i fedelissimi di Prodi!

[Manfr]

Foto degli animatori dell'iniziativa alla Conferenza Stampa; il ragazzo secondo da sinistra è Tommaso Inoz Ciuffoletti, segretario dell'Associazione PER la Rosa nel Pugno (quella di Turci, creata all'epoca per coagulare attorno al progetto RnP quanti non venissero da esperienza Socialiste o Radicali).

[Antibus]

Tra i 50 militanti ci siamo anche io e l'Alemaggia

O meglio, noi abbiamo firmato l'appello per la doppia tessera e la collaborazione, la tessera radicale è un pò troppo esosa per le mie tasche attuali

Ma siete andati a padova??
Come si fa per firmare??

[Manfr]

Ma siete andati a padova??
Come si fa per firmare??

Magari !

Si può mandare una mail a Ciuffoletti, ti pivotto l'indirizzo

[Antibus]

Magari !

Si può mandare una mail a Ciuffoletti, ti pivotto l'indirizzo

Dammi dammi

[Manfr]

Parla Ciuffoletti: http://www.perlarosanelpugno.it/dopp...70.html#p10270

Si è da poco chiuso il 6° Congresso di Radicali Italiani. Dal dibattito politico sono emersi pochissimi spunti di strategia politica, cosa credo legata alla fase politica attuale ed alla situazione di necessità del soggetto RI.
Il Congresso ha avuto due parole d’ordine politiche: sosteniamo la legislatura e riprendiamo con forza la battaglia sui temi economici. Il primo appare molto poco incisivo. L’invocazione a che la legislatura duri appare come una implicita richiesta di tempo per valutare dei possibili sviluppi politici (ed anche sulle regole elettorali) che si verificherebbero prima delle prossime elezioni politiche. Una richiesta tarata dunque sulla necessità di sfruttare tatticamente le opzioni che potrebbero mettersi in campo per il futuro del soggetto radicale. Tuttavia, proprio perché questa appare una fase in cui il tatticismo diventa necessariamente esasperato, la richiesta che la legislatura duri non è accompagnata da motivazioni e proposte politiche. Non si dice chiaramente cosa si pensa della riforma elettorale, forse per non dover dire altro rispetto alla classica posizione radicale per il maggioritario secco a turno unico.
Non si dice molto rispetto alla volontà di cercare dei precisi assi politici con altre forze. Poco o niente è stato detto sulla Costituente Socialista, se non per bollarla come mera operazione identitaria (carattere a mio parere innegabile, ma che potrebbe essere utilizzato proprio per sottolinearne i rischi di debolezza e rilanciare possibili intese). Poco di nuovo è stato detto nei confronti del Partito Democratico, a cui inevitabilmente anche i radicali devono guardare con grande attenzione dato che, sempre di più, la difficoltà di questa fase politica si accompagna ad una fase di debolezza del soggetto politico Radicali Italiani (aumentando oggettivamente il potere attrattivo del barcone mediatico Partito Democratico).
Il “salviamo la legislatura”, considerato che siamo tutti coscienti del fatto che non sarà certo il volere radicale a salvarla, appare dunque come la comunicazione di una richiesta di tempo per valutare degli sviluppi, ma senza cercare di fare alcuna proposta che incida, almeno politicamente, su questa fase.
Mettersi dunque in attesa di cogliere il vento impone che la nave abbia a bordo una ciurma compatta e pronta a mettersi a lavoro in base a cambiamenti di rotta improvvisi, se sarà necessario. Anche per questo credo di comprendere il nervosismo di Marco Pannella di fronte all’attività e alla richiesta che abbiamo portato in Congresso di una doppia tessera radicale-socialista per rilanciare il valore della proposta politica che è stata propria della Rosa nel Pugno. Oltretutto Marco ha voluto strumentalmente identificare la minoranza che proponeva non solo quel documento, ma anche una lista per il Comitato di Radicali Italiani, come “la minoranza” che fa riferimento ai sottoscrittori di una lettera estiva in merito al caso Capezzone. Non ci preme adesso ricordare i passaggi di quella vicenda, basti dire che tra quella lettera e l’iniziativa che abbiamo proposto e portato in Congresso non c’è alcun nesso, se non quello di chi vuole eludere il confronto politico proposto, a favore di una polemica per me anche poco interessante (dato che non ebbi ad appassionarmi allora a quella vicenda e perché, lo ripeto, quanto abbiamo proposto non c’entra niente con essa).
Anche questa notazione credo serva a capire il clima di ostilità che qualcuno di noi ha colto (basti riascoltare la fase finale del Congresso) nei confronti della nostra iniziativa da parte della dirigenza radicale.
In fondo la nostra iniziativa, pur senza prospettare chissà quali orizzonti strategici, poneva quantomeno una questione politica. E’ intenzione radicale quella di cercare un rapporto, o almeno un dialogo politico, con il costituendo Partito Socialista? Una richiesta semplice, alla cui bontà (almeno quella che noi vi vediamo) portavamo in dote non solo i nostri argomenti – illustrati nel documento e nella Conferenza Stampa che Radio Radicale ci ha permesso di realizzare e che per questo ringraziamo – ma anche l’impegno di 50, per ora, compagni e compagne che hanno messo nome, cognome ed obolo per sostenere questa piccola, ma significativa proposta.
Dispiace far presente che su questo punto la chiusura è apparsa netta. Anche l’emendamento proposto alla mozione generale, con l’intenzione che fosse accolta una valutazione positiva della proposta avanzata, è stato respinto (curiosamente anche col voto di alcuni compagni radicali con doppia tessera Sdi, ma questa è solo una nota a margine).
Non solo, ma Marco Pannella ha fatto presente, anche se in termini non nettissimi, la propria intenzione di rilanciare la Rosa nel Pugno come soggetto radicale tout court. Non ricordo bene se durante il suo intervento di chiusura del Congresso, se durante la conversazione con Bordin di domenica scorsa o se durante una lunga discussione avuta con lui nei corridoi del padiglione di PadovaFiere … ma Marco ha detto che quella radicale è una galassia a cui manca un sole. Fatta salva la distinzione tra galassia e sistema solare, l’immagine evocata pare prospettarela volontà di fare della Rosa nel Pugno radicale quel sole che manca. Non chiedetemi bene come (forse chiedendo una rescissione del contratto di gestione del simbolo, realizzato con lo Sdi per una durata che arriva fino al 2011), ma credo che questa sia una delle possibilità future che Marco sta vagliando. Ricollego anche questo alla fase di esasperato tatticismo che connota la politica radicale attuale. Tuttavia il mio giudizio politico su tale ipotesi è sostanzialmente negativo. Sarebbe un tentativo estremamente ardito, ad altissimo rischio d’insuccesso e anche, se mi è permesso, di sputtanamento politico. Oltretutto, l’unico approdo che riesco ad immaginare per una simile operazione è l’ingresso nel Partito Democratico armati dell’identità laica e radicale sotto insegne nobili ed orgogliose di una Rosa nel Pugno destinata tuttavia, a quanto posso immaginare, a rimanere sepolta tra macerie post-comuniste, post-democristiane e neo-demagogiche.
L’intenzione dichiarata di rilanciare la battaglia sui temi economici è rimasta più negli annunci che non negli atti di un Congresso che, certamente, ha riproposto spunti classici della politica economica radicale degli ultimi anni (grazie anche all’opera due ex di Radicali Italiani, o futuri tali, come Daniele Capezzone e Benedetto della Vedova) rinnovati grazie alla elaborazione di persone di valore come, tra gli altri, Michele De Lucia e Roberto Cicciomessere, ma che si è chiuso con una lunghissima parte dell’intervento di Marco Pannella dedicato da una parte al cardinal Ruini e dall’altra (opposta direi!) ad Aurelio Mancuso, il presidente nazionale di Arcigay che aveva avuto parole di commento non positive per l’intenzione annunciata in vista del Congresso di rinfoderare la spada della laicità a favore di quella liberista. Subito dopo il Congresso, inoltre, proprio Mancuso e Pannella si sono incontrati per chiarire che i radicali non intendono affatto abbandonare le battaglie di laicità e sui diritti civili. Insomma, un po’ di confusione c’è stata anche su questo. L’annunciata scelta politica, almeno interpretabile come tale, di indicare i temi economici come fronte primario delle prossime battaglie radicali non è apparsa netta ed univoca; segno di come ogni accenno strategico debba lasciare il posto alla necessità della tattica.
A conti fatti un Congresso dal quale sarebbe facile tornare a casa poco fiduciosi. Invece durante la mia tre giorni ho avuto modo di conoscere meglio e veder lavorare alcuni compagni che reputo di grande valore. Compagni radicali che hanno lavorato con grande correttezza, impegno e rigore per articolare e dare corpo alla propria proposta politica che è anche la mia e credo la nostra: quella di non lasciar andare perso quel patrimonio di politica che la RnP ha rappresentato. Come è stato detto con una battuta durante la conferenza stampa, non siamo qua a fare le “vedove della RnP” … piuttosto potremmo essere considerati i figli, legittimi o meno, di quella sveltina che pure a tanti aveva ridato speranza che in Italia potesse finalmente esserci un soggetto politico per chi si riconosce nei valori di una sinistra moderna e pienamente liberale.
Si tratta di compagni con il quale il lavoro è appena iniziato. Proseguirlo in forme e modi coerenti alla proposta non sarà facile. Oltre al sostanziale ostracismo della dirigenza radicale nei confronti delle nostre ragioni, e all’esplicito attacco a coloro definiti “gli altri”, ci saranno mugugni e obiezione anche in casa socialista. L’unico modo per superarli sarà quello di mettere in pratica dell’azione politica comune dove riusciremo ad essere presenti ed incisivi; sul territorio, quindi, ma anche sul web. Cercare insomma di dimostrare che per qualcuno, quelle ragioni politiche che si dicevano comuni non sono andate perdute. Forse su alcuni punti potremo non essere pienamente d’accordo (non lo siamo spesso anche all’interno di uno stesso micronucleo), ma almeno saremo concordi nel riconoscere e nel confrontare le nostre ragioni e le nostre intenzioni nel modo più costruttivo possibile.

[Monsieur]

Tutto si può dire tranne che siano dei fedelissimi di qualcuno