocardiopatia sclero-ipertrofica, mai diagnosticata, sulla quale avrebbero avuto incidenza gli «elementi stressogeni» e i farmaci somministrati. Sulla base di questo referto, il pm Silvia Russo archiviò l'inchiesta nel gennaio 2006 e a nulla valse l'opposizione della famiglia che presentò, nel luglio dello stesso anno, una memoria con cui si chiedeva al Pm di riaprire le indagini.
Nel 2007, con gli avvocati Stefano Bonacina, Enrica Domeneghetti e Piergiorgio Weiss, la moglie e i figli di Salvi presentarono un esposto accompagnato da un parere pro veritate di due docenti universitari, i professori Francia (medicina legale) e Vender (psichiatria) in cui venivano evidenziate responsabilità dei medici nel decesso di Salvi.
Il pm, iscrivendo (come atto dovuto) i sanitari nel registro degli indagati, dispose una consulenza a un medico legale che confermò la casualità della morte. Così, lo scorso anno, fu chiesto al gip di archiviare ancora. La famiglia si è opposta e ieri mattina era fissata l'udienza decisiva ma a sorpresa il Pg ha avocato l'inchiesta.
«Finalmente una buona notizia », hanno commentato i legali, secondo i quali si potrà finalmente discutere in sede «neutra» una vicenda con risvolti che vanno oltre il caso specifico, gettando un faro su quella prassi che — di fronte a una discrezionale urgenza — permette di scavalcare lecitamente la procedura per i TSO (che devono essere ordinati dal sindaco) con le relative garanzie.
Intanto, l'avvocato Bonacina, per conto del figlio di Salvi, ha anche denunciato il sindaco Roberto Bruni che non avrebbe trasmesso entro 24 ore la decisione al giudice tutelare per la necessaria controfirma. Il pm ha chiesto l'archiviazione, udienza il 6 febbraio.
Mistero
Luigi Salvi, 66 anni, morì il 22 settembre 2005, dopo il ricovero ai Riuniti di Bergamo
(fonte: Corriere della Sera)
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